Seconda fumata nera per Eltsin presidente

Stallo al Parlamento russo: al leader radicale mancano 28 voti, l'iter per l'elezione riparte da zero Stallo al Parlamento russo: al leader radicale mancano 28 voti, l'iter per l'elezione riparte da zero Seconda fumata nera per Eltsin presidente Gli alimentari presto tesserati a Mosca, paura di tumulti Poloskov, l'onti-Eltsin Una carriera nell'apparato Il suo motto è: prudenza MOSCA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Un'altra fumata nera al Parlamento russo per Boris Eltsin e code sempre più folte ed esasperate di fronte ai negozi. Alla vigilia della partenza di Gorbaciov per il Canada i segnali non potevano essere più infausti. Quella che il capo del Cremlino sta per lasciare è una capitale percorsa da una nuova ondata di tensione. Accompagnata, ancora una volta, da voci di possibili disordini che potrebbero esplodere già oggi, ultimo giorno di acquisti liberi a Mosca prima che scatti la «spesa col passaporto». Lo scontro tra radicali e conservatori per la presidenza della Repubblica Russa e l'incubo dell'aumento dei prezzi sembrano quasi intrecciarsi. Con un risultato comune: un senso di paralisi che avvolge il gioco politico e quello economico. La paralisi politica si riassume in due numeri: 503 contro 458. Sono i voti raccolti dal leader del blocco «Russia democratica», Boris Eltsin, e dal suo avversario conservatore, Ivan Poloskov, in corsa per la direzione della più grande e importante delle 15 Repubbliche dell'Urss. Il quorum da raggiungere era di 531 voti: la metà più uno dei 1060 deputati. Così tutto è rinviato ad un'altra elezione. Con un iter che riparte da zero, con nuovi candidati e con una bat- taglia anche procedurale che si annuncia aspra. Il nuovo sistema parlamentare sovietico è ancora incerto, poggia su regolamenti contestati. Nel caso dell'elezione del Presidente del Soviet supremo prevede due turni di voto: un primo tra tutti i candidati e un secondo di ballottaggio tra i due meglio piazzati. Se dopo questo doppio voto nessun contendente riesce a superare il quorum, si deve riaprire la campagna elettorale, con la presentazione di nuovi preten¬ ÀRomanell'81 Una coda davanti a un negozio di alimentari, ieri mattina. Il cartello dice: «Riservato ai dipendenti delle ditte di Mosca» Eltsin e Poloskov, in sostanza, non rimangono automaticamente in corsa. Anzi, c'è chi sostiene che dovrebbero rinunciare. «Nessuno è riuscito a vincere, quindi tutti e due sono stati sconfitti», dicevano ieri alcuni deputati al Cremlino. Di sorprese al Congresso dei deputati, tuttavia, ce ne sono state già tante e nessuno è in grado di fare previsioni. Ma la tensione politica è superata da quella che ha conquistato le strade nell'incubo degli «La gente ha interpretato l'annuncio della riforma come un segnale di qualcosa di molto più immediato e pesante. Era necessaria una maggiore cautela» ha detto il vice sindaco della capitale Stankievich. «Ma ormai il male è fatto, i cittadini prendono d'assalto i negozi, ci sono stati anche episodi che hanno reso necessario l'intervento della polizia. E noi, come autorità cittadine, dobbiamo prendere misure concrete». La prima era stata decisa venerdì: la vendita dei generi alimentari ai soli residenti, la «spesa col passaporto». Doveva scattare ieri ma è stata rinviata a domani per evitare disordini. Mosca ha 9 milioni di abitanti, e 2 milioni di «visitatori» al giorno. Il Comune considera che il 40 per cento dei prodotti venduti finisce fuori della capitale. I «turisti economici» giungono alla domenica (i negozi sono aperti). «Pretendere il passaporto da ieri non era giusto - ha detto Stankievich - e poteva essere anche pericoloso perché la città è già invasa». Ma da domani questa prima «misura di difesa del mercato di Mosca» sarà operativa. Il prossimo passo potrebbe essere il tesseramento. A Mosca ci sono scorte per un mese a consumi normali ma negli ultimi giorni è stato venduto tutto con un ritmo tre volte superiore alla media. denti. aumenti dei prezzi. In realtà il governo ha annunciato un solo aumento: dal 1° luglio i prezzi del pane e dei derivati del grano saranno moltiplicati per tre. I rincari di tutti gli altri generi di consumo sono legati al varo della riforma economica che è previsto per il gennaio 1991 ed è condizionato ad una «grande consultazione popolare». Ma le promesse di gradualità e di garanzie non hanno frenato la corsa all'accaparramento di tutto quello che ancora si trova nei negozi a Mosca. Enrico Singer DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Ivan Kuzmich Poloskov, 55 anni, ha una lunga carriera nel pcus. cominciata in un kolkoz della' regione di Mosca e approdata alla direzione del partito in uno dei più importanti centri agricoli del «grande Sud» russo, Krasnodar, tra il Mar Nero e la Georgia. E' membro del Comitato centrale dal 1984, settore organizzazione e propaganda. La storia politica dell'antiEltsin è tutta qui. Lontana anni luce da quella piena d'impennate e di contrasti del leader radicale che è stato segretario del pcus nella capitale e membro del Politburo prima di entrare in rotta di collisione con Gorbaciov. Ma Ivan Poloskov non è soltanto il prototipo dell'uomo deH'«apparato». E' anche uno degli astri nascenti di una galassia ancora poco esplorata: quella che a Mosca chiamano dei «nuovi conservatori». Amici di Egor Ligaciov, capo indiscusso dell'ala ortodossa, certo. Ma anche decisi a battere strade non tradizionali, come la fondazione di un partito comunista russo svincolato dalla tutela del pcus. E pronti a cucire insieme un «fronte degli scontenti» che parte dagli ufficiali dell'Armata Rossa per arrivare ad una fascia degli operai, dei minatori o dei contadini spaventati dalle novità che promette la perestrojka. so Ivan Poloskov, sino a ieri rivale di Eltsin alla presidenza russa MOSCA La parola magica dei discorsi di Poloskov è «prudenza». In campo economico, prima di tutto. «Certamente dobbiamo sperimentare forme di mercato, ma dobbiamo farlo per gradi. Cominciando da alcuni settori per studiare gli effetti e per fermarci in tempo, se necessario». Le cooperative, prima embrionale forma di iniziativa privata già ristabilita in Urss, sono la sua bestia nera. «D'accordo sulle cooperative di produzione ma quelle commerciali sono fonte di speculazione e di squilibrio sociale». Le realizzazioni concrete - quelle si possono fare «senza dover cambiare prima il sistema» - sono il suo cavallo di battaglia. «Se diventerò presidente del Soviet supremo russo, il mio primo obiettivo sarà quello di aumentare i servizi» diceva ieri Ivan Poloskov in attesa del voto di ballottaggio. E citava «le mogli dei militari che vivono nelle basi e che sono costrette a portare i figli a scuola a chilometri di distanza». Con quali risorse un'economia in ginocchio come quella sovietica possa compiere investimenti di questo tipo Poloskov non lo dice. Per ora la sua preoccupazione è quella di costruire la diga degli scontenti che blocchi Eltsin e costringa Gorbaciov a rallentare. «Patom, miedielna» (dopo, con calma) si vedrà. [e. s.] ciale e la rabbia per l'austerità economica