Il Tempo di Roma sciopera due giorni
Il quotidiano è ora di Monti al 100% Il quotidiano è ora di Monti al 100% Il Tempo di Roma sciopera due giorni ROMA DALLA REDAZIONE Anche oggi, Il Tempo non è in edicola. Il quotidiano romano è stato bloccato per il secondo giorno consecutivo da uno sciopero proclamato dai giornalisti. La doppia astensione dal lavoro è stata decisa subito dopo l'annuncio dell'acquisto da parte dell'editore Attilio Monti del 50 per cento del quotidiano in mano al cementiere Giampiero Pesenti: in questo modo, Monti possiede il 100 per cento. I giornalisti temono l'eventualità che vengano apportati tagli al quotidiano. «I giornalisti de II Tempo - si legge nel comunicato approvato dall'assemblea di redazione senza entrare nel merito dell'operazione chiedono che il gruppo Monti, proprietario delle testate La Nazione, Il Resto del Carlino, Il Piccolo, Il Giornale di Pordenone e dell'agenzia di notizie Polipress, garantisca il mantenimento dell'autonomia della testata romana, degli attuali livelli di occupazione e un valido piano di rilancio del giornale». I quotidiani del gruppo Monti hanno un forte legame fra loro: la collaborazione si sviluppa soprattutto attraverso la Polipress che fornisce gli articoli legati all'attualità nazionale e internazionale. Confezionamento e cronache locali competono invece ad ogni giornale della catena. Con l'acquisto del Tempo, Monti supera il livello di 630 mila copie vendute ogni giorno e completa la presenza nelle regioni centrali, arrivando proprio a Roma dove è forte II Messaggero in mano al gruppo Ferruzzi di Raul Gardini. La polemica con Gardini è già vivace da tempo: per aprire le pagine di cronaca di Rimini, roccaforte del Resto del Carlino, pochi mesi fa II Messaggero non ha esitato a portar via l'intera redazione della concorrenza. L'operazione concordata da Monti e Pesenti non riguarda solo II Tempo, ma è di portata ben più ampia: il passaggio di proprietà del 50 per cento della testata della capitale è infatti bilanciato da una significativa presenza del cementiere nella catena editoriale. L'Italmobiliare di Pesenti ha ceduto la metà dell'Editrice Romana e della Tipografica Tiburtina per 10 e 21 miliardi. Ha poi comprato l'8 per cento della Poligrafici Editoriale di Monti a 6399 lire per azione (contro le Attilio Monti 6410 della quotazione di Borsa alla chiusura di venerdì), per un importo complessivo di 64,5 miliardi. Pesenti, che quindi ha investito 33,5 miliardi, porta la partecipazione nella Poligrafici al 10 per cento. Nella compagine azionaria sono presenti anche la tedesca Axel Springer Verlag e la compagnia di assicurazioni Sai controllata dal costruttore Salvatore Ligresti. Annunciando l'operazione, Monti e Pesenti hanno sottolineato la volontà di «rafforzare i loro rapporti di collaborazione in altre attività facenti capo alla Poligrafici Editoriale». In particolare, Giampiero Pesenti resterà presidente dell'Editrice Romana e della Tipografica Tiburtina. Il Tempo sta attraversando un momento delicato. Lo scorso anno, l'Editrice romana ha portato a termine il piano di ristrutturazione e di ammodernamento tecnologico. Il bilancio del 1988 si è chiuso con una perdita di ] 5,2 miliardi. Si tratta di una cifra molto elevata in rapporto ai ricavi pari a 24,5 miliardi per le vendite e a 28,5 miliardi per la pubblicità. Per il 1989 viene dichiarato un sensibile miglioramento, anche se i conti continuano a essere negativi. A sua volta, la Tipografica Tiburtina ha chiuso l'88 in rosso per 2,1 miliardi.
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