«Tangenti di mafia a due ministri» di Francesco La Licata

L'ex sindaco di Baucina al giudice: uno è un democristiano, l'altro un socialista L'ex sindaco di Baucina al giudice: uno è un democristiano, l'altro un socialista «Tangenti di mafia a due ministri» La rivelazione nell'interrogatorio in una località segreta «Ai politici il 25 per cento sui finanziamenti ottenuti» PALERMO INCHIESTA LA TORRE DAL NOSTRO INVIATO mento degli «amici» politici, attivati a loro volta dagli «amici degli amici». Aveva raccontato della straordinaria abilità dell'impresario Giuseppe Taibbi, solito fare il giro delle segreterie politiche, alla ricerca, sempre esaudita, di soldi pubblici. Ed era stata proprio la morte di Taibbi a rompere il giocattolo. Qualcuno lo riempì di piombo, una sera dello scorso settembre. Giaccone capì che l'aria era cambiata, che arrivava il maltempo. Ebbe paura, non lo ha mai negato. E parlò. Ma non ha mai accettato di essere considerato «pentito». Anche giovedì scorso, a Samarcanda, ha rifiutato la definizione. Lui sostiene solo di essere un grande accusatore, per sete di giustizia. La sua storia, d'altra parte, sembra dargli ragione. Un uomo sempre in contraddizione, ma certamente incline al gusto di sbalordire. Figlio di agricoltori, diventa prete e si laurea in biologia. Una sola passione: il mare e la flora marina. Il clergyman non gl'impedisce di diventare sub. Lo studio lo porta a Trieste. In quella città trova anche l'amore, Claudia, che diventerà sua moglie quando don Pino divorzierà dalla Chiesa. La sua fama di studioso lo avvicina alla politica. Un primo flirt con i comunisti, poi l'abbraccio con il psi, ma con un rapporto difficile. Giaccone appare incontrollabile, i suoi compagni di partito lo accusa- no di eccessivo autoritarismo. Viene espulso e, da indipendente, diventa sindaco di una giunta anomala. Come quella di Orlando, che al professore affida 10 studio di fattibilità del canale di gronda della Fossa del Gallo, a Mondello. Lui, com'è nella sua natura, rimane incerto, diviso tra la verità scientifica e le pressioni interessate. Subisce le critiche di altri studiosi che, ironicamente, gli suggeriscono di limitare il danno ecologico «salando l'acqua che il canale vorrebbe convogliare in mare». Alla fine, Giaccone decide per la verità scientifica e sconsiglia la costruzione del canale. Altre volte è più coraggioso, come quando denuncia che il depuratore di Augusta non funziona e trasforma il mare in una grande fogna. E ancora: vieta a Baucina la vendita dei sacchetti di plastica e la caccia. A salvaguardia dell'ambiente, fonda il corpo dei Rangers a cavallo. E propone di mandarli anche a Palermo, per «ripulire» 11 parco della Favorita da prostitute e guardoni. Un vulcano di idee. Che si spegne quando a Baucina tuona la lupara. E adesso? Vuole tornare ad insegnare. «Quando potrò riavere la cattedra?», chiede ai giudici. «Non m'interessa della mia incolumità. Voglio tornare dai miei ragazzi». Ma è improbabile che possa farlo. Specialmente adesso. L'ex sindaco Giuseppe Giaccone ha svelato gli affari tra mafia e politica a Baucina Francesco La Licata

Persone citate: Giaccone, Giuseppe Giaccone, La Torre

Luoghi citati: Augusta, Baucina, Palermo, Trieste