Mosca vuole i Caschi blu d'Europa

Per accettare la Germania nella Nato, Gorbaciov chiede anche una «garanzia militare» Per accettare la Germania nella Nato, Gorbaciov chiede anche una «garanzia militare» Mosca vuole i Caschi blu d'Europa Il leader russo cita Sacharov, «un uomo senza dogmi» Shevardnadze: vogliamo la pace in Medio Oriente 1 Dopo la pace armata è quasi alleanza DAL NOSTRO CORRISPONDENTE «Se volete che la Germania resti nella Nato, perché non ci fate entrare anche l'Urss, in modo che la Nato diventi un sistema di sicurezza paneuropeo?». Con questa paradossale domanda, Evgeni Primakov, l'uomo di cui si parla come del prossimo ministro degli Esteri sovietico nel caso che Shevardnadze divenga premier, ha riassunto ieri il tema principale dell'ultimo giorno del summit. A Camp David nel Maryland, Gorbaciov era in quel momento tète-à-tète con Bush sul nuovo ordine in Europa. E nella contigua casina di caccia, il segretario di Stato Usa Baker e il consigliere della sicurezza nazionale Scowcroft discutevano con Shevardnadze e il maresciallo Akromeiev della riduzione delle armi convenzionali dei due blocchi. Sette anni fa, passeggiando nei boschi di Ginevra, due negoziatori, l'americano Paul Nitze e il sovietico Kvitinski, crearono le premesse del disarmo nucleare europeo. Forse ieri, passeggiando nei boschi dei monti Catoctin, Bush e Gorbaciov hanno gettato le basi di un compromesso Usa-Urss sull'unificazione delle due Germanie e sulla Nato e il Patto di Varsavia. All'apertura dei lavori, in un clima di fiducia dopo gli accordi sui missili balistici e sui ACCORDO WASHINGTON commerci, alla domanda di un giornalista, Gorbaciov ha risposto: «Oggi analizzeremo i punti caldi del mondo». «Mi meraviglierei molto se non vi fosse inclusa la questione tedesca», ha commentato Baker. E Shevardnadze: «Siamo pronti a firmare i tagli agli arsenali convenzionali in Europa». Dalle poche indiscrezioni trapelate da Camp David, il piano sovietico s'impernierebbe «su una comune casa europea anche militare», un'Europa delle forze armate. Il punto d'arrivo finale sarebbe un Consiglio permanente di sicurezza paneuropeo da cui, ha dichiarato il responsabile della politica estera del Comitato centrale Viktor Falin, dipenderebbero o un esercito congiunto o eserciti coordinati «nell'interesse della stabilità dell'intera Europa». Falin non ha precisato se l'Urss, per prevenire a tutti i costi un'eventuale minaccia bellica tedesca, pensi a una sorta di caschi blu europei, ha solo insistito che le forze armate nazionali passerebbero in secondo piano. Ha aggiunto che nel periodo transitorio precedent/e la formazione di questo Consiglio, la Germania unita dovrebbe far parte sia della Nato sia del Patto di Varsavia e rinunciare per sempre alle armi nucleari. Pur esprimendo concetti analoghi, Primakov ha indicato che nella fase iniziale l'Urss ac¬ Bush e Gorbaciov a Camp David caldi» di cui ha parlato Gorbaciov. Nella carrellata dei due presidenti sulle crisi regionali, subito dopo l'Europa è emerso il Medio Oriente. Shevardnadze, che a un certo punto si è unito a loro con Baker, ha dichiarato che «l'impegno dell'Urss alla pace tra arabi e Israele è identico a quello americano». Bush e Gorbaciov si sono soffermati anche su Afghanistan e America Centrale, aree in cui le superpotenze sono più esposte, alla ricerca di un nuovo ordine internazionale che li liberi dagli oneri più gravosi. I portavoce hanno ammonito che qualunque decisione emerga dalla giornata conclusiva del vertice, i negoziati saranno lunghi e complessi. Bush e Gorbaciov, hanno spiegato, si sono parlati «senza bellicosità ma con franchezza». Più che raggiungere un'intesa, hanno proseguito, era però importante per i due leader impostare il lavoro futuro. Il valore di questo summit, hanno concluso, non è riassunto tanto dalla firma degli accordi, anche se alcuni erano molto importanti, come quello preliminare sulla riduzione delle armi strategiche. E' riassunto piuttosto dal clima di collaborazione che si è stabilito tra gli Usa e l'Urss. L'era del confronto tra le superpotenze è finita, hanno detto i portavoce. Stato tedesco». Citando il premio Nobel della pace Sakharov, Gorbaciov ha invitato Bush «a non lasciarsi imprigionare negli schemi»: ad andargli incontro nella ricerca di «soluzioni coraggiose». La risposta americana non è ancora nota, gli Usa sono su posizioni assai lontane. Ma i due presidenti potrebbero annunciare oggi quanta strada abbiano percorso insieme nella passeggiata di Camp David. Sono attesi anche annunci su loro eventuali iniziative per i «punti cetterebbe forse una partecipazione tedesca alle sole strutture politiche, non militari della Nato. Nel discorso al banchetto all'ambasciata sovietica in onore di Bush, Gorbaciov ha evitato di discutere del piano. Ma ha lasciato intendere che è negoziabile: «Il processo di unificazione delle due Germanie e quello della comune casa europea devono essere paralleli. In questa fase di passaggio, le quattro potenze vincitrici della Seconda guerra mondiale devono conservare i loro diritti sullo Ennio Carette