Gli Usa devono imparare dalla Cee

L'economista Lester Thurov, intervistato da Alessandro Ovi, spiega perché l'America perde colpi nell'alta tecnologia L'economista Lester Thurov, intervistato da Alessandro Ovi, spiega perché l'America perde colpi nell'alta tecnologia Gli Usa devono imparare dalla Cee Con Eureka, Ariane e Airbus l'Europa fa scuola I grandi progetti europei di collaborazione nella ricerca applicata e nell'innovazione tecnologica sono oggetto di moltaattenzione da parte degli esperti americani di politica industriale. Il recente rapporto della Commissione sulla produttività industriale del Mit, ha rilevato proprio nella scarsa capacità di cooperazione una delle più grandi debolezze del sistema industriale Usa. Viene messo in evidenza il fatto che, in proposito, Europa e Giappone hanno saputo fare meglio degli Stati Uniti. E' d'accordo? E' vero. Noi stiamo analizzando con molta attenzione e anche con una certa preoccupazione ciò che succede in questo senso, in Europa e in Giappone. Per quanto riguarda l'Europa, non mi riferisco solo ai programmi Eureka ma a tutti quelli comunitari (Esprit, Race) ai grandi consorzi industriali che, soprattutto nel settore aerospaziale (Airbus, Ariane), hanno creato grossi problemi ai concorrenti americani. 1 progetti di che è otto volte più grande del secondo della classifica, non abbiamo più la superiorità tecnologica dovuta al fatto che i nostri impianti e i nostri laboratori non erano stati toccati dalla guerra, abbiamo perso anche la superiorità del management e nella finanza. Restiamo molto forti, ovviamente, ma non so se possiamo permetterci di puntare tutto sulla sola concorrenza interna quando gli altri, nel campo della ricerca e dello sviluppo, lo fanno sempre di meno. In realtà ci abbiamo provato nel campo della microelettronica con il progetto Us Memories promosso da Ibm, con il consorzio Sematech, e nella televisione ad alta definizione. L'iniziativa per la produzione di memorie nasceva dal fatto che i produttori giapponesi non erano disposti a fare contratti di fornitura a lungo termine. Però, appena annunciato il progetto Us Memories, che in realtà non riguardava la ricerca, ma proprio la produzione, i contratti di lungo termine sono subito arrivati. Sematech, che invece riguarda proprio la ricerca e la progettazione avanzata di chips, sta procedendo ed ha anche aperto un interessantissimo rapporto di collaborazione con Jessi, il suo analogo europeo. Un terzo tentativo di cooperazione tra aziende diverse è stato fatto nel campo della televisione ad alta definizione, ma è stato bocciato sul piano politico. Ha prevalso la preoccupazione cooperazione europei paiono uno strumento molto utile a far progredire e ad armonizzare un sistema industriale. Obbligano aziende diverse, e di Paesi diversi, a conoscersi dall'interno. Poi tendono a ripartire i costi per la individuazione e la messa a punto di nuove tecnologie di base. Anche se mi aspetto nascano di frequente problemi sul chi deve fare e sul chi ha le decisioni finali. Le risorse dedicate dall'industria europea a questi progetti congiunti sono per ora solo una piccola parte di quelle complessive di ricerca e sviluppo. Ma la loro crescita è significativa. Soprattutto si respira un'atmosfera assai diversa da quella che, dopo le grandi speranze iniziali, portò al fallimento del progetto di un sistema comunitario per la produzione di energia nucleare. Negli Stati Uniti stiamo passando un momento molto delicato. Siamo preoccupati di quanto fanno europei e giapponesi. Ci rendiamo conto della debolezza, nel campo della ricerca, della difesa a tutti i costi della pura concorrenza. La concorrenza è uno strumento formidabile di innovazione, di miglioramento, di crescita, ma credo che vada oggi valutata alla luce delle nuove condizioni in cui ci troviamo. Non abbiamo più, come subito dopo la guerra, un mercato Lester Thurov è professore di economia al Mit. Che cosa pensa delle possibilità di collaborazione tra Cee e Usa sui grandi progetti tecnologici? Ecco le sue risposte in questo colloquio con Alessandro Ovi, direttore centrale Iri e direttore dell'edizione italiana di «Technology Review». L'economista americano Lester Thurov: gli Usa devono collaborare con l'Europa nelle tecnologie di punta SUPER-CONCORDE enorme, ma è come se non lo possedessimo. Mi pare che molto del mondo industriale americano vorrebbe una correzione di rotta, e lo dimostra cercando di partecipare ai programmi comuni europei, camuffandosi da aziende europee. Sinceramente credo che se non vengono considerate europee a tutti gli effetti società quali Ibm Europe, Ford inglese e Gm tedesca si commette da parte europea un grave errore. La nazionalità deriva dal dove si ricerca, progetta e produce e non solo da chi ha le azioni. Il ministro degli Esteri tedesco Gensher ha recentemente sostenuto che Eureka dovrebbe essere aperto ai sovietici, che hanno punte tecnologiche molto interessanti, come ad esempio nella lavorazione del titanio. Sono d'accordo con lui, ma non vedo allora perché non dovrebbero potersi associare anche americani che da decenni fanno grande ricerca in Europa. Gli scienziati dell'Ibm che hanno preso il Nobel della fisica hanno sviluppato tutti i loro lavori sulla superconduttività proprio in laboratori europei. Soprattutto di fronte ai cambiamenti in corso nell'Europa dell'Est la cooperazione tra Europa e Stati Uniti sarà un fattore di stabilità decisivo e non avrebbe senso limitarla proprio, e forse solo, nel campo della ricerca. (Da Technology Rewiev) HIGHTECH Un cemento impermeabile Edifici fatiscenti, ponti e reti fognarie potrebbero prolungare la loro vita grazie ad un nuovo cemento a base dì ceramica impermeabile. Il materiale, sviluppato dalla Concrete Hitech, è molto consistente e permette di avere un calcestruzzo due volte più resistente di quello tradizionale. I precedenti tentativi di impermeabilizzare consistevano nel rivestire una normale base di cemento con uno strato di ceramica. Con la nuova tecnica, invece, dei catalizzatori vengono aggiunti ad una base di fosforo, magnesio e potassio e la conseguente reazione chimica produce le caratteristiche volute di durezza e impermeabilità. Costo: il 25% in più rispetto a quello tradizionale. Concrete Hitech, Francia; tel. 1 45 021800. Mini unità per tv via satellite Uno degli svantaggi della tv via satellite è che per riceverla bisogna installare un'antenna parabolica fuori dalla casa e una scatola elettronica sul televisore. Per eliminare quest'ultima necessità, la Zeta Service del Cheshire ha sviluppato un'unità che svolge le stesse funzioni ma è così piccola che può essere installata all'interno del video-registratore o del televisore. L'apparecchio, adatto al sistema Pai, sfrutta l'alimentazione elettrica e il modulatore presenti nel video-registratore. Zeta Services, Gran Bretagna; tei: 0625 583850. Programmi su dischetti I compact disk interattivi possono contenere una grande quantità dì dati e grafici, ma le società che li vogliono usare devono comprare programmi costosi e poco flessibili. Una software-house di Londra, la Cri, ha sviluppato un modo che permette agli utenti di scrivere progettimi con funzioni interattive e con grafici di alta qualità, su dischetti o sull'hard disk. Oltre a ridurre i costi, le società e le scuole potranno fare tutte le copie che vorranno. Secondo il produttore, il Developer's Universa! Nonprogramming Environment (Dune) può essere usato anche dall'utente meno esperto. Costa 300 mila lire e si rivolge a tre diversi mercati e tipi cu computer: una versione per Pc compatibili Ibm adatta alle aziende; una versione Acorn Archimedes per il settore scolastico; e una per il Commodore Amiga per i giochi sull'home-computer. Cri Group, Londra; tel. 533 2918. Financial Tlmes/La Stampa

Persone citate: Alessandro Ovi, Cheshire, Lester Thurov, Race