Il Vetriolo sulla strada di Bugno di Mas. Gra.

Dopo la tappa di trasferimento di ieri, impegnativo test per la Maglia Rosa sul primo difficile colle del Giro d'Italia Dopo la tappa di trasferimento di ieri, impegnativo test per la Maglia Rosa sul primo difficile colle del Giro d'Italia 11 Vetriolo sullo strado eli Bugno Giovannetti umile: «Meglio alleati che nemici» Moser «Saronni, torna a casa» 12° TAPPA LODI DAL NOSTRO INVIATO Il Giro è un gregge e Bugno il suo pastore. Lo aspettano in migliaia sulle strade di Lombardia, con il fazzoletto bagnato in testa e la macchina fotografica pronta a cogliere l'attimo fuggente. Facile riconoscere la Maglia Rosa: per via del colore, certo, ma più ancora perché pedala sempre in testa. Si ha la sensazione che, se Bugno imboccasse una strada sbagliata, tutti gli andrebbero dietro, senza dubbi né ribellioni. La dura legge del capo-branco viene accettata con rassegnazione e, in qualche caso, con un entusiasmo che diventa notizia. Così può capitare che persino Marco Giovannetti, il «numero due» della corsa, l'uomo che la classifica investe del ruolo di anti-Bugno, rifiuti la parte e si dichiari italicamente disposto a saltare sul carro del vincitore: «Meglio alleati che nemici» è la sua stupefacente dichiarazione di intenti. Il trionfo nella Vuelta gli ha dato popolarità ma anche tossine e stress che muscoli e testa faticano a smaltire. La piazza d'onore gli sembra già un sogno, da difendere gelosamente fino a Milano, aggrappandosi alle falde della Maglia Rosa in un tandem tricolore dalle gerarchie ben definite e immutabili. Ci pensino gli altri ad aggredire il vincitore designato. Gli altri sono Mottet, Giuppo- TENNIS Ordine d'arrivo 1 la tappa Cuneo-Lodi km. 241: 1. Adriano Baffi (Ita, abb. 12") in 6h 19'07", 2. Anderson (Aus, abb. 8") s.t., 3. Van Poppel (Ola, abb. 4") s.t., 4. Wust (Ger), 5. Abdoujaparov (Urss), 6. Rosola (Ita), 7. Pagnin (Ita), 8. Citterio (Ita), 9. Bontempi (Ita), 10. Casado (Fra). Segue il gruppo. Classifica: 1. Gianni Bugno (Ita) in 50h 27'14", 2. Giovannetti (Ita) a 4'08", 3. Mottet (Fra) 4'09", 4. Echave 4'41", 5. Halupczok (Poi) 5'06", 6. Poulnikov (Urs) 5'14", 7. Chiappucci (Ita) 5'55", 8. Lejarreta (Spa) 6'02", 9. Ugrumov (Urss) 6'43", 10. Giupponi (Ita) 6'47", 11. Chozas (Spa) 6'51", 22. Visentini (Ita) 11 '47", 43. Gelfi (Ita) 29'23", 66. Saronni (Ita) 40'43", 122. LeMond Ih 25'40". Oggi. 12a tappa Brescia-Baselga di Pine (km. 193), caratterizzata dall'impegnativa salita del valico del Vetriolo, a 33 km. dall'arrivo anche questo in quota. COSI'A AL® DI della tappa più lunga ed inutile, movimentata soltanto da una caduta - forse per assopimento - al 124° chilometro. Il povero Taf! ha avuto la peggio, fratturandosi un dito e raggiungendo Fignon nell'elenco dei ritirati. Il volatone collettivo sul viale di Lodi è stato disertato dai favoriti Allocchio e Fidanza, ma ha finito egualmente con l'arridere a un «lumbard», per l'ottava volta dall'inizio del Giro: il nome dell'eroe di giornata è Adriano Baffi, cremonese e figlio d'arte (suo padre era Pierino, gregario e velocista dell'epoca immediatamente postCoppi) approdato sul podio dopo uno sterile corteggiamento di anni. In nottata si è infine svolto a Brescia l'atteso «summit» su Theunisse, il corridore olandese che continua ad attraversare le strade d'Italia nonostante sul suo capo penda una condanna per doping. I direttori sportivi (escluso, ovviamente, quello di Theunisse) agitano lo spettro di una sospensione della corsa o addirittura di una generale diserzione ai Mondiali. Il presidente della federazione internazionale Van Bruggelen ha cercato di convincerli dell'impossibilità giuridica di punire Theunisse, dovuta ad un vizio formale: la mancata registrazione della prima scappatella dell'olandese, avvenuta al Tour deFrancedel 1988. Massimo Gramellini BASELGA DI PINE'^ km 193 Pergine Valsugana Matterello Rovereto Matterello Rovereto VIG0L0VATTAR0m725 y VIG0L0y VATTAR0 Levico m725 Terme Rezzato Desenzand del Garda nzand Dolce Pastrengo Peschiera del Garda Q. VETRIOLO m 1383 ? Pergine LODI Desenzano del Garda DAL NOSTRO INVIATO oq Rezzato «Non capisco perché Saronni insista a correre. Un Giro come il suo avrei potuto farlo ancora anch'io. Quando si fatica a stare a ruota, sarebbe meglio ritirarsi». Francesco Moser non resiste alla tentazione di immergere il coltello nella piaga del suo grande ex rivale, 66° in classifica a tre quarti d'ora da Bugno, e dai microfoni di una radio locale lo invita con la consueta brutalità ad andare in fuga. Verso la pensione. Da una polemica antica a una faccia nuova, quella di Masatoshi Ichikawa, 29 anni, prime pedalate giapponesi nella storia della corsa rosa. Al suo Paese chi si mette in bici pensa alla pista, dove girano scommesse e soldi. Non così lui, che si è preso una laurea in medicina e poi è volato in Europa a caccia di ingaggi. Un incontro casuale con Gianni Motta gli ha aperto le porte di una squadra di dilettanti milanesi, rampa di lancio verso il primo contratto da «prò», alle dipendenze di Criquielion. Adesso «Ichi» è passa- 0 20 40 60 80 100 120 140 160 180 km 193 ORARIO PASSAGGI ALLA MEDIA DI KM 36 ,10 12 11,10 12 to ai franchi svizzeri di Daniel Gisiger: sogna un successo al Mondiale, che quest'anno si pedalerà a casa sua, in Giappone. Per ingannare l'attesa, galleggia in posizione onorevole al Giro (è 47°) e prenota - un po' per scherzo e un po' no - un arrivo solitario in qualche tappa dolomitica. Facce bizzarre anche fra i giornalisti. Per una volta non alludiamo a Martino, che dopo i prosciutti di Langhirano ieri ha intervistato i formaggi, nella persona di un dirigente del Grana Padano. La corsa ospita uno speaker addirittura più verboso di lui, ed è il venezuelano Luis Alfonso Ramirez, inviato da «Radio Vision» al seguito del connazionale Sierra, che corre per la squadra torinese di Gianni Savio. Le radiocronache di Ramirez sono un assolo assordante e asfissiante, farcito dalla ripetizione insistita dell'elenco dei sette sponsor della trasmissione. Gli sfrenati show del venezuelano vengono osservati con severità da un omone perennemente celato dietro un paio di occhiali scuri: è Yuri Zemlenski di «Foreign Sports», primo giornalista sovietico non di partito presente ad una manifestazione sportiva italiana. In lui convivono le due facce della perestrqjka: può scrivere quel che vuole, però non ha i soldi neppure per l'albergo e deve arrangiarsi chiedendo ospitalità ai «campers» dell'organizzazione... [mas. gra.]