Le Leghe preparano il loro autunno caldo

Dopo il sindacato lombardo nascono quelli piemontese e veneto. Bossi: già migliaia di adesioni Dopo il sindacato lombardo nascono quelli piemontese e veneto. Bossi: già migliaia di adesioni Le Leghe preparano il loro autunno caldo «Cgil-Cisl-Uil non tutelano i lavoratori, le pensioni vanno riviste» «Assurdo sfavorite i residenti per assunzioni e assegnazione di alloggi» BERGAMO DAL NOSTRO INVIATO Per le Leghe è festa. Nello studio del notaio Anselmo è appena nato il Sindacato autonomista lombardo (Sai) e già il senatore Umberto Bossi annuncia: «La settimana prossima nascerà anche in Piemonte e in Veneto». Franco Rocchetta, segretario della Liga Veneta, gli siede accanto, e conferma. E Antonio Magri che del «Sai» è mente e sarà segretario, 40 anni, bergamasco, tessera psi stracciata da un anno, elenca le adesioni: «Nell'ordine: lavoratori dipendenti, artigiani, commercianti, imprenditori, insegnanti. Non rivelo altro, anche se mi rendo conto che sarebbe una notizia ghiotta». La festa, come capita a Bossi e ai suoi leghisti, più che nei modi è nei toni. Nella sede di Bergamo hanno spiegato «che la pressione è fortissima, che esiste una contraddizione in seno al popolo lombardo che ci ha votato: come conciliare l'autonomismo della Lega con il cen¬ Napoli, avviso di garanzia tralismo dei sindacati romani che incontri in fabbrica,- in ufficio, dove lavori?». Dice Bossi: «Con la nascita del "Sai" diamo un altro segnale ben preciso: il nostro programma non punta solo a cambiare questo Stato, proponiamo un modello di società a liberalismo federalista». Tocca a Magri, finalmente. Da un mese evita contatti con i giornalisti, geloso del suo statuto e delle sue idee. Per cinque anni ha lavorato come funzionario della Uil, per dodici anni è stato segretario della sezione socialista di Urgnano, il suo paese, 12 chilometri da qui. Adesso per la Lega è pure consigliere comunale a Bergamo. «Siamo stati contattati da moltissimi lavoratori tesserati per Cgil, Cisl o Uil». «Siamo trasversali anche lì», lo interrompe Bossi. «I nostri punti di forza prosegue Magri - sono a Milano, Bergamo, Varese e Como. Scusate, non dico altro». Tanto mistero trova una spiegazione. Magri avrebbe scoperto la via migliore, la strada più facile per portare la Lega ia anche al segretario dell'assessore Masciari tra i lavoratori. Lo ammette con qualche fatica ed è l'articolo 3 del regolamento delle Commissioni interne datato 18 aprile 1966. Dice che basta la richiesta del 3 per cento dei lavoratori per ottenere nuove elezioni delle Commissioni interne, e quindi essere legittimati dal voto della base come controparte. «Solo il 60% dei lavoratori ha una tessera sindacale, dunque abbiamo ampio margine di manovra. Sentirete parlare di noi in autunno». Le 44 sedi della Lega Lombarda, fa sapere Bossi, «sono a disposizione». «Aspettiamo di avere un minimo di strutture e servizi, poi partiremo alla grande», aggiunge Magri. Almeno mille già pronti alla militanza nel sindacato lombardo. «Altrettanti in Veneto - tiene a precisare Rocchetta -, dove CgilCisl-Uil è un sindacato di non veneti, e i nostri lavoratori si sentono espropriati da una casta sindacale venuta da Roma. Stanno portando i lavoratori all'esasperazione, come quell'operaio di Schio "allergico" al collega negro che lavora al suo fianco». Razzismo? «No. Risultato dell'esasperazione». Si prepara l'autunno caldo delle Leghe. Il programma è semplice, a sentir Magri e Bossi. «Tutelare i lavoratori lombardi, e con gli altri sindacati autonomisti i piemontesi, i veneti, i liguri e, perché no?, anche i calabresi. I lavoratori lombardi non si sentono tutelati da Cgil-Cisl-Uil, si sentono Il 6 giugno su tutte le lin Il leader della Lega, Umberto Bossi «I sindacati romani hanno deluso» abbandonati. Nelle assunzioni del pubblico impiego vengono privilegiati i non residenti, così nell'assegnazione delle case popolari. Voghamo garantire un uguale potere d'acquisto ai salari. Gli oneri impropri dovranno essere scorporati dalla busta paga e dal costo del lavoro. Ci vuole un sistema pensionistico a scala regionale». Ma così, si domanda, è inevitabile un aumento delle tasse. «No - scatta Bossi - più che aumentare le tasse bisogna pensare ad eliminare gli sperperi!». Il finale è una morale: «I sindacati vivono oggi la stessa contraddizione dei partiti, che avevano subito la prima destabilizzazione con le liste civiche. I sindacati hanno avuto i Cobas, ora arriviamo noi. E, vi assicuro, la velocità di adesione al nostro sindacato è tre volte superiore a quella che abbiamo avuto per la Lega. Ed è la vecchia base operaia quella che più ci spinge. Aspettate e vedrete»: l'autunno caldo della Lega. Giovanni Cerniti inee per due ore

Persone citate: Antonio Magri, Bossi, Franco Rocchetta, Magri, Masciari, Umberto Bossi