Oggi la legge anti-Cobas sugli scioperi di Gian Carlo Fossi
Oggi la legge anti-Cobas sugli scioperi Oggi la legge anti-Cobas sugli scioperi Bernini: e se non basta, dovrà intervenire la magistratura ROMA. La legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali sarà approvata oggi definitivamente dalla commissione Lavoro del Senato in sede deliberante. Forse potrà entrare in vigore in tempo per fermare la nuova ondata di scioperi minacciati dai Cobas macchinisti a partire da metà mese. In nessun caso però - avverte il ministro dei Trasporti Carlo Bernini, il Paese resterà disarmato. Se la legge sarà esecutiva, si potrà attuare la precettazione in tempi rapidi, dandone comunicazione anche attraverso la radio, la televisione, i quotidiani nazionali e locali. Questa procedura, evidentemente, annulla l'arma dello sciopero a sorpresa. In caso contrario, precisa il ministro, potrà intervenire la magistratrura con una ondata di denunce per interruzione di pubblico servizio e violazione del codice di autoregolamentazione, che è stato l ► firmato anche da loro. Nei confronti dei ribelli, cioè, potrebbe essere applicato l'articolo 340 del codice penale che dispone: «Chiunque, fuori dei casi previsti da particolari disposizioni di legge, cagiona una interruzione o turba la regolarità di un ufficio o servizio pubblico o di un servizio di pubblica necessità è punito cori la reclusione fino ad un anno. I capi, i promotori od organizzatori sono puniti con la reclusione da uno a cinque anni». «Mi rendo conto - osserva Bernini - che non si può precettare all'infinito, ma bisogna considerare che quella attuale è una vera emergenza. Sono il primo a sapere che i provvedimenti adottati in questi giorni, utili alla collettività, non risolvono il problema, che deve invece essere affrontato in una sede diversa e dagli interlocutori naturali della vertenza». Secondo Berninil'azione dei Co¬ bas è sproporzionata: di fronte ad una vertenza già chiusa, anche se in modo ritenuto da loro insoddisfacente, «la risposta non può essere una raffica di astensioni dal lavoro, invece che la ricerca di altre vie normali e pacifiche». Il governo, dunque, non abbassa la guardia e si appresta a prendere decisioni sulla sostituzione dell'amministratore straordinario dimissionario Schimberni e sul futuro assetto delle ferrovie. Non è ancora chiaro, però, se sarà nominato un nuovo commissario o si proceda alla ricostituzione degli organi amministrativi normali in base alla vecchia legge in attesa della nuova. «Mi auguro comunque - sottolinea Bernini che si possa avere presto un presidente effettivo». Allo scontro con i Cobas e alle prospettive del sindacato nell'Europa che cambia, si lega strettamente un'iniziativa in- teressante presa dalla Fondazione Brodolini per rilanciare il processo unitario. «Cgil, Cisl e Uil - sostiene il presidente Piero Boni - non hanno scelta: o stipulano un patto per ridare vigore all'unità, oppure il loro destino sarà quello di lasciare sempre più spazio ai Cobas». Da qualche mese la Fondazione ha sottopposto la questione ad un gruppo di sindacalisti e il 27 giugno terrà un convegno, al quale parteciperanno 73 dirigenti di Cgil-Cisl-Uil, da Del Turco e Cazzola a D'Antoni e Gabaglio, a Veronese e Fontanella Una specie di «cartello dei 73» che si colloca su posizioni opposte a quelle dei 39 comunisti contestatori della Cgil. Mentre si attendono le ulteriori mosse dei Cobas delle ferrovie, i ribelli delle banche annunciano che decideranno agitazioni lunedì prossimo. Gian Carlo Fossi ì
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