Ma chi conta in questa Nazionale?

Ma chi conta in questa Nazionale? Ma chi conta in questa Nazionale? Azzurri (anche doc) a caccia di raccomandazioni PERUGIA DAL NOSTRO INVIATO Sembra che in un momento di estasi contemplativa (di se stesso) l'interista Nicola Berti abbia confidato ad amici fedeli d'essere l'azzurro più grande. Il riferimento alla statura del giovane è casuale: Berti non si giudica col metro, ha nel cuore un briciolo di Cassius Clay. Vita da nazionali. La differenza tra Berti e Vialli (fermamente consapevole d'essere il più grande), è che la «punta somma» anziché suggerire la notizia della propria superiorità, la esprime tenendo un comportamento da Greta Garbo in incognito. Nei momenti in cui la sua persona è maggiormente richiesta, scompare, si apparta, si nega al colloquio, diventando così un assoluto protagonista: il protagonista della caccia al divo. La Nazionale, si mormora, ha due capi, sui desideri dei quali non sorvolerebbe il commissario tecnico Azeglio Vicini. A Gianluca Vialli i «politologi» della Nazionale accoppiano Walter Zenga, benché il portiere interista non rammenti in nulla la figura d'un ministro ombra. A Zenga manca soltanto il chicchirichì per somigliare a un gallo, ma è raro che qualcuno lo avvicini per affrontare un argomento che abbia più peso d'una piuma. Se davvero Zenga comanda, lo fa mascherandosi benissimo. Roberto Baggio, notoriamente buddista, ama sino all'eccesso le barzellette. Quando dice che «nella vita di un azzurro giocare anche soltanto dieci minuti deve rappresentare una letizia» non si è certi se l'affermazione gli viene dallo studio della filosofia del Budda o da una barzelletta sul barone De Coubertin. Baggio non si rivela. A differenza di Giancarlo Marocchi che, per rivelarsi, usa il metodo della trasposizione. Marocchi si trasferisce dalla Nazionale alla Juventus e, come juventino e non come azzurro, comunica di appartenere alla categoria dei toccati dalla grazia: «Sono un vincitore, non conosco la parola sconfitta». In pratica esclude di sentirsi una riserva. Lui il sostituto di Ancelotti? Ma Ancelotti mica veste la maglia bianconera. E allora il discorso non fila come un diretto. L'unico che forse si sente una riserva è il napoletano Ciro Ferrara. E si chiede perché. Andrea Carnevale ha ideato una definizione interessante: «Titolare alla pari». Roberto Mancini, invece, è un «titolare che aspetta». Pietro Vierchowod, «un titolare al quale ancora nessuno ha comunicato che lo sia». L'aver giocato ieri sera nel ruolo di libero dà a Vierchowod la consolazione di non essere una mera presenza ornamentale. E' però il centrocampo azzurro il settore ove si riscontrano i maggiori fermenti. Premono alle frontiere di Fernando De Napoli e di Carlo Ancelotti i fieri Berti e Marocchi, tutti e due sicuri di meritare il posto assai più dei riconosciuti proprietari, tutti e due in forma eccellente, tutti e due consapevoli che soltanto accadimenti eccezionali potrebbero distogliere il commissario tecnico Vicini da cementate e anche annunciate decisioni. Ma sarebbe inesatto parlare di cupe scontentezze. Gli appartenenti alla lista d'attesa, non fanno polemica: l'aereo del campionato mondiale non è mica ancora partito. Attorno al capo delegazione, Giampiero Boniperti, planano gli azzurri come un volo di colombi. Nella nuovissima veste di spigliato conversatore, l'ex presidente della Juve è una calamita per nazionali di prima e di seconda categoria. Dopo l'elezione di Totò Schillaci a partner di Vialli, Boniperti ha assunto la parte di occulto orchestratore che forse è soltanto immaginaria ma che piace tanto agli specialisti del mistero. Se c'è un'incertezza, se esiste un dubbio nella testa del commissario tecnico, stai sicuro che ci pensa Boniperti a spazzolare l'imbarazzo. Le voci si spargono. E Gigi De Agostini e Marocchi lo ossequiano, lo chiamano presidente. Lo chiamano presidente anche quelli che con la Juventus non hanno mai avuto a che vedere. Insomma, ce la mette o non ce la mette una parola? , «Ragazzi, per carità, non dite certe cose, non create confusione», dice Boniperti. Diventa serissimo, e mirabilmente, stupendamente finge di cadere sempre dalle nuvole. Ma a Schillaci che cosa ha raccomandato Boniperti, l'uomo che prima degli altri ha creduto in lui? Glielo ha spiegato come deve comportarsi con Vialli? Glielo ha detto che se Vialli è tanto gentile da passarti una palla non puoi dimenticarti di restituirla? Boniperti sorride e si dilegua. Gianni Ranieri Stop a Vialli. Gianluca Vialli bloccato RITIRO A VALLE BENEDETTA La fase astigiana è inizi da un grintoso intervento di un difensore greco ata con una predica di tre ore del et che vieta distrazioni, sesso, alcol

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