La casbah di Genova all'assalto dei neri

La casbah di Genova all'assalto dei neri L'aggressione del tunisino contro i passanti ha scatenato la rappresaglia, picchiati alcuni marocchini La casbah di Genova all'assalto dei neri «Hanno cercato di sfondare i magazzini dove dormiamo» Il folle resta in carcere: si temono altre violenze GENOVA. Il giorno dopo i dieci minuti di terrore seminati da Rahmani Abdemiacer El Sahab, il tunisino che ha aggredito a colpi di mannaia otto persone. Le condizioni dei feriti più gravi, tra i quali la piccola Silvia Santagada, di 2 anni, sono migliorate. Cresce invece la preoccupazione che la malavita sfrutti l'occasione per contrastare la battaglia contro il degrado del centro storico di Ger nova, avviata da due anni da comitati spontanei. Lunedì pomeriggio, poche ore dopo il folle gesto del tunisino, tra la gente che era scesa in piazza per manifestare, sono stati riconosciuti spacciatori, che incitavano la folla contro gli immigrati. Da alcuni mesi è in corso una guerra tra la malavita locale ed i nordafricani che si sono inseriti nei traffici illegali, spaccio di droga e prostituzione, per il controllo del mercato dei vicoli. Ai vecchi clan conviene creare un clima di tensione per colpire i trafficanti rivali. Il clima di ostilità che si è creato ha costretto il comitato di Sarzano, uno dei più attivi, a rinviare all'ultimo momento l'assemblea fissata da giorni. Spiega Gianni Napolano, portavoce del comitato: «Abbiamo ricevuto precise indicazioni dai residenti e anche dalla polizia sul rischio di infiltrazioni di pregiudicati alla nostra riunio¬ ne. La situazione ci sarebbe sfuggita di mano. Ci incontreremo in pochi. Dobbiamo predisporre una denuncia contro le autorità inadempienti di fronte al degrado. L'assemblea è rinviata». Nel quartiere la vita è ripresa. La vecchia Fiat «132» abbandonata che era diventata la casa di Rahmani Abdemiacer è stata rimossa. Poche decine di metri oltre, in piazza delle Erbe, c'è la saracinesca abbassata della macelleria di Anna Lami, dove l'altra mattina il tunisino è entrato per rubare la mannaia. I commercianti, che avevano chiuso i negozi per scendere in corteo, sono tornati al lavoro. «Noi viviamo qui - dice la titolare di una trattoria - e qui abbiamo il nostro lavoro. Non possiamo andarcene, ma abbiamo perso la fiducia. Basta guardarci in faccia per capire come ci sentiamo. Oggi c'è la polizia, ma fra tre giorni ci lasceranno di nuovo soli». Mentre la donna parla, poco alla volta arrivano nelle strade anche gli spacciatori, nonostante sia stata intensificata la sorveglianza. Nella notte sono stati aggrediti alcuni marocchini nel rione di San Cosimo. «Erano una trentina. Hanno tentato di sfondare i portoni dei magazzini dove dormiamo. Io mi trovavo in strada e uno di loro mi ha aizzato contro il cane lupo», racconta Rachid. Arriva Fadila, giovane connazionale che lavora al coordinamento degli immigrati extracomunitari. Ieri notte ha atteso gli immigrati all'arrivo alla stazione, per avvertirli di andare subito a casa: «A me non hanno fatto nulla, ma mentre tornavo a casa ho incontrato un ragazzo che si è presentato come laureato e mi ha insultato. E' umiliante vivere in queste condizioni. Tra un mese parto». Il questore Vito Matterà rassicura: «Non è successo nulla. Non è vero che abbiamo richiesto rinforzi. Ogni giorno i reparti mobili si spostano da una città all'altra, secondo le situazioni. Il centro storico è sorvegliatissimo. Quando c'è un momento di emergenza ci adeguiamo, ma non possiamo mandare ogni giorno cento agenti. Abbiamo già in servizio tre caravan e 20-25 uomini a piedi». Rahmani Abdemiacer è stato ascoltato dal sostituto procuratore Luigi Lenuzza. Voleva vendicarsi di uno spintone ricevuto poco prima in strada da uno sconosciuto. Il tunisino era già stato ricoverato nel manicomio criminale di Montelupo Fiorentino, per l'aggressione a due ferrovieri. Era stato dimesso a febbraio. A marzo aveva scagliato una lastra di marmo contro un falegname del centro storico. Il magistrato ha deciso che resterà in carcere, anche se il nuovo codice di procedura penale consentirebbe il ricovero in un ospedale psichiatrico. La misura è stata adottata per tutelarlo da eventuali aggressioni di gruppi razzisti. Ieri il Comune si è impegnato ad individuare aree e strutture per i centri di prima accoglienza destinati . agli immigrati. Inoltre, sarà fornito sostegno economico alle associazioni che promuoveranno manifestazioni nella città vecchia. Paola Cavallero Uno dei feriti dal folle tunisino mentre viene trasportato in ospedale e, in basso, Rahmani Abdemiacer El Sahab. Al giudice che lo ha interrogato ieri ha detto: «Ho voluto vendicarmi per uno spintone» (foto ansa]

Persone citate: Anna Lami, Luigi Lenuzza, Paola Cavallero, Sarzano, Silvia Santagada

Luoghi citati: Genova, Montelupo Fiorentino