Di Canio: «Anche panchinaro in questa Juve» di Bruno Bernardi

Di Canio: «Anche panchinaro in questa Juve» Il neobianconero, con in tasca un contratto quadriennale per due miliardi, non ha fretta di bruciare le tappe Di Canio: «Anche panchinaro in questa Juve» E Maifredi lo vede attaccante TORINO. Paolo Di Canio, romano del Ouarticciolo, da ragazzo tifava Lazio e andava in curva all'Olimpico. Ed essendo antiromanista, aveva una forte simpatia per la Juventus che, in quegli anni, battagliava con i giallorossi per lo scudetto. Un gol vincente, a coronamento di una superba prestazione nel suo primo derby capitolino in serie A, lo fece diventare il beniamino della Roma di fede laziale. E ora, a dispetto del trasferimento alla Signora, non si sente un traditore, pur essendo divenuto la bandiera del club biancazzurro, proprio come Baggio a Firenze. «I tifosi laziali hanno capito la mia scelta», dice Di Canio, con una sciarpa bianconera al collo, mentre una cinquantina di nuovi fans lo applaudono, scandendo il suo nome nel piazzale della sede di piazza Crimea. «Torino non è fredda e me ne sono reso conto l'altra sera al Delle Alpi, stadio magnifico», assicura l'estroso attaccante. L'emozione più forte la provò l'I 1 febbraio scorso quando, negli spogliatoi dello stadio comunale, in occasione di Juventus-Lazio, conobbe l'Avvocato Agnelli. «Ho avuto la fortuna di stringergli la mano», confessa. E proprio quel giorno Dino Zoff seppe dal nuovo presidente, l'avvocato Chiusane che non sarebbe stato riconfermato. «Zoff va alla Lazio, una piazza esigente, ma a Roma si sta bene e potrà ottenere grossi ri- sultati anche se la Juve è sempre la Juve», commenta Di Canio che con un altro avvocato, Luca di Montezemolo, ha concluso la trattativa del passaggio a Torino. Il 9 luglio compirà 22 anni. E' costato 7 miliardi e mezzo ed ha firmato un contratto quadriennale (500 milioni a stagione) ma dovrà lottare per il posto. Preoccupato? «Per niente - risponde -, anzi sono contentissimo, la Juventus è il massimo: ho già parlato con Maifredi e la panchina non è un problema perché davanti a me ci sono dei campioni come Schillaci, Casiraghi, che ho conosciuto nella Under 21, Baggio e Haessler. Sarei potuto rimanere alla Lazio dove avevo il posto sicuro ma sono giovane ed è meglio rischiare in una grande società che punta a vincere tutto, scudetto e Coppe. Chi ammiro di più? Tacconi e De Agostini». E' arrivato il momento di fare il grande salto di qualità e Di Canio è pronto, dopo due tornei nella massima divisione con la Lazio, dove è cresciuto, e dopo essere stato temprato da un serio infortunio ad un tendine che rischiò di compromettere la sua carriera nell'86-'87 quando era in prestito alla Ternana in Serie C2 (27 presenze, 2 gol). «Venni operato - racconta - e furono undici mesi terribili, i medici mi fecero capire che potevo anche smettere e che l'importante era almeno recuperare la funzionalità dell'arto per camminare normalmente. Invece tutto andò bene ed ho ripreso a giocare. Il calcio mi ha assorbito al punto che ho dovuto interrompere gli studi al secondo anno da perito elettromeccanico». Terni, croce e delizia della sua vita (nella città umbra ha conosciuto Elisabetta e si è fidanzato), ha fatto da svolta alla sua vita. «L'incidente mi ha fortificato, non ho paura delle botte», sorride. Elenca la tecnica, il dribbling e il controllo di palla fra i suoi pregi: «Ora sono meno egoista, ho procurato parecchi assist per i compagni». Tra ì difetti mette l'incostanza: «Dovuta al fatto che non sono maturo. Ma ho un buon carattere, sono un istintivo anche se, quando le cose girano storte, un po' mi abbatto. Sono sensibile». Ala tornante o seconda punta? «Non ho un ruolo fisso: Maifredi mi ha visto due volte da seconda punta e sarà lui a decidere», taglia corto. Non è un goleador: una sola rete il primo anno, tre il secondo («Ma ho saltato parecchie partite per infortunio») e, pur non avendo segnato, ricorda come la sua prestazione più bella quella con il Napoli, nell'incontro vinto 3-0 dalla Lazio al Flaminio. Non si sente il rivale di Baggio: «No, tutti lotteremo per lo stesso scopo e io non ho ancora dimostrato niente e ricomincio da Torino». Bruno Bernardi Per DI Canio, ex gioiello della Lazio, primi autografi a Torino dopo la presentazione ufficiale nella sede della Juventus