I morti sono già 78 di E. St.

I morti sono già 78 I morti sono già 78 Stato d'assedio nell'Est uzbeko Trema la minoranza kirghiza MOSCA. Le autorità dell'Uzbekistan hanno imposto lo stato di emergenza nella parte orientale della Repubblica, al confine con la «nemica» Kirghizia, e hanno lanciato un appello a Mosca perché invìi nella regione nuove truppe: «C'è il rischio - dice il telegramma inviato a Gorbaciov dal presidente uzbeko Islam Karimov - che gli scontri nella regione di Osh degenirino in una guerra fra le due Repubbliche». Le cifre ufficiali parlano ora di 78 morti, 330 feriti, 249 edifici rasi al suolo; ma sono dati parziali, perché è impossibile sapere che cosa stia succedendo nelle regioni più isolate della montuosa Kirghizia. Ieri una banda di decine di uzbeki si è fatta gioco del dispositivo militare che dovrebbe chiudere i valichi montani lungo gli 800 chilometri di confine fra le due Repubbliche, e si è infiltrata in territorio kirghizo cercando il contatto col «nemico»: ne è nato uno scontro fra kirghizi e uzbeki con un morto e 33 feriti, anticipo di quello che potrebbe succedere se l'esercito non riuscisse a controllare i passi. La provincia uzbeka in stato d'assedio è quella Andishan, confinante con quella kirghiza di Osh in cui è iniziata la faida. Vi si sono già radunati oltre diecimila uzbeki in armi, pronti a passare la frontiera. Il premier Mirsaidov ha ricevuto ieri una delegazione di 25 connazionali profughi da Osh e 15 del gruppo nazionalista «Birlik»: gli hanno chiesto di far distribuire armi alla popolazione e di spedire volontari oltreconfine per far la guerra ai kirghizi. Le autorità di Tashkent per ora tengono testa alla piazza, ma anche in Uzbekistan esiste una forte minoranza kirghiza (70 mila persone sola nella provincia di Andishan) e c'è il rischio che gli uzbeki si sfoghino su di essa. A Frunze, la capitale (in stato d'assedio) della Kirghizia, una folla immensa ha assistito ai funerali di alcuni kirghizi uccisi dagli uzbeki, e poi ha manifestato davanti alla sede del Comitato centrale del pc, chiedendone le dimissioni. [e. st.]

Persone citate: Frunze, Gorbaciov, Islam Karimov

Luoghi citati: Mosca, Uzbekistan