E Vicini inventa la nazionale multiuso

Il et sta studiando varie formule per l'attacco con l'impiego di Serena, Schillaci, Carnevale o Baggio Il et sta studiando varie formule per l'attacco con l'impiego di Serena, Schillaci, Carnevale o Baggio E Vicini inventa la nazionale multiuso «Dovremo adattarci agli avversari, ci sarà posto per tutti» r Dopo Zoff, Shilton ecco i portieri eterni FIRENZE la e parlerà sempre. DAL NOSTRO INVIATO Domani a Perugia, ore 20,30, allenamento con la Grecia. Si chiama allenamento (e si disputa con maglie d'allenamento) e non partita in quanto la Fifa non permette l'uso di siffatto termine alla vigilia del Mondiale. Ognuno però è libero di definire l'evento come meglio gli pare. L'arbitro comunque c'è: un portoghese di nome Dos Santos. Non sarà vestito da allenamento, ma da arbitro vero. Non compariranno in campo i milanisti, fatta eccezione per Donadoni. In porta, Zenga e Tacconi un po' per uno (se lo juventino recupererà la leggera distorsione alla caviglia destra che si è prodotto in uno scontro con Ferrara nell'allenamento di ieri). Bergomi, De Agostini, Vierchowod (libero) e Ferri i difensori; Marocchi, De Napoli e Giannini i centrocampisti; Donadoni il tornante, Vialli e Carnevale le punte. In partenza, si capisce, e con Schillaci e Baggio pronti all'uso. Il tutto assolutamente non ufficiale, ma fa lo stesso. Se aspettiamo l'ufficialità, stiamo freschi. Il 2 giugno con il Cannes la musica cambia nel senso che rivedremo la nazionale degli europei con la variante di Carnevale al posto di Mancini. Ma, attenzione. Dopo tutto (anzi: prima di tutto), il problema numero uno non sta nella scelta d'un compagno per Vialli. Carnevale, Baggio, Schillaci, Mancini e Serena garantiscono un'ampia possibilità di sbizzarrirsi, sia che occorra la punta intera, sia che la situazione suggerisca l'impiego della mezza punta. Il vero problema sta nell'eventuale sostituzione di Ancelotti. Se Carlo è in salute, la nazionale ritrova un talismano, il taumaturgo che può cementare un reparto la cui buona efficienza è l'indispensabile nutrimento per l'attacco. Esiste nella compagnia azzurra un centrocampista che abbia lo stesso spessore, nerbo, esperienza di Ancelotti? Pur sorridendo a Marocchi e Berti, togliere a questa nazionale Ancelotti sarebbe come togliere metà alberatura alla Vespucci. Credevamo di avere una nazionale. Abbiamo, invece, una serie di nazionali. Il commissario tecnico Vicini, nella sua estrema gentilezza, ha fatto in modo che tutti fossero contenti, juventini, interisti, sampdoriani, romanisti, riserve di complemento e di carriera, aspiranti al ruolo di spalla di Vialli e di vice-Ancelotti. L'invenzione consolatoria del et consiste in questo. Nel corso del Mondiale, gli azzurri avranno di fronte avversari delle più svariate nature, con le più diverse caratteristiche. Ebbene, la nazionale si adatterà tatticamente al nemico, si esibirà in un'operazione di camaleontismo lampo. C'è bisogno della torre agile? Ecco Carnevale. Necessita la torre di stazza? Vieni avanti, Serena. Urge un guizzante contropiedista? Sotto Schillaci. Scocca l'ora della mezzapunta d'estro e fantasia? Dai con Baggio. Ma siamo sicuri? Naturalmente no. Il magnanimo et è un dispensatore di speranze, uno scrupoloso conservatore di amichevoli climi. Egli conduce la sua squadra attraverso il tiepidario della tranquillità. State bravi, ragazzi, ci sono pallottole per tutti. Intanto, Carnevale esce dal tiepidario e s'infuria. Qualcuno ha osato fargli dire che lui non è in forma. Barba lunga, viso dolente, occhiali da sole nero-funerale, smentisce: «Chi non è in forma? Io? Vogliamo scherzare. Mai stato così bene». Annuncia di non voler più colloquiare con gli emissari di chi tende a fargli le scarpe. «Qui c'è una congiura». Teme che qualcuno orchestri la sua rovina. E' cominciato l'assalto alla sua non munitissima roccaforte. «Tira una brutta aria, dovrò stare attento a chi mi gira intorno». Il primo a girargli intorno è l'innocente Schillaci al quale Carnevale, sempre con gli occhiali da esequie e la faccia tetra, domanda: «E tu la forma come ce l'hai?». E' dunque il primo caso di quasi silenzio stampa. Quasi, perché con gli amici che lo vogliono inamovibile partner di Vialli, l'incupito Carnevale par¬ Tacconi infortunato. Il portiere, qui con Zenga, ieri si è prodotto una leggera distorsione a una caviglia CODI pc portieri sono la classica eccezione alla regola. Agiscono nell'isolamento e vengono maltrattati come clown; ma se riescono a controllare i nervi e bloccare il pallone, sono in grado di sfidare il Tempo in persona. Il vostro paese e il mio lo sanno benissimo. Dino Zoff, campione della gloriosa Coppa del Mondo del 1982, è stato il primo. Poi il suo record di anni di attività e di partite internazionali giocate (112) è stato battuto nel 1986 da Pat Jenning dell'Irlanda. Atleta stupendo, Pat. Era dotato di mani enormi da fabbro e di un cervello tutta calma e istinto. A 41 anni, portò il record delle presenze in campo a quota 119. Ma il primato potrebbe passare, il 16 giugno a Cagliari, all'inglese Peter Shilton. Sempre che non abbia incidenti, Shilton giocherà il suo 120° incontro internazionale. A quarant'anni e mezzo, dopo un quarto di secolo di attività al vertice, è un autentico fanatico. Forse non è nato come numero uno, ma lo è diventato in fretta. Tracciava a occhio diagrammi che spiegavano come il portiere potesse limitare gli angoli di tiro degli attaccanti. A 12 anni, temendo che la natura non fosse dalla sua parte, si appendeva con le braccia alla ringhiera delle scale, mentre sua madre Ada lo tirava per le caviglie per farlo allungare. Non credete che gli esseri umani possano allungarsi in questo modo? Nemmeno io. Shilton però giura che le sue braccia sono lunghe 5 centimetri in più di quelle di un uomo sul metro e 80 di altezza e sui 90 chili di peso. Dice scherzando suo padre Les: «Peter sembra un gorilla! Spero di non esserne io il responsabile!». No. Della sua struttura fisica sono responsabili l'ossessione del ragazzo e l'ansia della mamma di compiacere i suoi desideri. E adesso che è ormai un ragazzone e lotta contro la mezz'età, deve affrontare la sfida di una vista che peggiora, e non smette di pensarci su. Non ha intenzione di mollare. Si è fissato su Italia 90 e, nelle qualificazioni, ha stabilito un record: 12 ore di football internazionale senza subire gol. Shilton è ormai quello che tutti definirebbero un milionario. Non ha bisogno di continuare a tormentare il proprio corpo, ma ce la mette tutta per disporre dell'adrenalina necessaria per essere l'estremo difensore della nazionale. Pur avendo il fisico dell'uomo maturo, dentro è I ancora un bambino. I Non è da lui rammollirsi a

Luoghi citati: Cagliari, Firenze, Grecia, Irlanda, Italia, Perugia