Un fragile Gorbaciov in America di Enrico Singer

Oggi in Canada il Presidente sovietico, lo aspetta la protesta dei baltici Oggi in Canada il Presidente sovietico, lo aspetta la protesta dei baltici Un fragile Gorbaciov in America EArmenia in fiamme e un 'economia a pezzi OTTAWA DAL NOSTRO INVIATO Con una punta di imbarazzo, il tenente Pierre Belanger ricorda «quella brutta storia» dell'ottobre 1971. L'aggressione dell'allora primo ministro sovietico, Kossighin, da parte di un giovane ungherese che riuscì a stringergli un braccio attorno al collo prima che le guardie della scorta potessero intervenire. «Questa volta non succederà nulla di simile», dice sicuro il portavoce della polizia a cavallo, le mitiche Giubbe Rosse mobilitate per l'arrivo di Michail Gorbaciov. Ma il capo del Cremlino sbarca a Ottawa con preoccupazioni molto più grosse di quelle che potrebbero dargli i simpatizzanti del «Comitato per l'indipendenza del Baltico» che ha già annunciato per oggi manifestazioni di protesta. Le preoccupazioni di Gorbaciov sono quelle lasciate in Urss. La nuova esplosione di violenza in Armenia, che rischia di trasformare Erevan in una specie di Beirut. E il panico per l'aumento dei prezzi, che l'appello televisivo lanciato do- QUALI, E COME FARLE menica dal Presidente non ser/bra avere placato. Le ore di guerriglia nelle strade della capitale armena, con decine di morti, dimostrano che l'impero sovietico non è minacciato soltanto dalla secessione del Baltico. Anzi, che il pericolo più esplosivo di disgregazione cova proprio nelle Repubbliche del Sud dove il confronto ha già imboccato la via armata. E le code davanti ai negozi sono la prova tangibile del marasma economico che attraversa l'Urss. Nei cinque anni del suo potere, mai prima d'ora Gorbaciov si è presentato ad un appuntamento internazionale così indebolito all'interno. E la tappa canadese non è che l'anticipo del vertice con il presidente americano Bush. «L'ultimo vertice tra le superpotenze», come lo definisce Andrei Kortunov, uno dei commentatori politici sovietici più acuti. Ultimo vertice tra le superpotenze per una ragione molto semplice che Kortunov spiega in modo brutale: perché l'Urss non è più una superpotenza. Sul piano economico sta rivelando tutta la sua arretratezza, la cattiva gestione, ministro canadese, potrebbe avere in futuro anche una struttura parlamentare permanente composta da delegazioni dei Parlamenti dei 35 Paesi. Il primo passo per realizzarlo sarebbe «un rafforzamento della Csce», cioè della Conferenza sulla sicurezza e la cooperazione in Europa, che dovrebbe diventare sempre più «un foro per il dialogo europeo», con grande attenzione ai problemi strategici. Per questo, Joe Clark ha parlato anche della crea, "one di una «Verification Agency»: un'antenna di controllo che, in situazioni di crisi, dovrebbe svolgere un ruolo di mediazione e di arbitrato. La proposta canadese sarà, di certo, al centro dei colloqui di Gorbaciov con il premier Brian Mulroney oggi e domani. E per il capo del Cremlino è un segnale di buon auspicio. Vuol dire che, almeno sul capitolo Europa, il governo di Ottawa sembra deciso a dare ima mano all'Urss. Anche se il ministro degli Esteri, Clark, non ha mai nominato la Germania nell'esporre la sua idea di «Consiglio di cooperazione europea», è evi¬ il ritardo tecnologico. E sul piano dei rapporti di forza mondiali sta perdendo colpi perché il Patto di Varsavia è ormai reso fragile dalle posizioni autonome di Paesi come la Polonia, l'Ungheria e la Cecoslovacchia. Ma proprio tutte le preoccupazioni e le difficoltà impongono a Gorbaciov la ricerca d. risultati positivi tanto a Ottawa che - a maggior ragione - a Washington. Dal Canada un primo segnale favorevole è già partito. Il ministro degli Esteri, Joe Clark, ha dichiarato che in Europa dovrebbe nascere una «struttura permanente di consultazione dell'Ovest e dell'Est», quasi un embrione della «casa comune» proposta dal capo del Cremlino. Joe Clark ne ha ipotizzato anche un possibile nome: Consiglio per la cooperazione europea. Un organismo che dovrebbe comprendere i 35 Paesi firmatari degli accordi di Helsinki (gli europei, tranne l'Albania, più Usa e Canada) e che dovrebbe riunirsi una volta l'anno a livello dei ministri degli Esteri e, ogni due anni, a livello di capi di Stato. Questo Consiglio, secondo il dente che la nascita di una simile struttura finirebbe per ridimensionare il ruolo dei blocchi militari e potrebbe favorire un compromesso sul grande problema dell'appartenenza di una Germania unita alla Nato che vede, oggi, Urss e Usa su due barricate opposte. Ma nell'atteggiamento canadese nei confronti di Gorbaciov c'è anche una buona dose di allarme per il futuro delle relazioni economiche tra i due Paesi. In questo campo le attese del capo del Cremlino e quelle di Mulroney sono nettamente contrastanti. Gorbaciov spera in un aumento degli investimenti canadesi in Urss, attraverso lo sviluppo di nuove joint-venture (finora ne sono state costituite appena 20), e in un incremento delle esportazioni sovietiche in Canada per ridurre un deficit commerciale che ammonta a quasi un milione di dollari. Mulroney, invece, teme che l'Urss tagli gli acquisti di grano con contraccolpi per gli agricoltori canadesi. Enrico Singer ALTRI SERVIZI A PAGINA 3