Gorbaciov: «Ora sono preoccupato» di Enrico Singer

Gorbaciov: «Ora sono preoccupato» Il Presidente sovietico a Ottawa, i Baltici non riconosceranno gli accordi firmati Gorbaciov: «Ora sono preoccupato» In aereo ha appreso la notizia dell'elezione di Eltsin OTTAWA DAL NOSTRO INVIATO Sulla pista della base militare di Uplands le note dell'inno sovietico sono scandite dai 21 colpi di cannone che accolgono Michail Gorbaciov nella sua nuova veste di Presidente dell'Urss. Un reparto di fucilieri in alta uniforme presenta gli onori militari e il capo del Cremlino stringe la mano del suo ospite canadese, il primo ministro Brian Mulroney. La cerimonia è solenne, qualcuno spera in un primo commento sui tanti problemi lasciati a Mosca. Ma Gorbaciov non vuole ancora scoprire le sue carte. Al suo arrivo a Ottawa, sulla strada del vertice che si aprirà domani a Washington con il presidente americano George Bush, il capo del Cremlino si preoccupa di insistere sulla «necessità del dialogo in un momento di grande cambiamento» e su quella di «costruire una nuova Europa» con uno sforzo di tutti i Paesi «che sono stati alleati nella guerra» e che adesso devono collaborare nella pace. E' un anticipo dei grandi temi che saranno affrontati tanto nei colloqui in Canada che in quelli negli Usa. Ma sulla crisi interna sovietica, dai microfoni del palco ufficiale, Gorbaciov preferisce tacere. Eppure, proprio sull'aereo che lo ha portato nella capitale canadese, ha ricevuto la notizia dell'elezione di Boris Eltsin alla presidenza della Repubblica russa. E' stato il terzo colpo di una settimana di passione cominciata con gli assalti ai negozi e continuata con il sangue nelle strade di Erevan. E Gorbaciov, dopo il pranzo, di fronte a un gruppetto di giornalisti, fa un primo commento: «Sono un po' preoccupato della situazione che si è creata al Congresso dei deputati della Russia. E' una specie di confronto che non aiuta a risolvere i problemi reali». A Mosca Eltsin già alterna dichiarazioni di disponibilità per un «rapporto costruttivo» con «il Presidente dell'Urss» a dichiarazioni che preannunciano, al contrario, un inevitabile confronto. Quando la tv canadese, ieri, ha eccezionalmente ritrasmesso il tg sovietico «Vremia», Gorbaciov ha potuto ascoltare in diretta le tesi del leader radicale a proposito della «supremazia delle leggi russe su quelle dell'Urss» e sulla sovranità economica e politica della Repubblica. Sono parole appena mitigate dalla promessa di un governo repubblicano che Eltsin vuole «rappresentativo di tutte le forze» - quindi anche dei gorbacioviani - e dal dichiarato augurio di «uscire dalla crisi». Ma il margine dei futuri compromessi è incerto. Nello scontro finale, Eltsin ha battuto quell'Alexandr Vlasov che era il candidato numero uno di Gorbaciov. E lo ha battuto per quattro voti: questo si- gnifica che il leader radicale ha strappato la vittoria senza accordi preventivi. Tutto questo è la prova di un ulteriore elemento di instabilità: è il segnale di uno squilibrio politico allarmante tra gorbacioviani, radicali e conservatori. Lo squilibrio politico si inserisce, così, come un terzo elemento di crisi. Si aggiunge al marasma economico, esasperato dal panico per l'aumento dei prezzi, e al rischio di disgregazione dell'impero sovietico che la guerriglia nella capitale armena, Erevan, ha riproposto in modo drammatico. E sul fronte dei problemi nazionali anche i baltici hanno ripreso l'iniziativa. Il primo ministro estone, Edgar Savisaar, ha dichiarato ieri che le tre Repubbliche del Baltico non riconosceranno eventuali accordi che potrebbero essere presi tra Gorbaciov e Bush. «Dai vertici tra le grandi potenze non è mai venuto nulla di buono per noi», ha detto Savisaar rinnovando ancora una volta l'accenno ai patti segreti tra Stalin e Hitler che spianaro¬ no la via all'annessione di Estonia, Lituania e Lettonia all'Urss. Edgar Savisaar ha poi negato a Gorbaciov «ogni autorità di trattare, in quanto capo di uno Stato straniero». La delegazione sovietica appena sbarcata a Ottawa lascia capire che, nel complesso dei problemi in discussione, quello baltico è «in posizione subordinata». Ma anche questa spina nel fianco di Gorbaciov contribuisce a indebolire una posizione già fragile. Enrico Singer Gorbaciov alla partenza da Mosca; al suo fianco il premier Ryzhkov. Raissa è la prima da sinistra [FOTOAP]