Il terzo dopoguerra di Furio Colombo

Il terzo dopoguerra Da martedì su Raidue trasmissione di Furio Colombo Il terzo dopoguerra Testimoni del post-comunismo ROMA. Un ampio seminario televisivo, articolato in quattro appuntamenti consecutivi e costruito su dodici conversazioni: Furio Colombo propone una riflessione ad alto livello sul senso profondo degli avvenimenti che si sono succeduti nel 1989, a partire da martedì prossimo su Raitre (22,30) con il programma intitolato «Il terzo dopoguerra: conversazioni sul post-comunismo». Protagonisti di questa serie di colloqui faccia a faccia sonò i personaggi che in diversa maniera hanno preso parte agli eventi dell'ultimo anno: «Qualcuno che c'era - spiega Colombo - qualcuno che ha visto, qualcuno che ha messo in moto queste cose, qualcuno che ha nutrito i sogni e ha portato le bandiere che in questi giorni sembrano cadute». Si comincia, nella prima puntata, don tre «uomini pericolosi», esponenti combattivi e autorevoli di quello che in passato, nelle società comuniste, era chiamato dissenso: il commediografo Vaclav Havel, attuale presidente della Cecoslovacchia, lo storico sovietico Roy Medvedev, il poeta Josip Brodsky, premio Nobel per la letteratura. Il programma, che ha la regia di Carlo Bavagnoli ed è stato realizzato nell'arco degli ultimi tre mesi, prosegue con la seconda puntata intitolata «Il cuore a sinistra»: parlano Alberto Mo- ravia, Bruno Trentin e Carlos Fuentes, leader del partito comunista messicano. «Sono interviste a partire dalla vita spiega Colombo - che coinvolgono personaggi la cui storia individuale ha finito per impigliarsi nella storia collettiva». «Riformisti e sognatori» è il titolo del terzo appuntamento in cui Furio Colombo conversa con personaggi che «progettano un mondo diverso attraverso percorsi che non passano per il marxismo»: il Cardinale Martini «che parla non tanto come car¬ dinale quanto come intellettuale cattolico»; Andrew Young, ex braccio destro di Martin Luther King oggi candidato governatore dello Stato americano della Georgia; Ralf Dahrendorf massimo politologo europeo che ha studiato a fondo i sistemi socialdemocratici. Il quarto appuntamento (in onda alle 21,40), «Notizie dall'Occidente», è dedicato a tre uomini di punta dell'orizzonte sociale e politico americano e ruota intorno ad un interrogativo di fondo: «La fine del comunismo coincide con la vittoria del suo avversario storico, il capitalismo?». Rispondono Ronald Reagan, che racconta, nella conversazione con Colombo, la storia del cambiamento di rapporti' con Gorbaciov e quindi anche quella del suo personale mutamento, sul piano psicologico ed umano; Zbigniev Brzezinsky, consigliere democratico impegnato alla Casa Bianca ai tempi della presidenza di Carter e David Rockefeller il più importante grande «capo della dinastia del capitalismo americano» che ragiona con un'ottica da «grande liberal» sulle conseguenze dei rivolgimenti radicali che hanno investito lo scenario politico e ideologico internazionale. «Tutti - osserva Colombo - danno l'impressione che un'era più che finire stia invece cominciando». Fulvia Capraia Ronald Reagan

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Georgia, Roma