Nel Texas sono nati quattro vitelli robot di Giancarlo Masini

Nel Texus sono nati quattro vitelli robot Nel Texus sono nati quattro vitelli robot Trapianto genetico per produrre maggiori quantità di carne e latte SAN FRANCISCO NOSTRO SERVIZIO Sono quattro vitelli (tre maschi e una femmina) apparentemente identici agli altri bovini: in realtà, le loro cèllule, oltre al normale patrimonio genetico, possiedono geni di altre specie, compresa quella umana. Questi sono stati artificialmente aggiunti a quelli naturali da un gruppo di scienziati del Texas, quando i vitelli erano stati appena concepiti. L'eccezionale esperimento, che potrà rivoluzionare la zootecnia, è il primo del genere negli Stati Uniti. E' stato realizzato con una tecnica già utilizzata su altri tipi di animali. Da vacche appositamente selezionate sono stati prelevati gli ovuli e sono stati fecondati. Subito dopo i ricercatori hanno proceduto all'inserimento dei geni estranei. Gli embrioni così ottenuti sono stati reimpiantati negli organismi materni. Il decorso delle gravidanze è stato normale e i vitelli - il più vecchio dei quali ha quindici mesi - so¬ no in ottima forma. contribuisce ad accelerarne la crescita. A due altri vitelli, uno nato nel settembre '89 e l'altro nel marzo scorso, sono stati inseriti altri geni di origine animale che inducono la produzione di una proteina - la «insulinlike growth factor» - che regola lo sviluppo dei tessuti muscolari. Nel dicembre dello scorso anno, è nata la femmina: le era stato trapiantato un ormone bovino extra - il «growth ormone gene» - che presiede allo sviluppo e, in particolare, alla produzione del latte. Secondo uno dei ricercatori texani, il primo toro possiede il gene umano nei propri cromosomi, ma, almeno apparentemente, questo non ha funzionato come gli sperimentatori pensavano: lo sviluppo dell'animale, infatti, non è stato più veloce degli altri. Diversa è apparsa, invece, la situazione per gli altri due vitelli. Uno di questi sembra crescere molto più in fretta e in misura maggiore rispetto ai bovini della sua stessa età, ma è ancora presto per stabilire con esattezza se i geni trapiantati hanno svolto la funzione che gli scienziati prevedevano. Anche per quanto riguarda la femmina occorre lasciar passare altri mesi, prima che siano possibili delle valutazioni attendibili. I risultati ottenuti in Texas indipendentemente dar "fatto che i geni impiegati funzionino subito e bene oppure no avranno un enorme impatto economico: ciò che conta, infatti, è la validità della metodologia. I geni, che consentiranno di «produrre» animali ricchi di carne a basso tasso di colesterolo e con latte ricco di proteine ma con pochissimi grassi, saranno selezionati con relativa facilità. Resta da vedere, comunque, se queste manipolazioni avranno conseguenze negative per gli animali o per i consumatori. E' ciò che preoccupa i responsabili del dipartimento federale dell'Agricoltura che dovranno stabilire precise norme in proposito, di divieto o di ammissibilità. Fino ad oggi, manipolazioni genetiche di questo tipo erano state condotte solo su capre, pecore, maiali e polli. L'importanza scientifica di quanto è stato fatto nel Texas - con i relativi risvolti economico-pratici - risiede nel fatto che per i bovini le manipolazioni genetiche erano risultate sempre difficili per una serie di ragioni bio-fisiologiche. Ora, invece, le possibilità dell'ingegneria genetica applicata agli animali da allevamento diventano praticamente illimitate. Si potranno così avere manzi ad alto rendimento con indici di trasformazione del rapporto cibo ingerito-carne o latte prodotti estremamente elevati; bovini pressoché privi di grasso; mucche capaci di raddoppiare la normale produzione di latte. Il primo vitello «geneticamente ingegnerizzato» dai ricercatori del Texas nacque il 17 marzo '89. L'animale è ora un giovane toro nei cui cromosomi è contenuto un gene umano, l'«estrogen receptor gene», che Giancarlo Masini

Luoghi citati: San Francisco, Stati Uniti, Texas