Il disco è sempre più ex

Saint-Vincent turbata dal dilemma: il 1989 è stato l'anno del crollo del Muro o del ritorno di Pippo? Il di i Saint-Vincent turbata dal dilemma: il 1989 è stato l'anno del crollo del Muro o del ritorno di Pippo? Il di i Il disco è sempre più ex Fans per Ramazzotti, molta indifferenza per gli altri cantanti presenti Scoop: la Dalla Chiesa «non» aspetta figli e Lopez «non» lascia il Trio SAINT-VINCENT DAL NOSTRO INVIATO chi ha sparato a Saint-Vincent? Nessuno. Sono, appunto, rovesci e le impennate. Tocca un po' per uno: ci sono anche stati anni in cui la Rai si domandava se era il caso o no di riprendere il Festival di Sanremo. Dicevamo del presentatore: ò Fabrizio Frizzi, personalità in costruzione. In crescendo: un anno fa non se lo filava nessuno, ora lo fermano per gli autografi. Gli fanno anche gli auguri per il figlio che aspetta da Rita Dalla Chiesa, sua convivente. Solo che lei non aspetta nessun figlio e la notizia, anzi, la nonnotizia, è un'invenzione, in gergo giornalistico una bufala, dei settimanali rosa. Lei, a mezzanotte, ha il volto più assonnato d'Italia. La fermano, le augurano un maschio. Ringrazia muta, sorride e prosegue, Hanno cantato: Bob Gcldof, Eros Ramazzotti, Enrico Ruggeri, Fabio Concato, la Mannoia, Luca Barbarossa e il neocantante Paolo Vallasi. La cronaca della serata che non avete visto (perché non telediffusa) registra poco. Roberto D'Agostino 6 stato attaccato, a dire il vero, abbastanza violentemente da far temere le botte, da un coadiuvatore di Eros Ramazzotti che gli ha intimato: «Tornatene in banca!» (una volta D'Agostino faceva il cassiere), ma ha reagito ignorandolo con educazione oxfordiana (come quella volta in cui un maledu¬ L'eroe del festivalino di Saint-Vincent, quello visto in televisione sabato sera: Adriano Aragozzini che si £ accaparrato un'altra volta il festivalone di Sanremo. «Eroe» nel senso di protagonista di tutti i discorsi del retropalco. Passa Marco Ravera, concorrente di Aragozzini battuto a sorpresa, l'erede di Lenin Ravera detto Gianni, il riformatore del Festival che lo ha rivitalizzato dopo gli anni bui. Gli chiedono: Ma che cosa è successo a Sanremo? Alza le spalle, sussurra: «E chi se ne importa?» e va via. Giustizia divina, o forse causale, dei rovesci e delle impennate nello show businness: fra qualche anno un altro Signore dello Spettacolo, magari lo stesso Marco Ravera, prenderà Sanremo, e Aragozzini dirà «E chi se ne importa?». Nostalgia: una volta SaintVincent era la concorrenza estiva al Festival. Si chiamava «Il disco per estate», comprendeva una gara e lanciava 45 giri per miliardi. Oggi i 45 giri non esistono nemmeno più e neanche la gara. Saint-Vincent si chiama «La grande festa dell'estate» ed e un patchwork musicale Rai come tanti altri con i cantanti a fare da pezze e il presentatore a cucirli. Effetto Au • ditel: mediocre. Peccato, però: Claude Lelouche. Ha fatto pace con i giornalisti francesi L'ex ragazzina scoperta da Lattuada confida le sue non ambizioni, e come ha imparato a difendere la sua vita privata cato in televisione gli ha detto «leccaculo»). Bob Geldof, l'ex allestitore di concerti benefici, ha meritato la palma del più ignorato, mentre Eros Ramazzotti è stato inseguito da due fan e ottomila giornalisti che estraggono dai suoi monosillabi scanditi a bassa voce pappa ottima per interviste. Massimo Lopez è il re della cordiale disponibilità. Si è presentato da solo, senza il duo con cui diventa Trio. Un segnale di rottura? «No, un caso. Ogni tanto facciamo qualcosa da soli». Annuncia un nuovo spettacolo teatrale: il precedente e finora l'unico della carriera dei tre, è stato il record d'incassi della scorsa stagione. Come vuole la nuova regola dello show televisivo, c'era anche la stilista, la toscana Chiara Boni, con due pause di trasmissione occupate dalle modelle americane con addosso i suoi vestiti. La settimana scorsa, la lettura Auditel della prima serata di festivalino registrava gli ascolti big all'entrata in scena di Marisa Laurito (che stavolta non c'era). Pare che invece gli interventi dei sarti non siano in genere molto apprezzati dai telecomandi. Poco importa. Chiara Boni: «Si va in televisione per far girare il nome. La gente lo registra nella mente. Poi, magari, due mesi più tardi, vede il profumo e lo compera perché ricorda il marchio». Ancora D'Agostino. Gli han dato in mano il concorso indetto dallo sponsor, la cucina più amata. Si trattava di invitare due o tre telespettatori a parlare dell'«estate più amata». In quinta, dove nessuno lo guarda, spalanca le braccia: «E' terribile, oppure è giusto, non so. Uno mi ha detto: la mia estate più amata è stata quella del Sessantotto. Penso all'anno-cerniera, al Movimento a queste cose. Macché. "L'estate del Sessantotto è stata quella di una certa canzone di Fred Bongusto che mi ha fatto sognare e che canto ancora adesso". Allora mi chiedo se l'89 è stato l'anno della caduta del muro di Berlino o quello del ritorno di Pippo Baudo». Alchimie: il pubblico vuole vedere il sudore. Le case discografiche vogliono farsi pubblicità senza rischi. Così, mediando, Ravera a Saint-Vincent ha inventato lo spettacolo ibrido: con l'orchestra e il playback. I cantanti hanno cantato dal vivo una canzone (vecchia) e in playback una seconda canzone, quella nuova, da lanciare. Poche canzoni, comunque. Ravera: «Con i Mondiali così vicini, pochissimi hanno azzardato il lancio di nuove canzoni. Adesso per un mese tutti penseranno al calcio e se ne infischieranno dei cantanti». Stefano Pettinati Fabrizio Frizzi. Il compagno di Rita D Dalla Chiesa con Eros Ramazzotti