Occhetto: superiamo i vecchi fronti del sì e del no di Adalberto Minucci

Ocihetto: superiamo i vecchi fronti del sì e del no Ocihetto: superiamo i vecchi fronti del sì e del no Dall'assemblea dell'opposizione, oggi ad Ariccia, la risposta al segretario ROMA. «Mi sembra che ci siano differenziazioni tra chi si è opposto. Una dialettica nuova che ci dice che ormai bisognerebbe andare oltre i vecchi schieramenti del "sì" e del "no"», dice Achille Occhetto speranzoso. Il segretario del pei ha notato che qualcosa si muove all'interno dell'opposizione. Ci sono dirigenti che dicono di non voler finire ingabbiati dentro la corrente che gli ingraiani sembrano intenzionati a formare. Si vedrà oggi, all'assemblea del fronte del «no» ad Ariccia, se i distinguo per ora solo accennati diventeranno espliciti. Ieri Occhetto, al Gr2, ha ripetuto con maggior fermezza del passato che non è il caso di costituire «dei partiti dentro il partito», proprio perché ha captato questo senso di fastidio che monta contro la rigida divisione in fronti contrapposti. E sempre ieri, forse per caso, la direzione ha dato una dimo¬ strazione di come possono lavorare proficuamente fianco a fianco dirigenti del «sì» e del «no» quando si passa alle cose da fare. Per la verità i due dirigenti, Bassolino e Minucci, sono entrambi dei «malpancisti», ovvero personaggi che stanno con una serie di riserve all'interno dei rispettivi schieramenti congressuali. E' comunque un fatto che tutti e due ieri hanno parlato esattamente lo stesso linguaggio a proposito delle lotte sociali. Antonio Bassolino, che sta con Occhetto pur avendo radici ingraiane, ha tracciato la linea del partito nei confronti dei problemi dei lavoratori in fabbrica. Adalberto Minucci, del fronte del «no» e responsabile per i problemi del lavoro, ha rivolto un appello ai socialisti e alla sinistra de perché si dissocino dalla scelta del governo e del ministro dell'Industria, di assecondare le tesi della Confindustria a proposito del rinnovo dei contratti. Il pei che vien fuori dalle parole dei due dirigenti, è un partito che in modo prioritario si incarica di rappresentare i lavoratori. Per Bassolino, la democrazia economica non è completa se non c'è anche democrazia sui luoghi di lavoro. Il sindacato deve smettere di far finta di niente e deve metter mano rapidamente ad un progetto per la rappresentanza operaia in fabbrica. Non è possibile che in tante aziende da otto, nove anni non siano eletti i delegati. Se non ci pensa il sindacato ci penseremo noi in Parlamento, ha detto Bassolino. Anche a proposito delle piccole imprese Bassolino ha fugato le incertezze che erano emerse nella posizione del pei: noi difendiamo fino in fondo i diritti dei lavoratori - ha detto quindi siamo d'accordo sulla legge per le piccole imprese così come è, e non vogliamo modificarla. Minucci ha aggiunto che il pei è contrario ad una applicazione «sistematica» della precettazione per i ferrovieri, perché bisogna ricordarsi che c'è la responsabilità del governo per la mancata realizzazione della riforma delle Ferrovie. Mentre Minucci e Bassolino ravvivano il ritratto di un pei che torna ad essere «partito di lotta», Occhetto si è incaricato di rispondere alle aperture che Craxi ha fatto giovedì nei suoi confronti. «Ha giudicato positiva la nostra svolta e naturalmente ritengo utile che ci sia questo giudizio positivo. Ha marcato una differenza che marco anch'io. Cioè la differenza tra la proposta di unità socialista e la nostra». Oggi, alla assemblea dell'opposizione, dovrebbe esserci anche Occhetto, invitato con tutta la segreteria. [a. rap.] Adalberto Minucci

Luoghi citati: Ariccia, Roma