Ciampi scuote i recinti di Piazza Affari

Listino ai massimi e corsa al reddito fìsso: ma per il governatore la finanza italiana resta debole Listino ai massimi e corsa al reddito fìsso: ma per il governatore la finanza italiana resta debole Ciampi scuote i recinti di Piazza Affari Più efficienza o la Borsa si farà a Londra MILANO. Piazza Affari viaggia ai ritmi dei tempi buoni. Anche questa settimana, nonostante le polemiche sulle nomine al Credit e in Comit e le voci sulla salute di Cuccia, l'indice segna un nuovo massimo dell'anno con un progresso dell'1,39%. Sul fronte dei titoli di Stato le buone notizie sono all'ordine del giorno anche se i rendimenti si sono ridotti. Gli stranieri fanno a gara nel corteggiare quel mercato che, • solo pochi mesi fa, veniva etichettato come «la pantera all'italiana» (definizione del «Financial Times»), con evidente riferimento alla fiera che s'aggira nella campagna romana. Si sa che esiste, ma nulla più. Adesso, tante perplessità sono svanite. Ma i limiti di Piazza Affari restano. E Ciampi li ha sottolineati con la nuda crudeltà delle cifre. Un'analisi da cui risultano alcune amare realtà: il listino italiano, fermo a leggi del 1913, rischia di venir appaltato alle Borse più efficienti (ove vige il doppio prezzo, di domanda e di offerta, maggior trasparenza e commissioni più basse); il risparmio delle famiglie rallenta; per reggere alla sfida dell'estero ci vuole competenza perché il pubblico italiano dimostra una grande mobilità; sul fronte dei Bot si è ormai giunti a primati mondiali (il 30% dei quattrini risparmiati dagli italiani è collocato nel reddito fisso) e molto di più non si può fare. «Nel 1989 - si legge nella relazione che accompagna le considerazioni del governatore sonò aumentati i titoli italiani quotati sia direttamente sia attraverso certificati sostitutivi dei titoli medesimi, sui mercati esteri». Di quanto? «Alla fine di dicembre sul mercato londinese venivano scambiati i titoli ordinari di undici tra le maggiori società italiane. Nel primo semestre la media del rapporto tra il volume degli scambi effettuato a Londra e quello realizzato a Milano ha oscillato tra il 6,4 di gennaio e il 20% di marzo. Nella seconda parte dell'anno tali valori sono ulteriormente aumentati raggiungendo il 42% a dicembre». Di fronte a queste cifre non resta che reclamare, come fa la Banca d'Italia (peccato che tanta energia non sia stata spesa anche in passato), la «rilevanza e l'urgenza» della riforma della struttura dei mercati finanziari italiani. Stavolta, insomma, l'emergenza in cui vive il mercato borsistico e l'arretratezza del sistema finanziario in genere sono balzati in vetta alle preoccupazioni delle autorità monetarie. Il motivo è semplice. L'apertura delle frontiere finanziarie all'interno della Cee è destinata a far saltare comode posizioni di rendita per tutti: banche, aziende, intermediari. I profitti dovranno venire sempre di più dall'attività di intermediazione e di rischio. E i margini di crescita spontanea sono destinati a ridursi, aggiunge la Banca d'Italia, avanzando alcune cifre. Innanzitutto, gli italiani risparmiano di meno. Nel corso dell'89 le famiglie hanno accumulato 162 mila miliardi in attività finanziarie. E' una bella cifra, ma inferiore di 7 mila miliardi a quella del 1988. Rispetto alla cifra iniziale la crescita è stata del 13,4% contro il 16,3 dell'anno prima. Non solo. Si tratta di un risparmio comunque viziato dagli alti rendimenti offerti sul fronte dei titoli di Stato. Il rendimento reale (ov ITALIA REGNO UNIV GIAPPONE ^ [V $5STA 1981 1982 1983 1984 1985 1986 1987 1988 1989 I governatore Carlo Azeglio Ciampi britannica Hoare Govett lancerà un fondo specializzato sulle popolari del Ristretto; la Sumitomo, attraverso la banca del Gottardo ha già avviato l'iter per lanciare assieme a Pastorino la prima Sim; Morgan Stanley figura ormai tra i grandi operatori del mercato secondario. Gli analisti della società statunitense sono convinti che «la Borsa italiana realizzerà una delle migliori performance da qui al 1992». Più in particolare la Salomon prevede che entro la fine di quest'anno l'indice Comit toccherà gli 800 punti, grazie, soprattutto, al favorevole andamento dei titoli bancari, cementieri e telecomunicazioni. Da che cosa è alimentato questo ottimismo? Innanzitutto, i progetti di legge di riforma del mercato (opa, insider trading, intermediari) una volta approvati renderanno più efficiente e trasparente il mercato. Altri elementi importanti sono: il basso rapporto prezzo-cash flow dei titoli italiani rispetto alle altre borse europee, la prospettiva di un aumento del numero delle società quotate soprattutto di piccole e medie dimensioni, la generale sottovalutazione del mercato azionario, la solidità dell'economia e del tessuto industriale. Certo, nell'analisi di lungo periodò, permangono alcuni elementi di incertezza connessi alla mole del deficit pubblico e all'imprevedibile dinamica dei tassi di interesse. Ma la Salomon, per i prossimi diciotto mesi, prevede un graduale calo dei tassi e dell'inflazione. Quali sono le occasioni da cogliere? La investment bank ha scelto un pugno di titoli su cui scommettere. I settori individuati sono quelli bancario, telecomunicazioni e cementiero, mentre trascura quello assicurativo. Particolarmente favorevoli, secondo il rapporto, sono gli investimenti nel cemento e nelle banche. «I bilanci dei maggiori produttori cementieri - sostiene il rapporto - sono estremamente solidi, presentano una forte liquidità netta e assenza di indebitamenti». In questo comparto vengono indicati i titoli Italcementi e Unicem. I bancari sono favoriti dal clima di forte cambiamento del settore. I preferiti dalla Salomon sono: Comit, Credit, Ambroveneto. I forti investimenti previsti, i probabili aumenti di tariffe, le consistenti spinte alla modernizzazione sono alla base delle buone prospettive delle telecomunicazioni. C'è, comunque, qualche preoccupazione per l'alto livello di indebitamento della Sip. Valutazioni positive per Stet, Sirti e Italcable. II settore assicurativo non è considerato attraente in quanto condizionato da numerosi problemi e soprattutto dalla forte presenza statale nella previdenza sociale. La Salomon raccomanda solo la Toro in quanto i titoli di questa società hanno un prive earning conveniente e «ha il vantaggio di far parte del gruppo Fiat». La Salomon, infine, segnala come titoli su cui puntare anche l'Eridania (alimentare) e la Sasib (meccanica), [r.g.] ITALIA REGNO UNITO [V GIAPPONE $5jr^FRANCIA CANADA STATI UNITI GERMANIA FED. 1990 Fonte: BANCA D'ITALIA

Persone citate: Carlo Azeglio Ciampi, Ciampi, Cuccia, Hoare, Morgan Stanley, Pastorino

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