Sulla Biennale il vento dell'Est

Sulla Biennale il vento dell'Est In Laguna, dal 27 maggio, torna il fascino della cultura figurativa Sulla Biennale il vento dell'Est Perestrojka e Muro ispirano molte opere DVENEZIA ALL'ALTA lezione dello scultore basco Eduardo Chillida, a Ca' Pesaro, al I lo «spazio» delle Corderie deirArsenale «occupato» dai giovani artisti di «Aperto 90», si snoda il percorso della XLTV Biennale Internazionale d'Arte. Dal 27 maggio il pubblico potrà riscoprire {Trascino di una cultura;—quella - figurativa,- che- nel tempo ha trovato sulla laguna luoghi e occasioni e atmosfere capaci di dar consistenza alla Pop Art di Andy Warhol, che a Venezia è ritornato nelle sale di Palazzo Grassi, alla Secessione viennese, alla «gioia di vivere» di Matisse che si può rivedere alla Barchessa della collezione Peggy Guggenheim, nella rassegna «Presenze francesi alle Biennali dal 1948 al 1988». In questa sezione, ordinata dall'Association Frangaise d'Action Artistique, trovano collocazioni Braque e il lirico Chagall, la tensione espressiva di Giacometti e le estenuate raffigurazioni di Bonnard, Gonzales e Laurens, la vibrante linea di Rouault. Soprattutto, però, la Biennale curata da Giovanni Carandente, appare contrassegnato dall'impegno, dalle elaborazioni, dalle intuizioni dei giovani che sono chiamati a misurarsi con la storia, con il cammino del linguaggio attraverso le sperimentazioni più eclatanti, con una società sempre più legata alla tecnologia avanzata. L'indirizzo impresso alla manifestazione è di accogliere quei lavori nei quali — ha detto Ca¬ randente — si ravvisa «la novità e il buon indirizzo delle tendenze cui gli artisti appartengono», mentre è indubbio che le loro vicende formano, pur nei diversi indirizzi programmatici e contenutistici, il «corpus» di un itinerario che può essere inserito nel progetto «Dimensione Futuro» o venire inteso quale momento particolare alle soglie del Duemila. In«Aperto 90» s'individuano, quindi, le personalità dell'americano Koons, dell'austriaco Wurm, degli italiani Pulvirenti, Jannini, del gruppo Plumcake (Cella, Ragni e Pallotta) e di Pusole. Alienti, Abate e Salvatori. Nell'ambito, invece, della «Partecipazione Italiana»», coordinata da Laura Cherubini, Flaminio Gualdoni e Lea Vergine nel padiglione ai Giardini di Castello, si ravvisa un «interessante e diversificato spaccato della situazione attuale dell'arte del nostro Paese». Un'arte che racchiude la transavanguardia e il minimalismo, il «citazionismo» e l'Arte Povera propugnata da Germano Celant, il post-concettuale e il neo-informale in una «scrittura» che annovera Boetti e Anselmo, il dettato raffinato di De Maria e le «Tre prove di eruzione a Napoli» di Tatafiore. Tra gli altri autori invitati, si ricordano ancora la «Parete dimenticata» di Guerzoni, il rievocante «Sole nero» (realizzato con legno, cera, pigmenti e acqua) del torinese Mainolfi, la preziosa tecnica mista «Sfiora» di Benati e Dadamaino, De Dominicis, Olivieri e Carlo Maria Mariani con «Composizione 5», in cui rivela un recupero dell'immagine reale vista in una sorta di incontro con il passato, con una scoperta classicità. E l'attenzione si sposta sulle palazzine delle partecipazioni nazionali che rinnovano l'impatto con gli interventi di Holzer per gli Stati Uniti e di Kapoor per la Gran Bretagna, del brasiliano Brennard e del giapponese Endo, di Mucha della Repubblica Federale Tedesca. Di particolare riscontro è la partecipazione sovietica che sviluppa la tematica «Rauschenberg a noi, noi... a Rauschenberg», con la quale sottolinea il confronto fra un gruppo di giovani artisti e l'artista della «Pop» che, nel 1988, si recò a Mosca e dipinse nella prima galleria fondata sotto forma di cooperativa. Accanto ai risvolti della perestrojka, si «scoprono» le plastiche composizioni di tre scultori scozzesi: dai «giganteschi alberi bonsai in pannelli d'acciaio» di David Mach al sorprendente «effetto di un sentiero di luce attraverso il mare» di Watson, al disegno tracciato sul suolo da Whiteford. E, poi, «Ambiente Berlin» che raggruppa autori di varie nazionalità che hanno operato a Berlino ospiti del Daad (Servizio Tedesco Scambi Accademici). Fra questi, si segnala l'omaggio a Emilio Vedova, e le presenze degli italiani Calzolari e Spagnulo, gli espressionisti Hodicke e Koberling, il «realista critico» Petrick, l'astratto Stohrer, il concettuale Appelt, la disegnatrice Katharina Meldner e gli scultori anticonvenzionali Dornseif e Pomona Zipser. Il di¬ scorso intorno alla Biennale '90 assume connotazioni sempre più vicine agli avvenimenti che hanno portato «all'abbattimento del muro di Berlino», all'apertura dell'Unione Sovietica verso l'Occidente, a una cultura che appare quale momento unificante fra popoli e tradizioni e civiltà diverse. Fra le altre manifestazioni si annoverano a Palazzo Sagredo i «Pittori delle Fiandre» e ai Magazzini del grano alle Zitelle (La Giudecca) la rassegna «Ubi fluxus ibi motus», promossa da Achille Bonito Oliva, che, articolata in cinque sezioni, consente di seguire gli aspetti di un movimento contraddistinto dall'impiego di oggetti quotidiani. Una rivisitazione, dunque, attraverso i «prodotti» di Arman e Balestri ni, di Baruchello e Beuys, di Christo e Duchamp («padre nobile» di questa ricerca), di Manzoni e del futurista Filippo Tommaso Marinetti, Schifano, Tinguely, Picabia, Vettor Pisani. Accompagnata dai cataloghi della «Fabbri Editori», l'esposizione, aperta sino al 30 settembre, suggerisce un complesso di situazioni, di proposte, di riscontri conoscitivi con l'arte contemporanea. Una mostra che trova nella vitalità delle iniziative un punto di riferimento, mentre il clamore dell'estate artistica veneziana si stempera nel rigore, nel ritmo delle foime delle sculture di Chillida che si ergono nell'atmosfera a segnare un tempo di apparenze, di blocchi di granito, di strutture in ferro. Angelo Mlstrangelo Si apre domenica a Venezia la grande rassegna internazionale di arte contemporanea. Questa edizione è caratterizzata dall'impegno e dalle intuizioni dei giovani chiamati a misurarsi con la storia. Novità, tendenze e sorprese faranno discutere. Carlo Maria Mariani rivela un recupero dell'immagine reale vista in una sorta di incontro con il passato

Luoghi citati: Berlino, Gran Bretagna, Mosca, Napoli, Repubblica Federale Tedesca, Stati Uniti, Unione Sovietica, Venezia