«Figlio» di Guttuso vince in tribunale
In ballo un'eredità da 100 miliardi In ballo un'eredità da 100 miliardi «Figlio» di Guttuso vince in tribunale ROMA. Nuova puntata della te lenovela sul caso Guttuso. Antonello Cuzzaniti, il 39enne impiegato, sposato e padre di due bambine, entrato improvvisamente in scena tre anni fa dopo essersi riconosciuto in una specie di identikit fatto di lui sui giornali, ha vinto anche il terzo round della battaglia giudiziaria per ottenere di essere ufficialmente riconosciuto figlio naturale del pittore, prendere il suo cognome e venire quindi in possesso della sua favolosa eredità, valutata un centinaio di miliardi. Ieri la prima sezione civile della Cassazione ha infatti respinto il ricorso di Fabio Carapezza Guttuso, il figlio adottivo dell'artista e per ora suo unico erede, contro il verdetto della corte d'appello di Roma che aveva confermato la precedente decisione del tribunale. Ora potrà finalmente iniziare il giudizio di merito tra Cuzzaniti e Carapezza in cui si dovrà stabilire con assoluta certezza se Guttuso ha avuto o no un figlio segreto. E sarà, forse, ne¬ :vu:*| UVE | «111» | T T cessario riesumare la salma dell'artista e procedere all'esame del Dna su un bulbo dei capelli. In ballo c'è un'eredità che comprende due appartamenti a palazzo del Grillo a Roma, una villa a Velate (Varese), un altro appartamento-studio a Palermo, mobili di antiquariato, conti correnti bancari, azioni di società quotate in Borsa, ma soprattutto quadri. Nel suo ricorso alla magistratura romana Antonello Cuzzaniti, che dalla nascita soffre di un handicap che gli rende difficile la fluidità della parola, sosteneva di essere stato concepito nell'autunno del '50 in seguito ad una relazione tra la madre, Carla Piro, e Renato Guttuso, e di essere nato prematuro in una clinica di Roma il 18 maggio successivo. Il rapporto tra il pittore e la signora Piro era stato confermato dall'ex deputato comunista Antonello Trombadori, dall'ex modella dell'artista Lucia Vindigni e dalla contessa Marta Marzotto. (p. 1. f.l
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