Referendum incognita del non voto

Domenica e lunedì si sceglie su tre quesiti: prò e contro della decisione sui pesticidi Domenica e lunedì si sceglie su tre quesiti: prò e contro della decisione sui pesticidi Referendum, incognita del non volo Gava rassicura i Verdi: non ci saranno irregolarità La domanda LA SCHEDA COLOR VERDE Un testo oscuro e sulla commissione Inquirente. L'attenzione degli osservatori è, tuttavia, incentrata sull'affluenza ai seggi. A quattro giorni dal voto, che costerà all'erario circa 450 miliardi; vi è in molti partiti imbarazzo a dare indicazioni precise agli elettori. L'astensionismo può, infatti, avere un peso determinante. Il ministro Gava, rispondendo ad un'interrogazione del deputato de Perani ha confermato che ciascun cittadino è libero di recarsi o no a votare. Se resta a casa non rischia alcuna pena, perché non è applicabile l'articolo 115 del testo unico del '57 per l'elezione della Camera dei deputati che prevede sanzioni (menzione sui certificati di buona condotta) nei confronti dei cittadini che non abbiano esercitato il diritto di voto senza giustificato motivo. Gava ha così convalidato l'interprertazione espressa in un parere del Consiglio di Stato il 3 febbraio '88. L'articolo 75 della Costituzione stabilisce, infatti, che un referendum è valido solo se abbia votato la metà più uno degli elettori, cioè almeno 23 milioni 350 mila italiani. L'eventuale vittoria dei «sì» potrebbe essere, quindi, vanificata dalla mancanza del necessario quorum, che dovrà essere accertato dopo lo spoglio di tutte le schede dall'ufficio centrale del referendum istituito presso la Cassazione. Finora, però, gli asten¬ sionisti non hanno mai vinto, nelle 5 precedenti consultazioni popolari. I costituzionalisti ritengono perfettamente legittimo anche l'invito rivolto agli elettori a non votare. Partiti e associazioni possono, quindi, lecitamente propagandare l'astensionismo. Alcune organizzazioni ci avevano pensato, rinunciando solo alla fine ad ima propaganda in grande stile, dopo le dichiarazioni favorevoli a votare di Cossiga, della lotti e di Andreotti. II manuale dell'astensionista, che non è stato reso noto, suonava, pressappoco, così. L'astensionista che voglia raggiungere il suo obiettivo non dovrà votare il 3 giugno, ma attendere di conoscere la percentuale dei votanti alle 22 di domenica. Se questa avesse superato il 50% su scala nazionale o si aggirasse intorno a questa percentuale, l'astensionista potrà recarsi al seggio per segnare «no» sulla scheda lunedì mattina, perché il «non voto» sarebbe ormai ininfluente. Si può votare anche uno solo dei tre referendum ed astenersi dagli altri. In questo caso l'elettore non dovrà ritirare le altre schede accertandosi che il presidente di seggio lo consideri astenuto. Altrimenti risulterebbe falsato il risultato, perché la scheda bianca vale ai fini del necessario quorum del 50,0001% dei votanti. Pierluigi Franz >OPOLARj menu" • <»"°,°0. « "«"V*', ci«.ou<> P'£f",%ltomin"»? «»• Lobianco. Il presidente della Coldiretti: questo referendum è del tutto inutile Lainburg, in Alto Adige, è pessimista. Le mele di cui segue la coltivazione, senza medicine chimiche, tendono ad essere attaccate dai funghi, dai vermi, dalle larve ricamatrici. «E oltre la metà ha un aspetto bruttino, rispetto alle mele lisce rosse, magari anche incerate, che vengono da fuori». Anche Michele Lo Russo, braccio destro di Lauda Drighi, racconta degli alti costi della mano d'opera per spargere quintali e quintali di stallatico o per passare il verderame sulle vigne dopo ogni acquazzone. «Il prodotto costa un buon 30 per cento in più». Due tentativi di aggredire il problema da ogni lato vengono da due amministrazioni locali emiliane. A Modena il Progetto produzioni naturali, in collaborazione con la Fertilcoop, ha avviato la conversione di 1700 ettari di pianura. A Cesena 3500 bambini alla mensa dell'asilo comunale da un anno mangiano solo cibi naturali. Risultato: le famiglie si stanno autoeducando e i coltivatori della zona hanno cominciato a riconvertire le colture. anche finanziamenti». A questo punto è anche il dibattito a livello Cee, dove si sta elaborando una nuova legge comunitaria. Ma l'agricoltura biologica o organica, se non biodinamica, potrà mai essere remunerativa per il coltivatore e conveniente per il consumatore? Le opinioni sono diverse. Sergio Boscheri, del centro di sperimentazione provinciale di Maria Grazia Bruzzone ROMA. Il referendum sui pesticidi è stato proposto dalle associazioni ambientaliste, tra cui Wwf, Italia Nostra, Lega per l'Ambiente, con l'appoggio di comunisti, radicali, Verdi, demoproletari e della sinistra indipendente, nonché della federazione giovanile del pei, di alcune federazioni socialiste e della Cgil. Sulla scheda verde (quelle sulla caccia, invece, sono l'una color giallo paglierino e l'altra rosa) si chiede la cancellazione della seconda parte dell'articolo 5 della legge 30 aprile '62 n. 283, che ha modificato il testo unico delle leggi sanitarie del '34. Tale norma è alla base di tutti gli atti con i quali il ministro della Sanità definisce i limiti di tolleranza e di ammissibilità dei «fitofarmaci», compreso l'intervallo minimo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta e, per le sostanze alimentari immagazzinate, tra l'ultimo trattamento e l'immissione al consumo. Ecco il testo completo che domenica e lunedì (si vota fino alle 14 del 4 giugno) gli elettori si troveranno sulla scheda: «Volete voi l'abrogazione dell'art. 5 della legge 30 aprile 1962, n. 283: "Modifica degli articoli 242, 243, 247, 250 e 262 del testo unico delle leggi sanitarie approvate con regio decreto 27/7/1934, n. 1265: Disciplina igienica della produzione e della vendita delle sostanze alimentari e delle bevande», limitatamente alla seconda parte della lettera h) che reca il seguente testo: "Il ministro della Sanità, con propria ordinanza, stabilisce per ciascun prodotto autorizzato all'impiego per tali scopi i limiti di tolleranza e l'intervallo minimo che deve intercorrere tra l'ultimo trattamento e la raccolta e, per le sostanze alimentari immagazzinate, tra l'ultimo trattamento e l'immissione al consumo»? Se vincessero i «sì», cadrebbe la possibilità di usare i pesticidi entro determinati limiti. Di conseguenza resterebbe in vigore solo la norma che vieta di impiegare, nella preparazione di alimenti o bevande, sostanze alimentari contenenti residui di prodotti usati in agricoltura e tossici per l'uomo. Tuttavia in caso di vittoria dei «sì» il Presidente della Repubblica Cossiga potrà «congelare» per quattro mesi le disposizioni di legge abrogate per effetto del referendum. La normativa attuale resterà, invece, in vigore se prevalesse l'astensionismo (se cioè la metà più uno degli elettori non si recasse alle urne) o se vincessero i «no,>. [p. 1. f.]

Luoghi citati: Cesena, Italia, Modena, Roma