«A Palermo non comando solo io»

L'ombra di don Vito anche su alcune imprese che ancora gestiscono appalti comunali L'ombra di don Vito anche su alcune imprese che ancora gestiscono appalti comunali «A Palermo non comando solo io» Show di Ciancimino che annuncia nuove rivelazioni plessità si è aggiunta la notizia delle indagini su una fidejussione di 7 miliardi, firmata a suo tempo dal conte Vaselli, titolare dell'impresa coinvolta nell'ultimo scandalo Ciancimino (la Ices), in favore della Cosi, vincitrice della gara d'appalto per la manutenzione stradale e delle fogne. Nella precisazione della Procura, qualcuno ha voluto vedere anche una sorta di «censura» dei giudici, nei confronti dell'operato di Orlando. Forse una prova della contrapposizione recente tra l'ex sindaco e Giovanni Falcone, accusato, insieme coi colleghi del Palazzo di Giustizia, di «tenere nei cassetti» le carte sui delitti politici di Palermo. Ma anche questa sembra soltanto frutto di «malpensanti». Chi conosce i personaggi, infatti, sa bene che né Orlando intendeva lanciare accuse indiscriminante di insabbiamento delle indagini, né Falcone è uomo capace di conseguire «vendette», utilizzando le inchieste antimafia. Il clima generale, comunque, è reso più incandescente dalla «mina vagante» rappresentata da Ciancimino. Giunto, ieri mattina, in manette, davanti al tribunale che dovrà giudicarlo (insieme con altri tre ex sindaci, amministratori e tecnici del Comune), sempre per vicende legate agli appalti pubblici, si è prodotto in una «sceneggiata» per i giornalisti. Ha esordito chiedendo al presidente del tri¬ bunale di «voler lasciare in aula fotografi e cameramens». Poi ha chiesto ai cronisti più vicini cosa avessero scritto i giornali sul suo arresto. Informato che era stato definito un «burattinaio», ha sibilato: «Da solo?». Un cedimento durato soltanto un attimo. Don Vito si è ripreso, glissando le domande e rimandando tutti alla ripresa del processo, sospeso per l'assenza di un membro della Corte, che ricomincerà il 12. Lo show di don Vito è ripreso nel pomeriggio, quando è stato sentito dai magistrati del pool antimafia che conducono l'inchiesta sugli appalti «truccati» dell'acquedotto municipale. L'ex sindaco ha osato ancora l'ironia. «Il mio mestiere — ha detto — è quello dell'imputato». Poi, sorridendo, ha corretto: «No, io faccio l'imprenditore». Insieme con lui sono stati interrogati anche i funzionari dell'Amap incriminati per associazione a delinquere, peculato ed abusi. E mentre i giudici accelerano il passo dell'inchiesta, i carabinieri allargano lo sguardo sulle imprese entrate in contatto con l'amministrazione comunale dell'esacolore. Si tratta di aziende che si sono aggiudicate gare d'asta per centinaia di miliardi. Un altro rapporto sugli appalti per la manutenzione di alcuni edifici scolastici è stato presentato all'inizio del mese di maggio. Si attendono gli sviluppi, [f. 1. L] Il giudice Giovanni Falcone con la scorta ta al suo arrivo nel palazzo di giustizia di P

Persone citate: Ciancimino, Giovanni Falcone, Giunto, Vaselli

Luoghi citati: Palermo