PAVESE di N. O.

PAVESE PAVESE Una lettera inedita e un premio a Einaudi LPALERMO A rosa d'oro del premio «Novecento» disegnata da William Morris verrà assegnata, quest'anno, a Giulio Einaudi, a Villa Zito il 1° giugno. Negli anni precedenti, il premio, organizzato dalla casa editrice Novecento e dalla Fondazione Mormino del Banco di Sicilia, era andato a Jorge Louis Borges e a Henri Cartier Bresson. In questa occasione, il Premio Novecento ha chiesto a Giulio Einaudi di organizzare una mostra storica sulle edizioni della casa editrice. Così Einaudi, con l'aiuto di Piero Severi e Marco Vallora, ha recuperato dagli archivi di via Biancamano prime edizioni, documenti, lettere inedite per offrire un rapido ma significativo itinerario in cinquantanni di editoria. Ci saranno in mostra lettere di Gadda e fogli dal Giornale di guerra e prigionia, il dattiloscritto con correzioni d'autore del Palomar di Italo Calvino, le note autografe di Saba alla terza edizione del suo Canzoniere, giudizi dei grandi consulenti della casa editrice, da Cantimori, che è perplesso su Braudel, a Venturi, che preme per la pubblicazione delle opere di Ernst Bloch. C'è anche, fra molte altre, una lettera curiosa, che qui pubblichiamo, di Cesare Pavese. E' una lettera inedita a Carlo Muscetta, scritta il 23 settembre del 1949. Einaudi pensa che Pavese non l'abbia mai spedita. La definisce uno «scherzo d'autore, piena di caustica ironia». Dice Einaudi: «Muscetta deve aver manifestato a Pavese gli umori romani degli intransigenti difensori dell'ideologia comunista. E Pavese, spirito autonomo, insofferente alle interferenze all'interno della casa editrice, ha voluto rispondere per le rime». Einaudi ci tiene a sottolineare che la mostra non vuol essere una risposta agli attacchi che da più parti sono stati mossi al suo catalogo, come «strumento» di una egemonia culturale della sinistra e in particolare del partito comunista. «L'invito a fare la mostra dice - mi era venuto molto tempo prima che scoppiassero le polemiche. Ma se i documenti che metterò in mostra potranno confutare, in modo discreto, le polemiche di vari intellettuali e mettere in evidenza il lavoro di mezzo secolo, non potrò che esserne lieto, augurandomi che quegli intellettuali ne prendano atto e dirigano altrove i loro bersagli». [n. o.]