Un accordo capestro per il Cremlino di Enrico Singer

Libera emigrazione e Baltico: due ostacoli alle facilitazioni commerciali Usa Libera emigrazione e Baltico: due ostacoli alle facilitazioni commerciali Usa Un accordo capestro per il Cremlino Ma Gorbaciovpuò esibirlo a Mosca come un successo Ore contateperRyzbkov: un premier non comunista? WASHINGTON DAL NOSTRO INVIATO la perestrojka». Certo, le intese sulle armi sono «storiche», aprono quella «nuova era di pace che uomini di coraggio come Sacharov hanno auspicato», dice ancora il capo del Cremlino. Ma alla gente in coda davanti ai negozi semivuoti dell'Urss, Gorbaciov vuole presentare qualche risultato tangibile del vertice con Bush. L'accordo commerciale, in realtà, è ancora un'arma soltanto psicologica nelle mani del Presidente sovietico. E' stato firmato, sì, ma gli americani lo hanno sottoposto a una doppia «post-condizione»: il varo della legge sulla libera emigrazione dall'Urss e un progresso sulla questione baltica. La prima è stata annunciata ufficialmente da Bush: il «trade agreement» rimarrà soltanto un pezzo di carta senza libertà di emigrazione per gli ebrei sovietici, in particolare, e pei" chiunque voglia lasciare l'Urss. La seconda è implicita, ma il Congresso la farà di sicuro pesare per concedere all'Urss quella clausola della «nazione favorita» negli scambi che conferirebbe all'accordo dei contenuti molto più consistenti per Mosca. Il vero successo ottenuto da Gorbaciov a Washington è proprio questo rovesciamento dei tempi: subito un trattato da riportare firmato in patria, poi i passi necessari per dargli sostanza. E' la prova che Bush ha volu¬ Quando il tenore Zurab Sotkilava è sceso dal palco e ha cominciato a cantare «Funiculì, funiculà», Michail Gorbaciov si è finalmente sciolto. La signora Barbara Bush già ballava sulla poltrona nella prima fila del salone dell'ambasciata sovietica e anche il capo del Cremlino ha cominciato a scandire il ritmo della musica con le mani e ha tentato di seguire le parole della canzone. La tensione del summit, il confronto sulla Germania e sulle armi nucleari, la lite sulla Lituania, tutto sembrava già archiviato, travolto da quello che il capo del Cremlino considera un suo nuovo successo internazionale. Una spinta che dovrebbe consentirgli di affrontare con maggiore slancio la battaglia che lo attende fra due giorni a Mosca. Il successo più importante della sua missione a Washington, Gorbaciov lo aveva sottolineato un attimo prima nel brindisi ufficiale: «L'accordo commerciale che abbiamo firmato assume un valore particolare proprio perché è stato concluso in un momento di cambiamenti drammatici in Unione Sovietica». Per questo c'è soddisfazione e c'è una grande speranza: «Mi auguro che il popolo dell'Urss apprezzerà questo accordo cruciale per il futuro del¬ to aiutare al massimo Gorbaciov, che ha voluto rafforzarlo nello scontro interno. Ma i risultati benefici dell'accordo commerciale non sono davvero per domani. In più, secondo gli esperti economici americani, anche quando il «trade agreement» sarà operativo i suoi effetti saranno limitati per l'economia sovietica. Oggi lo scambio tra i due Paesi ha un volume complessivo di 5 miliardi di dollari: un miliardo è rappresentato dalle esportazioni dell'Urss (vodka, pellicce e caviale), quattro miliardi è il valore del grano venduto dagli Usa. E proprio il rinnovo di un contratto quinquennale di importazione di grano (contenuto nell'accordo generale) è stata la contropartita reale che Gorbaciov ha offerto a Bush per convincerlo a firmare subito. Ma anche con tutti questi limiti, il «trade agreement» si annuncia come il principale asso nella manica che il capo del Cremlino potrà estrarre a Mosca. Nella delegazione sovietica si ipotizza che Gorbaciov pronuncerà un nuovo appello televisivo al Paese martedì sera e che aprirà il suo discorso proprio con una «relazione sui successi del summit». Ma il Presidente dovrebbe anche annunciare le prime misure concrete per arginare l'ondata di sfiducia e di panico sollevata dal progetto di riforma economica che il gover¬ no di Nikolai Ryzhkov ha presentato alla vigilia della partenza di Gorbaciov per l'America. E, a questo punto, le indicazioni sono convergenti: le ore di Ryzhkov a capo del governo sono contate. L'economista Stanislav Shatalin, che è membro del Consiglio presidenziale, ha detto che su molti punti del progetto di riforma Gorbaciov non era d'accordo con il premier, che «sono stati commessi degli errori e che gli errori vanno pagati». La condanna di Ryzhkov così è pronunciata. Resta da vedere chi sarà scelto come nuovo primo ministro e, tra le voci che circolano, ce n'è anche una clamorosa: Gorbaciov potrebbe nominare premier un «tecnico senza la tessera del pcus in tasca». Sarebbe una svolta senza precedenti, un altro taglio con settantanni di potere comunista. Ma questa è soltanto una voce. Stanislav Shatalin ha, invece, detto apertamente che «il nuovo piano di riforma economica non sarà pronto prima di settembre» e questo lascia prevedere che sarà annullata anche la decisione dell'aumento del prezzo del pane che - come aveva annunciato il governo Ryzhkov - doveva scattare già dal primo luglio. Shatalin ha anche sconfessato l'idea del referendum sulla riforma. Enrico Singer Attivisti democratici russi manifestano la loro solidarietà alla causa della Lituania [fotoap]