Alla vigilia del voto inchieste e accuse

Alla vigilia del voto inchieste e accuse Alla vigilia del voto inchieste e accuse Resa dei conti a Praga Come chi le abita, anche le palazzine bianche che sovrastano la via Rudinova portano la divisa. Un'uniforme di balaustre in marmo insolitamente alte; dietro le quali appena si scorgono finestre oblunghe dai vetri bruniti; case da Nomenklatura, ma di una Nomenklatura particolare, dice quell'architettura circospetta e militarizzata che occulta gli inquilini: i gerarchi della «StB», la polizia segreta del vecchio regime. Dentro quel bunker residenziale si svolge, da tre mesi, un raffinato supplizio. Per ordine del governo gli estebazi (da StB) devono restare in casa dalle 8 alle 17, l'orario d'ufficio, in attesa della telefonata che li convocherà al ministero dell'Interno. Allora si precipiteranno là con il cuore in gola per giocarsi tutto - stipendio, casa, futuro in un interrogatorio a ruoli invertiti. A giudicarli saranno una dozzina di dissidenti che ancora sei mesi fa gli attuali inquisiti potevano stritolare con un ordine, botte, arresto, o altre vessazioni estese alle famiglie. Le commissioni d'inchiesta hanno già radiato in massa alcune migliaia di estebazi della sezione seconda (Lotta al nemico interno), e con l'aiuto di uno schedario uscito dal ministero dell'Interno, che ne era molto PRAGA geloso, hanno identificato molti quadri operativi. Per esempio nella foto del maggiore Zak è stato riconosciuto Bezprsty, l'ufficiale che conduceva gli interrogatori duri. I radiati ora presentano ricorsi in tribunale e petizioni al ministro; i più fortunati trovano un impiego, e chissà quale, nei campi militari delle truppe sovietiche. Tra color che son sospesi, alcuni stanno perdendo la testa: come quell'estebazi che a notte fonda ha bussato alla porta di un vecchio dissidente, ora alto dignitario del governo, e tra i singhiozzi l'ha supplicato di aiutarlo. Tanta paura è giustificata, la resa dei conti sembra appena agli inizi. Ieri è stato arrestato Vasil Bilak, l'ex ideologo del pc che nell'agosto '68, con una lettera pubblicata dalla Pravda, chiese l'intervento fraterno del Patto di Varsavia, ovvero l'invasione della Cecoslovacchia, avvenuta pochi giorni dopo. Ora rischia 10 anni. Per appropriazione indebita e esportazione di valuta ieri sono stati interrogati altri notabili del vecchio pc : Jakes, l'ex segretario, Lenhart, Hegenbart, Samel e Husak, l'ex capo dello Stato. Eppure quando la giustizia punta verso i vertici della StB, si imbatte in un buio pesante come la notte che adesso sta avvolgendo le case della Rudinova. L'omertà delle gerarchie finora è stata così salda che il mi¬ DAL NOSTRO INVIATO nistero dell'Interno non è riuscito neppure a decrittare la lista degli appartamenti imbottiti di «pulci»: i nomi degli spiati sono in codice e nessuno ha trovato la chiave. In compenso sono saltate fuori micro-spie di tecnologia recente in casa di Ian Urban, il leader del Forum, e di Jiri Dienstbier, il ministro degli Esteri. Grandi come una batteria da orologio, murate, collegate ad una centralina delle dimensioni di un pacchetto di fiammiferi nascosta nel palazzo e attivabile a comando: utilizzabili, forse utilizzate anche di recente. Pare che i fascicoli degli alti ufficiali della StB siano misteriosamente spariti dal gigantesco archivio del ministero dell'Interno, dove però si potrebbe ancora leggere la storia di infiniti complotti e insospettati tradimenti: una bomba innescata che toglie i sonni a migliaia di cecoslovacchi. Ma per ora a pagare sono alcuni cadaveri politici, come Bilak, e soprattutto quanti tra gli informatori della Stb («Almeno 140 mila», secondo il portavoce di Havel, Michael Zantovsky), hanno avuto la pessima idea di mettersi in politica. Il loro incubo si chiama Lustrace, trasparenza, termine che riassume l'impegno di ciascun partito a fare pulizia in casa con l'aiuto dell'archivio del ministero dell'Interno. Non tutte le 23 liste in lizza, pare, ne hanno approfittato per garantire all'elettorato l'onorabilità dei propri candidati. L'ha fatto il Forum, il movimento-partito di Vaclav Havel, con risultati dolorosi. Un noto avvocato di Charta 77, uno che non indietreggiava mai davanti ai tribunali del regime, è stato invitato a mettersi da parte. Per non rovinarlo, il Forum non ha depennato il suo nome dai manifesti elettorali, del resto già stampati: ma rinuncerà al seggio. Per motivi di salute è stato costretto a congedarsi anche un ministro senza portafoglio del governo federale. Ex giornalista della radio nel '68, cacciato dopo l'invasione, arrestato, costretto a lavorare come gruista, ridotto al rango di non persona. Poi ricompare d'improvviso, in una fredda notte di dicembre, quando sbuca dal buio che avvolge il penitenziario di Rucine e si lancia al collo di un chartista appena scarcerato, un vecchio amico: «Finalmente quei cani t'hanno liberato». Sono giorni tumultuosi e l'uomo fa carriera in fretta, è intelligente ed ha un passato da perseguitato. Finché non salta fuori il suo fascicolo: attesta un tradimento ben pagato. Gli hanno promesso che nessuno saprà. Infine ieri l'epidemia ha colpito nientemeno che il vicepresidente del Parlamento, Bartoncik, che è anche presidente di uno dei tre partiti coalizzati nel¬ l'Unione democristiana. Un malore improvviso, in mattinata. Ma ieri sera il vice ministro degli Interni Rumi ha intimato a Bartoncik di dimettersi «altrimenti sarà costretto a rendere pubbliche le prove che ha». La lustrace è mortale per le carriere politiche. E' un oceano dagli infiniti recessi e dalle infinite sorprese, l'archivio ministeriale. E. Richard Sacher, l'attuale ministro dell'Interno, diventandone il custode è diventato anche il custode del proprio fascicolo. Esponente del Partito Popolare, lo stesso di Bartoncik, il ministro è da settimane al centro di un caso politico: una commissione parlamentare gli ha contestato di circondarsi di alti papaveri della StB; Havel l'ha scavalcato insediando a maggio quell'Istituto per la difesa della costituzione che in realtà ha un solo compito, ripulire polizia e StB. A chi lo accusa di mancanza di rigore, Sacher replica con il dilemma, artificioso o no, che ora spacca le società post-comuniste: se decapitiamo gli apparati che puntellavano il vecchio regime, a chi affideremo la sicurezza interna? Alcuni fatti hanno agevolato la difesa del ministro. Solo l'intervento dei berretti rossi, le ex squadre antisommossa create per schiantare la protesta in piazza, ha fermato le rivolte nelle carceri

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Praga