Privatizzare ma con gli stranieri

Fracanzani e Nobili a Trieste. Il ministro assicura: le nomine si faranno presto Fracanzani e Nobili a Trieste. Il ministro assicura: le nomine si faranno presto Privatizzare, ma con gli stranieri /progetti per il Banco Roma trieste di quello che sanno e che io non dico». Liquidato così l'ex amministratore del Credit, il presidente dell'Iri ha poi parlato anche dell'istituto in questo momento al centro dell'interesse della holding pubblica: il Banco di Roma. La più piccola delle tre banche d'interesse nazionale è al centro dell'attenzione per due motivi. Da un lato sono sempre più insistenti le voci che danno per imminente la cessione del Banco di Perugia che l'istituto di credito romano possiede per il 70,54%. Le offerte più interessanti sarebbero quella della Banca Toscana e del Credito Romagnolo, disposti a pagare circa 80 miliardi. Nobili, però, ha affermato che della questione si occupano i diretti interessati e che la cessione non è all'ordine del giorno del comitato di presidenza Iri di oggi. Un'altra ipotesi a cui la holding pubblica potrebbe guardare è la fusione del Banco di Roma con la Cassa di Risparmio di Roma e il Banco di Santo Spirito. In Borsa il titolo ieri ha subito una leggera battuta d'arresto ma rimangono ancora notevoli i volumi scambiati (3276 milioni) e la quotazione (2730 lire, invariata rispetto alla precedente). Il presidente dell'Iri quindi non ha potuto che confermare l'esistenza di un progetto di fusione perché «nessuno può impedire alle persone di fare dei progetti». «Ma è evidente - ha aggiunto - che per noi il Banco di Roma riveste ancora un ruolo strategico». Infine Fracanzani ha aperto una parentesi sulle privatizzazioni su cui si è trovato «completamente d'accordo» il presidente dell'Iri, Nobili. Il ministro ha parlato delle privatizzazioni come della «soluzione più idonea» per risolvere ì problemi delle piccole e medie imprese e anche per rendere migliore la «qualità della vita» dei cittadini. Esistono possibilità di cessioni e acquisti in una logica rigorosamente economica — ha detto Fracanzani — bisogna però conservare un margine di flessibilità su certi parametri. Mentre non vedo possibilità di privatizzazioni di carattere generale perché questo presupporrebbe l'esistenza di grandi risorse, provocherebbe la svendita delle aziende pubbliche ai grandi gruppi italiani favorendone la concentrazione, oppure significherebbe farci colonizzare dalle multinazionali straniere. Proprio quello che siamo iusciti a evitare con la Sme». DAL NOSTRO INVIATO Sul versante delle nomine dovrebbe essere ormai tutto pronto per Iri, Eni ed Efim. Lo ha affermato il ministro delle Partecipazioni statali Carlo Fracanzani dicendo che «per quel che ci compete le nomine arriveranno presto». E' una conferma delle voci che ieri davano per raggiunto l'accordo politico sul rinnovo dei vertici delle aziende a partecipazione statale. Toccherà ora al Consiglio dei ministri che è stato rinviato alla prossima settimana (per la coincidenza con l'inizio dei Mondiali di calcio) occuparsene. Fracanzani, che era ieri a Trieste per la conferenza internazionale organizzata dall'Ocse e dalla Spi - la finanziaria del gruppo Iri- sull'innovazione e lo sviluppo imprenditoriale nelle piccole e medie imprese, ha poi aggiunto che le Partecipazioni statali procederanno «con maggiore celerità rispetto a quelli che sono i tempi medi per le nomine». Rimane invece ancora molto da fare sul versante delle nomine bancarie; anche in questo caso se ne riparlerà la prossima settimana, quando verrà convocato il Cicr, Comitato interministeriale per il credito e il risparmio. A Trieste c'era anche Franco Nobili, presidente dell'Iri, che ha colto l'occasione per rispondere all'attacco lanciatogli in un'intervista dall'amministratore delegato del Credito Italiano. Il peggior presidente dell'Iri degli ultimi anni, lo aveva defi/ nito Rondelli. E Nobili, di rimando: «Ho preso atto di questo giudizio. Io normalmente non giudico gli altri. Si vede, invece, che gli altri lo fanno. Mentre farebbero bene anche a giudicare se stessi, in funzione La Flavia Amabile Cee consente che Franco Nobili, presidente dell'Iri la Rai e la Telettra ricevano fondi governativi ECONOMIA FLASH m Utile Imi a 310 miliardi Un utile netto di 310,4 miliardi contro i 300 dell'anno precedente e un dividendo complessivo pari a 95 miliardi. Sono questi alcuni dei dati principali del bilancio per l'esercizio 1989-90, chiuso al 31 marzo, dell'Imi esaminato ieri dal consiglio di amministrazione dell'istituto. Dal bilancio consolidato emerge un utile netto di 516,4 miliardi, con un ulteriore rafforzamento patrimoniale del gruppo: capitale e riserve ammontano infatti a 4986,4 miliardi e tenendo conto dei fondi rischi si raggiunge la cifra globale di 5964,9 miliardi. Alla fine dell'esercizio 1989-90, il totale dei finanziamenti in essere era di 35.072 miliardi, con un aumento del 9,8% rispetto al 31 marzo 1989. In particolare, la consistenza degli impieghi sull'interno a medio e lungo termine si è incrementata del 14,1%. Il flusso di nuove erogazioni ha raggiunto i 9.172 miliardi ( +11,6%) mentre le nuove stipulazioni sono ammontate a 9.589 miliardi ( + 13,6%). La provvista in essere al 31 marzo 1990 era di 26.832 miliardi ( + 8,6%). mmm Emissione Comit per la Francia La Banca Commerciale Italiana ha lanciato con successo come capofila di un consorzio di banche e finanziarie internazionali un'emissione eurobbligazionaria della Electricité de France di 150 miliardi di eurolire a 5 anni, garantita dalla Repubblica francese. Il tasso di interesse è stato fissato al 12,375% con un prezzo di emissione di 102,20%. Le obbligazioni avranno scadenza 3 luglio 1995 e saranno quotate alla Borsa di Lussemburgo. ■h Lo yen debole colpisce Vuitton Secondo il presidente della Lvmh (Louis Vuitton-Moèt Hennessy) il calo dello yen e la difficoltà nelle forniture limiterà la crescita dei profitti della società neM990 al 15%, rispetto al 46% registrato nel 1989. Il presidente Arnault ha annunciato che il 1990 sarà un anno «diffìcile» per il gruppo a causa della forte dipendenza degli utili dalle esportazioni, specie verso il Giappone. «Il calo dello yen ci renderà tutto più difficile», ha detto.

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