Prospera l'Europa delle truffe di Fabio Galvano

Controlli inadeguati, scapppatoie e sotterfugi: non si salva nessuno Controlli inadeguati, scapppatoie e sotterfugi: non si salva nessuno Prospera l'Europa delle truffe II rapporto Cee sulle frodi nelle esportazioni BRUXELLES DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Se ci sono frodi nella Cee, buona parte della responsabilità è della Commissione europea. E' la tesi, subito oggetto di un'aspra polemica con l'esecutivo comunitario, sostenuta in un rapporto della Córte dei Conti, che sarà pubblicato oggi. Il documento prende in esame una vasta casistica di piccole e grandi truffe, di incompetenze, di controlli inadeguati, di scappatoie e di sotterfugi nel campo della gestione e del controllo degli aiuti alle esportazioni. La storia del grano francese scaricato e ricaricato ad Amburgo sulla via dell'TJrss, per raccattare maggiori aiuti, apre la rassegna. Ed ecco gli strani percorsi del parmigiano reggiano, i cui produttori ricevono aiuti di 190 Ecu al quintale (quasi 300 mila lire) per l'export in Svezia, ma neppure un soldo se lo stes¬ so prodotto va verso altri due Paesi dell'Efta, Norvegia e Finlandia; la strana abitudine di un ufficio delle dogane tedesche che, prima di fare una visita «a sorpresa» ai quattro esportatori di latticini della zona, telefonava per chiedere che qualcuno venisse a prelevare l'ispettore; i controllori olandesi che accettavano, come prova di varie spedizioni, fotocopie di una stessa fattura. Per quanto riguarda in modo più specifico l'Italia, si parla di certificati doganali ben più generosi dei certificati d'origine dei formaggi cui si riferivano; di autorità portuali a Genova che in 18 mesi neppure una volta avevano completamente svuotato e poi ricaricato un container, come vorrebbero le norme dei controlli a campione; della dogana di Livorno che assicurava di sottoporre a quel trattamento il 5 per cento delle merci e che, nei mesi presi in esame, non lo ha fatto neppure una volta; delle bilance guaste di Castellamare (un male molto diffuso anche negli altri Paesi). Il rapporto non tenta di stabilire a quanto ammonti il totale delle frodi nella Cee, che secondo stime britanniche si aggirano sui 6 mila miliardi di lire 1 anno: in effetti affronta, del settore agricolo che è il più soggetto a eventuali distorsioni, soltanto i tre specifici campi dei cereali, dei latticini e della carne bovina (un bilancio annuo di 11 mila miliardi di lire). Questo spiega forse perché l'Italia, relativamente poco attiva nell'export di questi generi, non abbia un ruolo fraudolento primario — sebbene sia stata fra i Paesi presi in esame, con Belgio, Danimarca, Francia, Germania e Gran Bretagna — come era invece accaduto in una precedente indagine del Parlamento europeo. Fabio Galvano