Non c'è sicurezza nel circo a 2 ruote di R. S.

Non c'è sicurezza nel circo a 2 ruote Non c'è sicurezza nel circo a 2 ruote /////////// /////////// Le immagini, trasmesse dalla tv jugoslava, sono state agghiaccianti. La morte in diretta di un giovane motociclista italiano, Eros Manferdini, 21 anni di Reggio Emilia. Il tragico fatto è avvenuto domenica nella pista permanente posta sulle montagne di Rijeka (Fiume) dove era in programma una prova del campionato europeo. Alla partenza della classe 250, alla prima curva, una «esse» veloce, l'inglese Bosworth, alla guida di una Aprilia, ha urtato una delle balle di paglia poste ai margini del nastro d'asfalto. Il pilota è scivolato nel prato, la moto è rimbalzata in pista a pezzi, incendiandosi. Sui rottami sono piombati altri concorrenti, quattro sono caduti, di cui due italiani, Formilian se l'è cavata senza danni, il povero Manferdini è invece rimasto a terra ed è stato travolto, finendo poi schiacciato sotto la moto che stava bruciando. Gara interrotta, la telecamera impietosa ha poi fatto vedere uno degli addetti ai soccorsi che trascinava via il corpo dello sfortunato ragazzo, un pilota privato animato solo dalla passione, che era andato in Jugoslavia con un amico meccanico, prendendolo per le spalle, come un gatto schiacciato sull'autostrada. Se non fosse già morto sul colpo, probabilmente questo sarebbe stato il colpo di grazia. Il drammatico episodio ripropone il problema della sicurezza nel motociclismo. Mentre per le corse automobilistiche in questi ultimi anni è stato fatto molto in questo campo, sia per la sicurezza attiva che per quella passiva (mezzi, circuiti, organizzazione), nelle moto la situazione è sempre più grave. Non passa weekend di gare senza cadute e gravi ferimenti, anche nel campionato mondiale. Si tratta di uno sport pericoloso, anche perché è più difficile intervenire sui mezzi con i piloti che non hanno protezioni, se non nei rinforzi delle tute di cuoio e nel casco. Il continuo aumento delle potenze dei motori inoltre ha reso le moto quasi inguidabili, tanto è vero che anche i più celebrati campioni non riescono a evitare le cadute. Basti dire che nel Gran Premio di Germania, prova del mondiale, fra sabato e domenica ci sono state 40 cadute. La più grave ha coinvolto l'italiano Chili che ha riportato la frattura di un calcagno. L'unica possibilità al momento è quella di correre nelle piste più sicure, con ampi spazi di fuga, prati, senza muretti e guard-rail. Inoltre si debbono sensibilizzare gli organizzatori. Il dott. Claudio Costa che da anni segue per conto della Federazione italiane le gare iridate con una clinica mobile dice: «Malgrado la nostra esperienza, sovente mi trovo alle prese con la diffidenza degli organizzatori e dei medici locali. Ci vuole una grande specializzazione per soccorrere i piloti in maniera adeguata». A questo proposito bisogna ricordare quanto è successo nel weekend in Cecoslovacchia nel mondiale motocross classe 250. L'americano residente a Vicenza Trampas Parker si è fratturato la clavicola nelle prove, l'inglese James Dobb ha riportato una distorsione della caviglia. Ma l'incidente più grave è successo al belga Dave Strijbos, dopo aver vinto la prima manche davanti all'italiano Alessandro Puzar. Nella seconda batteria (poi annullata) Puzar è andato in fuga e Strijbos inseguendo è caduto rimanendo inanimato a terra. I soccorritori hanno trovato il pilota in coma. Nessuna è stato capace d'intervenire. Solo il suo manager Gerard Rond ha avuto la presenza di spirito di girargli la lingua che impediva la respirazione, salvandolo dal soffocamento. Il belga comunque ha riportato la frattura anche di tre costole ed un grave trauma cranico. Il motocross è diventato uno sport-spettacolo: gli organizzatori per divertire il pubblico hanno modificato le piste, imponendo dei salti da brivido con i piloti, in sella a moto potenti, che a volte saltano ad altezze superiori agli 8-10 metri. Forse è il momento di fare marcia indietro. [r. s.]

Persone citate: Alessandro Puzar, Bosworth, Claudio Costa, Eros Manferdini, Gerard Rond, James Dobb, Puzar, Trampas Parker

Luoghi citati: Cecoslovacchia, Fiume, Germania, Jugoslavia, Reggio Emilia, Vicenza