Lazaroni ai suoi: «Non fate i brasiliani» di Curzio Maltese

Loiaroni ai suoi: «Non fate 5 brasiliani» Loiaroni ai suoi: «Non fate 5 brasiliani» ÌJorginho e Ricardo Gomes rischiano il posto contro la Svezia ASTI DAL NOSTRO INVIATO Più poliziotti che tifosi, più lasciapassare che bandiere, più sussurri che samba e lambada. S'è mai visto un Brasile così? In una Asti indifferente e frettolosa, affaccendata intorno al mercato di Piazza Alfieri, Sebastiao Lazaroni ha scavato un bunker e ci ha nascosto quella che un tempo era la nazionale più allegra del mondo. Il primo giorno di ritiro piemontese è1 stato scandito da orari inflessibili e infiniti controlli. Alle 9 l'Hotel Hasta di Valle Benedetta, buon posto per coltivare la saudade, è già protetto da due picchetti armati con l'ordine di impedire l'accesso agli avamposti della torcida e ai giornalisti. Un altro consistente manipolo di forze dell'ordine è schierato allo stadio dove la Selecao affronta il primo allenamento. A porte chiuse, o quasi. nato dalla voglia (scarsa) più che dalla condizione (discreta). Intanto tutto è pronto ad Asti per ignorare l'avvenimento. I tifosi della torcida, ben consigliati dai rappresentati della Cbf (la federcalcio brasiliana), hanno deciso di acquartierarsi a Torino. Tanto qui la squadra non gliel'avrebbero mai fatta vedere e trovare un albergo è meno facile che vincere al Totocalcio. I 900 giornalisti invece sono sparsi un po' ovunque e impegnati in una corsa agli ostacoli burocratici. Ieri in un centinaio si sono avventati speranzosi sui 15 telefoni messi a disposizione nel capannone (tensostruttura, se preferite) allestito nello stadio. Ma sono stati subito bloccati perché privi «delle apposite tessere», che verranno distribuite con gli accrediti soltanto il 3. Fino a domenica, che si arrangino. dove?), niente sesso e alcol, poche chiacchiere e molto lavoro. In uno slogan, che è poi lo stesso che Lazaroni vorrebbe veder applicato in campo: cercate di non fare i brasiliani. Il resto dell'orazione lazaroniana avrebbe riguardato invece i programmi atletici, con una postilla tecnica sulla vergognosa sconfitta patita lunedì scorso dai semiprofessionisti umbri. Una serata nella quale Lazaroni ha perso un paio di certezze. Aveva pronta la squadra per il 10 giugno, esordio contro la Svezia. Ma con tutta probabilità cambiarà qualche pedina. Tra i titolari rischiano i difensori Jorginho e Ricardo Gomes, incalzati da Mazinho e Aldair. Da risolvere anche il rompicapo della coppia d'attacco. Partiranno Careca e Muller, ma Lazaroni attende con ansia il recupero di Romario, che ieri s'è allenato senza forzare, dando però l'impressione d'essere fre¬ Nel senso che si può guardare ma non avvicinarsi, toccare, men che meno parlare, come da una vita sono abituati a fare i telecronisti brasiliani. Come lupi in gabbia, il branco dei giocatori verde-oro è raccolto dall'altra parte del campo. In mezzo Lazaroni tiene una lunghissima concione. Una, due, tre ore. Dalle 9,20 alle 12. Poi una breve corsetta e via, sul pullman verso l'albergo, senza nemmeno passare dalle docce. Che avrà mai detto Lazaroni? Gli irriducibili cameramen sudamericani puntano i lunghi obiettivi oltre le reti e strappano immagini di un Lazaroni torvo, con la faccia da ex pugile più cupa del solito. Accanto, i cronisti alle prese con dirette 24 ore su 24, tentano improbabili decrittazioni del verbo. Si saprà più tardi dai giocatori che Lazaroni ha dettato i ferrei comandamenti del ritiro italiano. Nessuna distrazioni (e Curzio Maltese

Luoghi citati: Asti, Brasile, Svezia, Torino