I miliardi sprecati di Bari di Francesco Grignetti
Insufficienti l'aeroporto, i parcheggi e le strade per lo stadio Insufficienti l'aeroporto, i parcheggi e le strade per lo stadio I miliardi sprecati di Bari E non si vede neppure un turista BARI DAL NOSTRO INVIATO «Lo stadio è un gioiello, mi creda. Ma il resto... Beh, non mi faccia parlare». Paolo Laterza, avvocato civilista tra i maggiori di Bari, presidente dell'omonima casa editrice, è una voce importante della città pugliese. Un gioiello gettato tra le ortiche, avvocato Laterza? «Io non l'ho detto». No, non l'ha detto. Ma forse l'ha pensato. E con lui i baresi: delusi dal sorteggio che non ha portato turisti (qui, nella prima fase, giocheranno Camerun, Romania e Urss) e francamente arrabbiati con gli amministratori pubblici. I baresi hanno scoperto a loro spese, infatti, che s'è fatto uno stadio da 130 miliardi, ma non le strade e i parcheggi per arrivarci. E hanno letto ieri, sulle cronache locali, che anche l'aeroporto non funzionerà come promesso: la pista, allungata a suon di miliardi, non è funzionale; le apparecchiature per il volo strumentale, acquistate e regolarmente installate, non sono state collaudate. All'Air Camerun, che aveva chiesto di atterrare con i Jumbo per portare i suoi tifosi fino in città, è stato detto «no». Un brutto colpo per l'immagine della città, a cui tutti giustamente tengono molto. «Diventeremo la città più importante del Mezzogiorno», annuncia Luigi Farace, presidente della Camera di Commercio. Ma intanto la storia dell'aeroporto fa ridere la città intera, La pista di atterraggio è stata allungata di 160 m, RALLY DELL'ACROPOLI wmmmmmmiimmmmmmiKmmmmimm Sulle strade sterrate della Grecia vittoria all'equipaggio della Toyota costo 10 miliardi dell'ex Cassa per il Mezzogiorno. Non sono stati tagliati gli alberi tutt'intorno, però. E così i costosissimi 160 m in più sono inutilizzabili. E visto che non c'era spazio, e che un aereo lì comunque non poteva atterrare, sono rimasti al loro vecchio posto anche i terminali della radioassistenza, chiamati in gergo «Us». Niente Jumbo, insomma. Lo stadio disegnato da Renzo Piano, intanto, si fa ammirare in una pianura brulla alle porte della città. «C'è tutto il tempo per ammirarne i dettagli arrivando», raccontano i baresi con arguzia. Ci vogliono quasi due ore per approdare o uscire dai parcheggi, infatti. Hanno fatto la prova, a spese loro, nella partita inaugurale Bari-Milan. In futuro dovrebbe andare meglio, promettono gli assessori comunali: si sta lavorando a ritmo forsennato per ultimare gli svincoli e le segnalazioni. Intanto fanno appelli perché si vada allo stadio in gruppi di tre per macchina. Il calcolo è semplice: ci sono oltre 50 mila poltroncine allo stadio e 11 mila posti macchina, quasi nessun mezzo alternativo. «Arriveranno altri finanziamenti negli anni prossimi - promette il presidente della Camera di Commercio però, è vero, oggi le strade si chiudono ad imbuto appena si entra in città». Di fronte a questa situazione, Paolo Laterza non è indulgente. «La costruzione dello stadio - dice - è stata una corsa ad ostacoli. Una grande realizzazione che mi fa quasi parlare di genialità dei nostri imprenditori: i Matarrese, i Di Gennaro, gli Andidero. Ma è anche vero che era una vitale questione d'immagine per i grandi costruttori e per Matarrese. Direi quasi che s'è costruito il suo monumento, qui, il presidente della Federcalcio. Ma non s'è fatto nulla per la città». Bari, ogni giorno di più è strangolata dal traffico,, divisa in due dalla ferrovia e con auto parcheggiate dovunque. «I parcheggi sotterranei arriveranno fra qualche anno - dice Laterza né s'è pensato ad incrementare i tunnel sotto i binari. Non parliamo poi del degrado generale».Insomma, un disastro. Ricorda il problema del verde, Laterza: ogni cittadino di Bari, statistiche alla mano, «gode» di un centimetro quadrato di parco. Un aspetto totalmente trascurato, ieri e anche oggi. Mugugnano intanto i commercianti e gli albergatori. «Avete mai visto un turista camerunese o uno rumeno?», chiedono. Attivissimi, quando si tiene la Fiera del Levante, quelli del terziario, quasi del tutto indifferenti oggi. In fondo, però, la città, rinviate al futuro le speranze commerciali, si prepara a godersi le gare. Certo che se il Camerun facesse un miracolo nell'esordio, allora l'interesse crescerebbe. E chissà, magari i baresi potrebbero anche adottare la squadra africana. Sono simpatici e non rappresentano un pericolo per i nostri. Francesco Grignetti
Persone citate: Andidero, Luigi Farace, Matarrese, Paolo Laterza, Renzo Piano
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