Dai bambini 150 mila Sos di Gigi Padovani
Il fondatore denuncia: stanno aumentando le violenze sui minori Il fondatore denuncia: stanno aumentando le violenze sui minori Pai bambini 150 mila Sos Telefono azzurro: bilancio di tre anni BOLOGNA DAL NOSTRO INVIATO Ore 10,30 dell'8 giugno 1987. Dalla provincia di Palermo telefona lo zio di Stellina, 15 anni: chiede aiuto, perché la nipote rischia di finire in istituto, come altri tre dei suoi sei fratelli; la madre se ne è andata di casa e il padre non è in grado di occuparsi dei figli. E' il primo «caso» registrato negli archivi di Telefono Azzurro. Stessa ora di tre^ anni dopo, ieri mattina. Un'assistente sociale prende nota di una situazione non molto diversa. «Chiamo da un paese dell'Emilia, dovete intervenire per aiutare tre ragazzi che vivono vicino a casa mia. Hanno 12, 14 e 16 anni, sono tutti drogati e la madre non si prende cura di loro: urla, brucia i panni, butta oggetti dalla finestra». Tra l'una e l'altra, ci sono 150 mila chiamate e dodicimila casi presi in esame. Dieci bambini al giorno vittime di piccole o grandi violenze, che in un modo o nell'altro sono stati aiutati ad uscirne. Da quell'8 giugno '87 è ormai un flusso continuo, segno di un successo dell'iniziativa, ma anche conferma di una sconfitta di tutta la società: il fenomeno dei bimbi violati non si è affatto fermato, anzi è in crescita. Lo ha confermato il professor Ernesto Caffo, il neuropsichiatra infantile (insegna all'Università di Modena) che ha avviato l'iniziativa con pochi soldi e CATANIA. Quattordici bambine di dodici anni, appartenenti a una polisportiva di pallacanestro di Mineo, in provincia di Catania, sono rimaste ferite in seguito a un incidente stradale avvenuto all'altezza del ponte Primosole, a sette chilometri da Catania. Le giovani atlete erano su un pulmino diretto a Catania per disputare un incontro di pallacanestro. L'automezzo è stato tamponato da un autocarro e si è ribaltato. L'urto ha sbalzato le ragazzine dai sedili, scaraventandole contro le fiancate della vettura. I soccorsi sono prontamente intervenuti sul luogo della sciagura. Le bambine sono state trasportate agli ospedali Garibaldi e Vittorio Emanuele dove i medici hanno riscontrato ferite e fratture guaribili in un periodo di tempo variabile da dieci a sessanta giorni. [Ansa] qualche volontario e ora si trova a dover gestire una macchina da un miliardo e mezzo l'anno. «Quando siamo partiti - dice Caffo - ci aspettavamo che le chiamate diminuissero, passata l'emozione per la novità. E invece è successo il contrario. Quello che arriva a noi è solo una piccola parte della realtà. Allora pensavamo che le piccole vittime di abusi da parte del mondo adulto fossero ventimila l'anno, ora sono convinto che siano quasi centomila». Ieri Telefono Azzurro ha fornito una impressionante mole di dati. In testa c'è la violenza fisica (40,8% sul totale delle segnalazioni), seguita dalla violenza psicologica (35,9%), dalla trascuratezza (17,6) e dalla vio¬ vista sui problemi dell'infanzia, «Child», della quale ieri è stato presentato il numero zero. Dal 4 al 6 ottobre si svolgerà a Treviso il convegno-seminario organizzato con Ordine e sindacato dei giornalisti (titolo: "Da bambino a notizia") che servirà a varare una carta deontologica di comportamento verso i minori. Infine si attende la traformazione in ente morale dell'associazione, che consentirà di varare contratti con Regioni e enti locali. Finora Telefono Azzurro non ha ricevuto sovvenzioni pubbliche, ma l'aiuto di tanti piccoli sostegni e di qualche sponsor o personaggio famoso. «Noi non vorremmo essere soli in questo lavoro - ha concluso Ernesto Caffo -, aspettiamo il sorgere di altre iniziative. Purtroppo da parte pubblica non è fatto molto». Lo ha ricordato Silvia Costa, in veste - ha chiarito - di vicepresidente del Telefono e non come parlamentare de: «Dall'ottobre '88 è fermo in commissione Giustiza il disegno di legge Vassalli-Jervolino per le nuove norme penali a tutela dei minori. Perché? Fra quelle norme c'è anche l'istituzione del pubblico tutore, o la possibilità di avviare la "probation" per il genitore che sbaglia con i figli. Un'alternativa alla denuncia o al silenzio, uniche risposte oggi possibili di fronte a un padre o a una madre violenti». Gigi Padovani
Persone citate: Caffo, Child, Ernesto Caffo, Jervolino, Silvia Costa
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