Provato in Spagna il supercannone

Secondo «El Paìs» una delle spedizioni all'Iraq fu fatta con un aereo sovietico Secondo «El Paìs» una delle spedizioni all'Iraq fu fatta con un aereo sovietico Provato in Spagna il supercannone Dopo l'azienda di Terni coinvolta una ditta basca MADRID. Dopo Inghilterra, Belgio, Italia, Svizzera, Germania Federale e Grecia, l'«affaire» del supercannone iracheno progettato dall'ingegnere canadese Gerard Bull - assassinato da killer il 22 marzo a Bruxelles - coinvolge anche la Spagna. Non per il sequestro di «componenti metalliche» (come quelli avvenuti il 13 maggio scorso a Napoli, Terni e Brescia), bensì per le rivelazioni giornalistiche pubblicate dal prestigioso quotidiano «El Pais» e dal settimanale «Interviù» (che il Sisde e il Sismi leggono da anni con molta attenzione). E le novità permettono di capire la logica della «componentistica» del supercannone. Appena prima che venisse assassinato l'ideatore del supercannone, venne «rifondata», nella località basco-spagnola di Murguia, una società, la «Martee S.a.», presieduta da Gerd Peter Paukner - rappresentante per la Penisola iberica di importantissime aziende, tra cui la Krauss Maffei che produce i carri armati «Leopard» - e nel VARIABILE SERENO NUVOLOSO. PIOGGIA cui consiglio d'amministrazione figurano due ingegneri Usa, Luis Manuel Palacio e Michael Francis Gambello (entrambi appartenti alla ormai disciolta Space Research Corporacion, S.r.c, la società fondata a Bruxelles da Gerard Bull) e Miguel Galdos Urkia, amministratore, fino al dicembre scorso, della azienda basca di ingegneria militare, specializzata in munizioni, «Rebelan S.a.», da anni in eccellenti rapporti d'affari con Baghdad. Bull aprì un «ufficio» a Madrid dall'85 all'87, e Galdos, il suo rappresentante in Spagna, collaborò, per due anni, ai progetti dell'azienda militare spagnola «Sitecsa», che sviluppò versioni del «supercannone 145/55» e li sperimentò nel poligono La Costilla di Cadice. E, particolare provato da una foto pubblicata da «El Pais» e presa nell'aeroporto basco di Vitoria il 4 aprile '89, l'azienda basca Trebelan esportò in Iraq (ufficialmente macchine elevatrici ma, secondo fonti della stessa azienda basca un «supergun» di V77777 TEMPORALI drid che «i nuovi contenitori di proiettili dovevano servire per proveire un'arma di grosso calibro e di lunga gittata e che, se avessero dato risultato positivo, Trebelan S.a. avrebbe costruito una fabbrica in Iraq». Questo progetto non poteva essere altro che quello del supercannone. Il «contenitore» del proiettile del supercannone è l'elemento strategico dell'arma di Hussein. Non lo sono i «tubi metallici» che compongono il fusto che possono essere prodotti in qualsiasi parte del mondo. Che «Martec» sia la nuova S.r.c? E' probabile. Resta da spiegare perché nella società rifondata nel marzo scorso (fino ad allora aveva un capitale testimoniale, meno di 3 milioni di lire, dal marzo scorso balzò a 180 milioni di lire di capitale) compare il rappresentante della Krauss Maffei in Spagna. E soprattutto perché l'Urss, con un aereo Aereoflot, aiutava la costruzione del supercannone iraniano. 210 millimetri, con munizioni «base-bleed»), nell'aprile dell'89, «materiale» utilizzando un Antonov 124 della sovietica Aereoflot, matricola 82009, arrivato a Baghdad via Kiev. Per capire l'importanza della «Spanish-connection», bisogna parlare di balistica. «Secondo gli ingegneri di Sitecsa - ha scritto «Interviù» - Bull era ossessionato dal problema di ridurre gli effetti della pressione che produceva il proiettile all'interno del supercannone. Per renderlo competitivo con i missili balistici bisognava dimostrare che un supercannone poteva incrementare gittata e mobilità, e impiegare un'ampia gamma di proiettili, dai controcarro ai chimici». Da qui l'importanza di «Trebelan S.a.», l'azienda specializzata in esplosivi ed in proiettili e che ottenne dal governo spagnolo, nel giugno dell'89, un controverso permesso di esportazione in Iraq di 500 «vasos de munición». Allora Gfildos, amministratore dell'azienda basca, assicurò al governo di Ma¬ Gian Antonio Orighi A Vut /A AAA WW MAPI VENTI