Norma canta al buio e il pubblico fischia Bolognini di Fabio Albanese

Norma canta al buio e il pubblico fischia Bolognini «Indimenticabile» e contestata versione dell'opera di Bellini per celebrare i cent'anni del Massimo Bellini di Catania Norma canta al buio e il pubblico fischia Bolognini L'intera opera si svolge nell'oscurità, riflettori soltanto sulla protagonista CATANIA. La bruma di un paesaggio nordico nella Gallia belliniana di «Norma». Per celebrare il primo secolo di vita del teatro Massimo Bellini, l'ente regionale che lo gestisce da quattro anni ha pensato a una edizione indimenticabile della stessa opera delTinaugurazione. E «indimenticabile», per i catanesi, quest'opera lo sarà certamente; non soltanto per l'ottimo cast vocale e dei complessi artistici al meglio delle loro prestazioni, ma soprattutto a causa delle scelte registiche, che hanno trasformato tempio e foresta d'Irminsul in un unico, incomprensibile fondale nero. E' l'unico punto discutibile della messa in scena di giovedì sera, attesa da appassionati ed addetti ai lavori come un momento memorabile nella storia culturale di Catania. E quando, alla fine dell'opera, sul palco è salito anche il re¬ gista Mauro Bolognini, il pubblico non ha nascosto il proprio dissenso, lanciando fischi e ululati di disapprovazione. Nella protesta è stato coinvolto, suo malgrado, anche il pittore ragusano Piero Guccione: ha realizzato delle belle scene, godute dal pubblico però soltanto grazie ai bozzetti esposti nel ridotto del teatro. «Norma è l'opera di una sola protagonista — ha spiegato un po' sorpreso dai fischi il regista Bolognini — e allora ho creduto opportuno concentrare su di lei e sugli altri cantanti la luce di scena. Le masse, invece, ho preferito rimanessero nella penombra, senza forme precise». E così è stato. E il pubblico catanese ha potuto assistere alla sua prima «Norma» al buio, proprio nel giorno del centenario del teatro dedicato all'illustre concittadino Vincenzo Bellini. Sorpresa anche da parte del 1. commissario straordinario del teatro, Francesco Paolo Busalacchi: «Abbiamo lavorato sodo per questo appuntamento. La scelta del regista, seppure molto originale e inusuale, la rispetto in pieno». Per il resto, il pubblico ha caldamente applaudito interpreti, orchestra e coro. Il ruolo di protagonista è stato affidato a Lucia Aliberli, soprano messinese di talento che alle opere di Bellini ha dedicato grande impegno. Il suo «casta diva» è stato limpido e delicato. Adalgisa, impersonata da Anna Caterina Antonacci, ha sorpreso per un'esecuzione impeccabile e senza tentennamenti: è stata in assoluto la più applaudita. Pollione, Nicola Martinucci, e Oroveso, Roberto Scandiuzzi, in gran forma, hanno sfoderato grinta e sicurezza. «Sono al mio primo Bellini — ha commentato Martinucci — ed è stato un debutto difficile ed emozionan¬ te». Non era il solo a debuttare per questo centenario. Anche il direttore d'orchestra, Daniel Oren, era alla sua prima volta per un'opera di Vincenzo Bellini. Prima di salire sul podio era molto teso. Poi, man mano, il consenso del pubblico lo ha reso simpatico perfino all'orchestra, che ha sudato per seguirlo nelle prove. Esordio felice in «Norma» anche per la Antonacci e per la costumista Pescucci. Alla «prima» del centenario del teatro Massimo Bellini il tutto esaurito è stato registrato una settimana fa. Nessuno ha voluto perdersi l'appuntamento culturale più atteso dell'anno. Oltre alle autorità locali, nella sala costruita dall'architetto milanese Carlo Sada hanno fatto il loro ingresso il segretario del pri La Malfa accompagnato dall'ex sindaco Enzo Bianco e il presidente dell'assemblea regionale siciliana Sal¬ vatore Lauricella. Attorno a «Monna» che verrà replicata fino al 12 giugno, una lunga serie di manifestazioni collaterali accompagneranno i primi cento anni del teatro. Il 15 giugno è previsto un gran gala dedicato a Bellini, al quale prenderanno parte artisti del passato e nuove promesse. «Rammentatore», il catanese Pippo Baudo. In estate, l'attività dell'Ente si trasferirà nel teatro greco di Sicarusa, mentre nel prossimo settembre si svolgerà il secondo festival belliniano che prevede la ripresa di questa «Norma», l'edizione integrale di un'altra Opera del cigno catanese, «Zaira», l'esecuzione di lavori giovanili e del perìodo napoletano, un concorso di scenografia dedicato a Francesco Geracà, recentemente scomparso, e uno di voci bellini a ne. Fabio Albanese

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