Havel accusa di G. R.

Havel accusa Havel accusa «E' una spia il leader de» PRAGA DAL NOSTRO INVIATO I sondaggi di maggio dicevano che un cecoslovacco su due riteneva l'Unione democristiana il partito più affidabile dal punto di vista morale. Ma alla vigilia delle elezioni è esploso l'affaire Bartoncik, una storia che potrebbe essere costata alla de almeno un 3% di voti (i sondaggi le attribuivano il 15%, contro il 12% delle proiezioni). Chi è davvero il giurista Josf Bartoncik, vicepresidente del Parlamento e presidente di uno dei tre partiti della coalizione democristiana? E' l'agente segreto Hajek, fascicolo numero 15301 nello schedario delle spie della polizia politica del vecchio regime, hanno risposto ieri il procuratore generale di Boemia, il viceministro dell'Interno e il portavoce del presidente Havel, in una conferenza-stampa iniziata un minuto dopo la chiusura delle urne. Bartoncik era Hajek dal 1971. Cooptato, pare, da una bella trentenne infiltrata tra i Popolari (ma questo non è stato detto nella conferenzastampa). Comunque ben retribuito: era così importante che dipendeva direttamente dal vertice della sezione «Lotta al nemico interno» della StB, l'apparato di spionaggio colonizzato dal Kgb sovietico. A provarlo c'è il vecchio schedario della StB rintracciato a Brno, pagine ingiallite (i primi nomi risalgono al 1950), ciascuna numerata e vergata a mano: un documento «che non può essere stato falsificato». Il fascicolo 15301 non è stato trovato («Probabilmente distrutto, o portato a Mosca dal Kgb»), ma magistratura e ministero affermano di averne ricostruito il contenuto sulla base di testimonianze di ufficiali della StB. L'ultima, decisiva, resa lunedì scorso al procuratore generale. Secondo le tempestive dichiarazioni dell'ufficiale, Bartoncik «segnalava persone da colpire» e dall'87, grazie ai rapporti allacciati in quell'anno con il chartista Vaclav Benda, forniva informazioni su Charta 77. Quando, martedì scorso, Havel e il procuratore generale avevano posto Bartoncik davanti ai risultati dell'inchiesta, il presidente dei Popolari aveva accettato di ritirarsi dalla vita politica per motivi di salute. Nessuno avrebbe saputo. Ma Bartoncik non aveva rispettato l'impegno, né i Popolari avevano acconsentito a depennarlo dalle liste: così il viceministro dell'Interno ha fatto scoppiare uno scandalo che adesso rende molto più difficile una coalizione tra Forum e democristiani (anche perché il chartista Benda, involontaria fonte di Bartoncik, è il presidente di uno dei tre partiti dell'Unione democristiana). Bartoncik nega tutto: ma ieri, per la prima volta, ha ventilato il suo ritiro. [g. r.]

Luoghi citati: Boemia, Mosca, Praga