Gli esclusi non si sentono riserve di Pier Carlo Alfonsetti

Gli esclusi non si sentono riserve Gli esclusi non si sentono riserve Baggio: «Ma così come faccio a dare il meglio?» FIRENZE DAL NOSTRO INVIATO Prime scariche di adrenalina a Coverciano. Vicini ha scelto per la seconda volta e l'ambiente non sembra più sereno e pacioso come nei giorni scorsi. Inevitabile. Nell'aria si respirano le prime bocciature e nelle parole si intuisce l'affiorare di qualche nervosismo nonostante la partita di oggi, ai fini ufficiali, non conti nulla. Vicini, però, aveva ribadito che chi avrebbe giocato ad Arezzo avrebbe avuto fortissime probabilità di essere confermato una settimana più tardi nell'esordio «mondiale» con l'Austria e i conti son presto fatti nonostante qualcuno, come Zenga, generosamente si prodighi a ripetere che nulla è cambiato nelle aspettative e negli umori. Schillaci, ad esempio, fa salti mortali per far vedere che a lui va già bene così e non si accorge, anima candida, di rifilare con le sue parole un solenne calcione al cosiddetto «savoir faire». Dice l'attaccante siciliano: «Che dovessi uscire era nell'aria: la formazione-base il et l'ha sempre avuta in testa nonostante inserisca di tanto in tanto qualche uomo nuovo per tentare soluzioni diverse. C'è poco tempo, però, e siamo in tanti a concorrere a una maglia e così non appena uno sbaglia ecco pronto un altro al suo posto». E a questo punto, prima che il... deragliamento sia completo, il rientro nei binari: «A me va bene così. Anzi, potete dire che sarò il primo tifoso dell'Italia». Riaffiora il tema della difficile coesistenza con Vialli, e Schillaci precisa: «A Perugia ho corso tanto vedendo pochi palloni ma non credo che qualcuno abbia voluto danneggiarmi. Vialli è venuto da me per farmi vedere un giornale al quale avrebbe riferito di avermi voluto sabotare: mi ha assicurato di non aver mai detto simili cose». Baggio se ne starà ancora fuori, e alla prospettiva di giocare un altro scampolo di partita osserva: «Meglio così che in tribuna anche se giocare pochi minuti non è l'ideale per dare il meglio». Tra quelli costretti a farsi da parte, il più sereno è De Agostini. «Non sono deluso né amareggiato: faccio tutto il possibile per essere apprezzato ma poi la decisione spetta all'allenatore. Tuttavia, spero di potermi rendere utile anche a partita iniziata. Quanto al Mondiale, si tratta di una competizione lunga e la dovranno disputare 14 o 15 giocatori: per questo mi auguro che ci possa essere spazio anche per me». Zenga ha la dialettica facile e l'adopera per convincere che non s'è accorto del minimo ner¬ vosismo. Anzi, di fronte a chi cerca di indagare, quasi si scandalizza: «Non capisco perché si pretenda di scovare delusioni, tanto più che, dentro o fuori squadra, è sempre meglio essere qui che davanti alla tv». Concetto magari esatto, ma che diventa relativo nell'interpretazione, visto che imo degli azzurri ai quali sono state riferite le parole del portiere ha commentato: «Dice così perché è sicuro di giocare». Fuori gli juventini, dentro i milanisti, i quali prudentemente non tengono ad apparire i salvatori della patria. Baresi: «Contro il Cannes cercheremo di soddisfare maggiormente ma non bisogna drammatizzare quel che è avvenuto con la Grecia. In fin dei conti si trattava di un allenamento e la giusta tensione verrà solo con le partite vere». Pier Carlo Alfonsetti

Persone citate: Baggio, Schillaci, Vialli, Zenga

Luoghi citati: Arezzo, Austria, Coverciano, Firenze, Grecia, Italia, Perugia