Camorra e politica, 4 sott'accusa

Camorra e politica, 4 sotfaccusa Camorra e politica, 4 sotfaccusa Assunti due parenti del boss in cambio di voti NAPOLI. Si allarga l'inchiesta sui clan che si contendono il controllo dei Quartieri Spagnoli e questa volta le indagini coinvolgono direttamente anche i dipendenti comunali distaccati nelle segreterie di due assessorati di Palazzo San Giacomo e funzionari regionali. Il sospetto di connessioni tra camorra e politica emerge dalle prime conclusioni del giudice per le indagini preliminari, Paolo Mancuso, che ha accolto le richieste del pm Federico Cafiero emettendo 23 provvedimenti di custodia cautelare. Ma il Gip ha anche firmato quattro avvisi di garanzia. I primi due provvedimenti, nei quali s'ipotizza il reato di associazione camorristica, riguardano Gennaro Inglese, indicato come componente la segreteria dell'assessore comunale alle Municipalizzate, il socialista Silvano Masciari, e Antonio Accarino, «distaccato» presso gli uffici dell'assessore al Personale, il de Enzo Bianco. Altri due avvisi sono stati notificati a funzionari regionali ai quali si sarebbero rivolti esponenti della camorra allo scopo di «sbloccare» finanziamenti per appalti o concessioni ad imprenditori amici. Torna dunque in primo piano la vicenda che nelle scorse settimane, soprattutto attorno al nome di Masciari, ha creato aspre polemiche per l'indagine conoscitiva di Vassalli e le reazioni dei giudici napoletani. Dai rapporti di carabinieri e polizia è emerso che il clan camorristico capeggiato dalla famiglia Mariano è riuscito ad ottenere l'assunzione al Comune di due cognati del capoclan, Saverio Mandico e Salvatore Ferri, grazie all'appoggio di esponenti politici ai quali in cambio sarebbe stato assicurato un forte contributo elettorale. Ma l'inchiesta ha rivelato anche un capillare tessuto di atti¬ vità illecite, dal lotto clandestino al riciclaggio di assegni rubati, dall'estorsione a società e professionisti all'usura esercitata con intimidazioni e minacce. Un giro di centinaia di milioni per cui è in atto da tempo una sanguinosa lotta tra le due famiglie rivali dei Quartieri Spagnoli, i Mariano e i De Biase. Uno scontro che in meno di due anni ha provocato 15 morti ammazzati. Il giudice Mancuso non ha risparmiato i «vertici» delle due organizzazioni, anche se molti esponenti delle due bande erano già finiti in carcere. Tra i sei arrestati nel corso dell'operazione (tre sono i latitanti, mentre i restanti provvedimenti sono stati notificati in carcere) figura anche un insospettabile odontotecnico di Bari, Antonio Di Stasi, il quale aveva il compito di ritirare e riciclare ogni mese assegni da 400 milioni, [m. e]

Luoghi citati: Bari, Napoli