Una giornata alla corte di re Arafat

Colazione nella suite del leader Olp, a Ginevra con il suo seguito per il Consiglio di sicurezza Onu Colazione nella suite del leader Olp, a Ginevra con il suo seguito per il Consiglio di sicurezza Onu Una giornata alla corte di re Arafat «L'antisemitismo è odioso ma anche il razzismo contro di noi» GINEVRA DAL NOSTRO INVIATO Arafat si porta appresso una piccola corte che imbarca in una grande confusione di valigie, schedari, computer portatili e scatoloni di datteri su di un minuscolo executive-jet. Dovunque Arafat approdi, quindici minuti dopo l'arrivo in albergo, la sua suite prende l'aspetto, e sprigiona l'atmosfera d'una casa araba. Panciute teiere di tè in perenne bollitura, vassoietti colmi di datteri, di dolcetti di mandorla, tappetini da preghiera e uomini in grisaglia grigia e Magnum 44 sotto l'ascella che girano indaffarati. Da un po' di tempo a questa parte, Arafat sembra essersi stancato degli «impiegati della rivoluzione» divenuti grassi e calvi a furia di ingurgitar panini unti, specialisti Dell'insozzare le tazzine da caffè con le cicche di innumerevoli sigarette. Adesso non fuma quasi più nessuno in presenza del raiss. Spiccano a corte due belle ragazze: una bionda, la figlia dell'animosa quanto famosa giornalista palestinese Raimonda Tawil; una mora che aveva sette anni quando suo padre. Ali Taha, rimase ucciso durante un dirottamento aereo. La prima ha studiato in Francia, la seconda negli Stati Uniti. Fanno da segretarie-interpreti ma non disdegnano di riattaccare qualche bottone. francesi e di acqua d'Evian, e ancora spiedini di carne, polli alla diavola, frutta. Arafat chiede delle olive e compare d'incanto un cartoccio. Ne mangerà sei, le ho contate, annaffiandole con tre bicchieri di tè bollente condito con un po' di miele. E basta. Ad un certo momento gli mettono sulle ginocchia una bambina in falpalà che lui doverosamente bacia; sembra proprio d'essere in una casa palestinese, o del nostro profondo Sud durante una Prima Comunione. Consapevole del proprio ruolo, Arafat deve tutto al suo talento e nulla al suo fisico. Alto un metro e sessanta, in perenne lotta con la pancetta, un naso troppo grosso, gli occhi sporgenti, le orecchie da elfo, grandi, quando si arrabbia protende in avanti il labbro inferiore risultando non proprio gradevole. Epperò ha saputo compensare gli scarsi doni della natura costruendo con intelligente istrionismo e con humour un personaggio irripetibile. La sua kaffia a pepi bianchi e neri che dissimula una impietosa calvizie è divenuta per i palestinesi forse quello che per gli italiani fu la camicia rossa di Garibaldi. Le guance brinate da una eterna barba rada aggiungono un tocco di drammaticità alla sua persona scattante: quella del militante braccato, del fedayn-doc. Il pasto finisce presto, il colloquio riprende. Cosa si aspetta Dopo la sua performance al Consiglio di Sicurezza, Arafat mi ha invitato «a corte» per farmi conoscere Mahmoud Darwish, considerato insieme con Sami Al Qassim e Tawfiq Az-Zayad, «il frutto più fecondo della poesia palestinese». L'Evtucenko dell'Olp, che vende milioni di copie dei suoi libri, è un asciutto «ragazzo» di 50 anni, dagli occhi ironici eppur tristi. Per Darwish, dico ad Arafat, la Palestina non è l'Andalusia (che nell'immaginario arabo rimanda al paradiso perduto), bensì un «paradiso realizzabile». E per lei? «In certi momenti della vita, diciamo pure storici, m'assale prepotente il ricordo dell'infanzia. Rivedo la mia casa, in Gerusalemme, a un passo dalla Moschea della Roccia, risento gli odori del vicolo dove giuocavamo, il pianto dei miei fratelli quando scivolavano su quei ciotoli antichi. Ma tutto ciò è per me il paradiso perduto poiché quella casa non esiste più e a Gerusalemme non c'è più nessuno ad attendermi. E tuttavia la Palestina, ch'è poi la mia infanzia, non è soltanto il passato ma l'avvenire: per i nostri figli. Però il prezzo del biglietto di ritorno sta diventando troppo alto. Diversi gruppi mi chiedono le armi. Ma io dico no. E loro si fanno ammazzare. Ma fino a quando?». Palestinesi lanciano sassi ai poliziotti a Gerusalemme Est. Ieri i capi dell' Intifada hanno ordinato di colpire i soldati Il signor Netanyahu, vice ministro degli Esteri di Israele, si è detto inorridito del fatto che lei, il capo di quell'Olp la cui Carta Nazionale prevede la distruzione di Israele, sia stato ammesso nel sacro recinto del Consiglio di Sicurezza. «Ho già dichiarato pubblicamente più volte che l'articolo 2 della Carta è "caduco". Io non semino odio e violenza, io chiedo soltanto che si smetta di ammazzare la mia gente inerme con tanta perversa ostinazione razzista. Se è una vergogna l'antisemitismo, un sentimento che noi arabi non abbiamo mai coltivato, se fa orrore la profanazione dei poveri morti di Carpentras che io condanno con forza, non vedo perché non si possa denunciare al tribunale del mondo i crimini neonazisti contro i miei ragazzi. E' allucinante che i figli degli scampati da Auschwitz si comportino come i persecutori dei loro padri. Roba da psicoanalisi. Senza contare, poi, che sono stati gli europei a mandare a morte sei milioni di ebrei innocenti, non gli arabi sicché non si capisce proprio perché quella abominevole mattanza dobbiamo pagarla noi palestinesi». «A tavola», sollecita d'improvviso Raida, la ragazza mora, battendo le mani. In un angolo della suite hanno apparecchiato per dieci, ci sediamo in quindici. Tutti gli altri in piedi. C'è uno sprofluvio di formaggi (Segue da E' mancato all'affetto Lino Bo Addolorati lo annunciano: la mogli? Cristina, la figlia Maria Teresa col marito Gino Vergano; i nipoti Cristina e Giuseppe con Paola. I funerali avranno luogo martedì 29 alle ore 8,15 nella parrocchia San Benedetto. — Torino, 26 maggio 1990. Paolo, Anna e Lucia Piccione piangono la perdita del caro ZIO. Andrea a Magda, Giancarlo e Mariuccla Vergano con i figli partecipano al dolore. Il nipote Franco Piccini con la famiglia si unisce al dolore. Mariticela e Magda Lavezzarl e famiglia commossi partecipano. Titolari e Maestranze Centro Vendita Cuscinetti Torino SpA sentitamente partecipano al cordoglio dei famigliari. Partecipano al dolore di Maria Teresa, Gino e famiglia, gli amici: Natalino, Angela Accornero Rinaldo, Lina Accornero Luciano, Simonetta Accornero Ghepl, Elena Angelerl Giorgio, Mariateresa Bianco Angelo, Carla Bracchino Giuseppe, Nene Maggiora Renzo, Mariateresa Maggiora Umberto, Claudia Maggiora Pino, Laura Menzlo Filippo, Piera Plgnatelll Alberto, Carla Ravera Piero, Rosi Verri. Bruno, Giulietta e Silvano Lucco Borierà partecipano al dolore della famiglia Vergano. Ci ha lasciati Giuseppin Lo annunciano la figlia Antonietta con Gino, Alberto, fratello, sorelle, cognati, nipoti. Funerali martedì 29 ore 11,45 parrocchia Sant'Alfonso. La presente è partecipazione e ringraziamento. —Torino, 26 maggio 1990. Dopo breve malattia è ma Giovanni C grossista ordi an Ne danno il doloroso annuncio la moglie Franca, i figli Carlo con la moglie Marisa, Gianna, la nipote Laura con il marito Franco Negro, sorelle, cognati, nipoti e parenti tutti. I funerali avranno luogo lunedì 28 corr.. alle ore 16. dall'abitazione via Monte Grappa 11. — Busa, 26 maggio 1990. Marco Canavoso e mamma sono affettuosamente vicini a Gianna e familiari in questa tristissima circostanza. Piero e Claudia con Laura sono vicini a Gianna e famiglia partecipando commossi. Si associano al lutto Tina e Maria Napoli, Enrico, Enzo, Luisa Campo. Le famiglie Od lardo e Roatta partecipano al dolore della famiglia Casalegno. Sono vicini a Gianna fi famiglia: Aldo, Gabriella Pletrlnl Enrico, Rita Mlchelotto Ermanno, Jolanda Bigatto Silvano. Palma Barbarle Livio, Luisella Dezzanl Erminia Rocca Luigi Girardi Cario, Laura Vigilano Gabriella Fumagalli Giuseppe Franco Natale. Ina Plepoll Sergio, Emma, Chiara Marchlnl Giuseppe, Eurosla Rustlchelll Andrea, Eie Zanon Pierangelo Mafflodo Monica Mossa Giampaolo Pesando Germana Ferrerò Fuslé e famiglia Gianfranco Perono Marco Clcchelll Renzo, Ceslra Valr Corrado Candela Sandra Pani Flavio Musso Michele Ucher! Miranda Storaci Martine Felloni Claudio, Simonetta Favro famiglia Mlletto Marco, Daniela Perei Diego, Paola Favro pagina 4) del suol cari ccaccio a Galletti è mancato ai suoi cari asalegno rtofrutticoli nni 68 dal Consiglio di Sicurezza, dagli americani? «Penso, dopo quello che mi ha detto il segretario generale dell'Onu, che gli americani stiano seriamente riflettendo se imporre il veto o non. Bush è un uomo davvero onesto come onesto fu Eisenhower che intimò agli israeliani di sgomberare il Sinai nel 1956». Ventidue anni fa, il 25 di marzo del 1968, dopo la battaglia di Karameh, Yasser Arafat esce dalla clandestinità. Ha scelto il nome di battaglia di Abu Animar in omaggio ad Ammar Ben Yasser, il grande capo militare del primo secolo dell'Islam e dichiara a noi giornalisti che «la guerra di popolo può durare anche cinquant'anni». Da quel lontano e fatale giorno, Arafat ha subito infinite ferite che tuttavia ha presto cicatrizzato. E oggi il predicatore della lotta armata ad oltranza è l'uomo della trattativa ad ogni costo. Nessun leader arabo od ebreo, ha scritto Alan Hart, ha fatto più di Arafat per preparare (in questi ultimi diciotto mesi) il terreno a una soluzione ragionevole del conflitto israelo-palestinese. La Storia è proprio un regista ironico, ha scritto l'«Herald Tribune»: quando Israele era piccolo aveva un grande statista, Ben Gurion; oggi ch'è adulto, Israele ha soltanto piccoli «politicians». Partecipano al dolscomparsa di Giovanni Apgo e Consiglio Direttivo 3B di Battaglio Giovanni Ditta Alalmo Angelo Amato '» Filippo Ascherl fratelli Berlino Flolln Carlo Coppa Ditta DI Grazia Ditta Fasano sne Giorgio Fauda Ditta Giacomo Ferro famiglia Francesla Longo Ditta Fruttital FV Effevi srl Giaccone Giovanni sne famiglie Giuseppe Ezio Giordano fratelli Guala Il Jolly di Conte Carlo La Mole di Riva Silvano La Nocerina di Amato Michele Lombardi e Poggio Franco e Marco Masoero Ditta Ortofrutta Ortortvlera di Filippo Gianni Bruzzone Ditta Palo e famiglia Lorenzo Parodi Ditta Passerino Ditta Perlno Domenico Qulrlco Giovanni Ramondo Eredi Ritta famiglie Rossi e Podestà Ditta Samba di Corso Giovanni Ditta Samarotto di Scozzerò Agostino Slpot sas di Cuniberto L. C. Ditta Tramontena Guido Tresso Tuttafrutta dì Gonferò Spalla famiglia Vaccarone Ditta Cavallo — Torino, 26 maggio 1990. Gianni e Laura Ramondo porgono sentite condoglianze. Carla Ploro Laura Sergio Stuerdo piangono l'amico GIOVANNI. Giuseppe Piero Giovine e Collaboratori tutti della Ditta Torino Frutta sas di Giovine e Casalegno partecipano commossi. Fratelli Riva Leonardo Darlo e famiglia e Collaboratori tutti porgono sentite condoglianze. Ha concluso un'intensa esistenza Anna Dovo lasciando a ricordo la sua generosità, il suo stile di vita. Lo annunciano la figlia Ada con il marito Eros Ricotti e Cristina, la nipote Michelina Donadlo e cugini. Funerali: lunedì 28 ore 11,30 ospedale Molinette. ore 11.45 parrocchia Santo Natale, vìa Boston 37 — Torino, 25 maggio 1990. Michelina, Francesco, Vpiangono la zia NETA. Leonllda e Darlo Ricotti partecipano al dolore di Ada. I cugini Una Dovo Carando e figli Lia Moro Vigor Ito e famiglia Francesco Moro e famiglia angosciati piangono con Ada la scomparsa della adorata MAMMA. I Laboratori UCB Spa partecipano con profondo cordoglio al lutto della famiglia per la improvvisa ed immatura scomparsa del dr. Mario Em — Torino, 26 maggio 1990. Lele e Tommy Bouvet cono l'amico dr. Emanuel — Torino, 26 maggio 1990. Angioletta e Renzo Ganl sono vicini a Ester e Marìacarla con l'affetto di sempre nel ricordo del carissimo MARIO. Fabio Guatelll sì associa al dolore dei familiari ed esprìme profondo cordoglio per la scomparsa del CAV. GRAN CROCE PROF. Emanuele — Milano, 26 maggio 1990. Piero Gli amici Maria-Carla, WMassimo, Claudio e Roby do. — Torino, 25 maggio 1990. (Continu Igor Man ore della famiglia per la Casalegno ved. Soldati sco, Vittoria e famiglia anuele Bosio uvet commossi ricorda e Mario Bosio Mario Bosio Berthier arla, Wanda Cesare, e Roby sono vicini a Da a a pag. 8)