Pericolo mucillagini ipoteca sull'Adriatico

Pericolo mucillagini, ipoteca sull'Adriatico Polemiche per il piano che dovrebbe assicurare la balneazione a luglio: albergatori e operatori temono il peggio, li rassicura l'on. Merli Pericolo mucillagini, ipoteca sull'Adriatico l.VIOi: K IlpianodirisaruW^ a RIMINI. «L'Adriatico è un mare vivo. Non è morto e neppure in agonia». Da Roma, a poche ore dal suo insediamento come segretario generale dell'Autorità unica dell'Adriatico, l'onorevole Gianfranco Merli risponde così ai numerosi luoghi comuni rilanciati nelle scorse settimane in certi articoli e servizi televisivi della stampa estera. Merli aggiunge poi che si deve porre mano, da subito, al piano generale di risanamento dell'Adriatico in collaborazione con gli altri Paesi che si affacciano su questo mare. Regione Emilia Romagna e sindaci costieri hanno chiesto all'autorità unica per l'Adriatico la protezione di 60 chilometri di litorale e polemiche sono sorte per i ritardi con cui si è giunti a questo risultato, soprattutto se si pensa che il piano del Commissario dell'autorità per l'Adriatico, Paolo Arata, sarà operativo solo a metà luglio. «Le mucillagini se arriveranno — commenta il presidente dell'Azienda di promozione tu¬ ristica di Rinrinif?Piero Leoni — non aspetteranno certo il piano Arata». «Mi auguro solo — dice Dante Del Vecchio, presidente dell'Apt forlivese — che le mucillagini non arrivino. C'è poi il rischio di installare tratti di barriere a scomparsa in zone della costa non interessate dal fenomeno. Sarebbe una beffa se si pensa che il'governo per realizzare questo piano di barriere anti-mucillaginei spenderà dai 50 ai 70 miliardi». Per il presidente regionale degli albergatori; Liugi Montanari, il piano anti-mucillagine operativo solo dai metà luglio «è una presa in giro; Le responsabilità di quello che succederà ricadono per intero su tutti coloro che hanno contribuito a questa notevole dilatazione dei tempi». li Anche per il presidente dell'Agenzia regionale di promozione turistica, Primo Grassi, è stato fatto del «facile ottimismo nel dire che si garantiva la balneazione. Decinei di giornalisti chiedono di poter fotografare quello che abbiarrio fatto. Dove li mandiamo?». Il problema sta forse nel fatto che interventi di questo tipo, per affrontare l'emergenza algale, sono stati decisi solo a metà maggio con la stagione turistica alle porte, con un mare, per fortuna, in ottime condizioni. «L'acqua dell'Adriatico, dicono i biologi del battello oceanografico regionale Daphne, Attilio Rinaldi e Giuseppe Montanari, continua ad essere pulita e trasparente. Le mareggiate di marzo e dei primi giorni di aprile hanno avuto un effetto benefico ossigenando il mare e dissolvendo le masse mucillaginose che stazionavano sul fondale da dicembre». Secondo i biologi della Daphne, poi, a giugno il pericolo mucillagine dovrebbe essere scongiurato, mentre per gli altri mesi estivi molto dipenderà dalle condizioni meteoclimatiche. Notizie positive, insomma, che si aggiungono ai ritardi nella predisposizione degli interventi di emergenza. «Non dobbiamo dare all'estero — dice Gianfranco Merli — un'imma¬ gine poco seria di quello che stiamo facendo. Saremo altrimenti i primi "autofustigatori". E' inutile dire che gli stranieri non vogliono venire quando siamo noi i primi propagandisti delle cose che non vanno». Lei dunque si augura che queste barriere anti-alghe siano efficaci? «Questo piano — risponde Merli — non è una scommessa. E' un intervento, parte sperimentale e parte sperimentato che tenta di risolvere i problemi dell'emergenza. I problemi più grossi sono altri anche se capisco che agli albergatori e ai turisti interessano poco perché devono affrontare la stagione estiva». E' possibile che il piano, dopo quello che è successo l'anno scorso, debba essere operativo solo a metà luglio? «Farò di tutto — risponde Merli — per premere affinché i tempi di consegna siano rispettati. I ritardi sono dipesi da tanti motivi. Non ultima la difficoltà di scegliere tra i diversi tipi di barriere fisse a scomparsa. I tecnici hanno sottolineato la speri¬ mentalità di questo tipo di difesa che copre circa il 38 per cento del budget disponibile. E' stata: una grossa scommessa che il Commissario Arata ha fatto. Il resto del piano prevede barriere la cui tenuta è stata già sperimentata». Così, mentre per il direttore del Centro di biologia marina di Fano, Corrado Piccinetti, il piano anti alghe «è solo un palliativo, un'operazione di immagine puramente commerciale e nessuna struttura scientifica che lavora in Adriatico è stata contattata», sulle scelte compiute dal commissario Arata i deputati riminesi Renato Capacci (psi) e Nicola Sanese (de) hanno chiesto in una interrogazione al governo «se risponde al vero che sarebbero state prescelte per la realizzazione del piano società imprenditoriali di chiaro riferimento politico (due di esse sono legate al pei) con conseguente esclusione di imprese di alta capacità organizzativa e professionale». Riccardo Fabbri Primi timidi approcci con il sole sulle spiagge dell'Adriatico

Luoghi citati: Emilia, Fano, Rimini, Roma