Aragozzini riavrà il Festival di Masolino D'amico

il Festival il Festival Un momento dei «Persiani», nel Teatro Greco di Siracusa TORINO. Riapre anche il Piccolo Regio, dopo i lavori di ristrutturazione, con «I Concerti della domenica». Restituito così alla sua funzione originale, il «Piccolo», s'inaugura domani alle 10,45 con il pianista Simone Pedroni, che eseguirà la «Suite inglese n. 6 in re minore» di Bach ed i «Quadri di una esposizione» di Musorgskij. Quattro i concerti, ridotti, quindi, rispetto ai cicli degli anni scorsi. Il 3 giugno sarà la volta del mezzosoprano Elisabetta Lombardi e del tenore Carlo Alternano, accompagnati dal pianista Erik Battaglia. Il programma comprende pagine di Purcell, Mozart appunto («Dalla sua Pace» dal «Don Giovanni»); «Parto, ma tu ben mio» da «La clemenza di Tito»), Richard Strauss e Brahms. Il terzo concerto è affidato al pianista Cristiano Larosa, che interpreterà da «Années de pèlerinage» (Premier année) «Au bord d'une source» e «Vallèe d'Obermann»; mentre da «Années de pèlerinage» «Deuxième année) i famosi Tre Sonetti del Petrarca il 47, 104 e 123) tratti dal Canzoniere. Infine Larosa suonerà «Après une letture de Dante - Fantasia sonata». Quarto e ultimo concerto il 17 giugno con il Trio di Torino (Lamberto, De Stefano, Fuga) che suonerà due Trii di Brahms. La vendita dei biglietti (2000 lire) avverrà i mercoledì precedenti i concerti. [ar. ca.l fine Serse arriva sopra un bel cavallo baio. Tutto questo è elegante e ben coreografato. Ma l'ascolto è penalizzato dall'uso, nuovo per Siracusa e spero da non adottare stabilmente, dei microfoni. Il cerotto sulla guancia destra che contrassegna i parlanti non è infatti segno di un foruncolo spremuto male, ma sorregge un nero tubicino grazie al quale Corifei (Toni Servillo e Antonio Neiwiller), Regina (Mariella Lo Sardo), Ombra di Dario (Piero Di Iorio) e Serse (Andrea Renzi) (il Messo non lo vediamo mai, la parte è stata registrata da Remo Girone), tutti all'altezza della situazione, possono anche sussurrare, avvolgendoci con la loro voce, talvolta mescolata a poco memorabili musiche di Franco Battiato e Giusto Pio, come i «crooners» del buon tempo che fu. Cosa non necessariamente spiacevole (non ho nulla contro il teatro alla radio), ma che alla resa dei conti esonerando gli attori da un certo sforzo, toglie concentrazione al nucleo del dramma, e rende distraente il contorno con cui il regista ha forse voluto addolcire la pillola di una materia molto austera: se è così, male, Martone avrebbe dovuto avere più fiducia nella parola del vecchio Eschilo, tanto più che questa parola, sia pure amplificata, continuamente ci sorprende con la sua forza di penetrazione. SANREMO. Adriano Aragozzini organizzerà anche il festival 1991, il terzo del dopo-Ravera. La decisione è arrivata improvvisa, quasi un blitz del sindaco Leo Pippione, a poche ore dalle sue dimissioni (previste a mezzogiorno di oggi) e dal suo ingresso in Consiglio regionale. Ieri pomeriggio l'Ufficio Politico (capigruppo e segretari dei partiti di maggioranza) ha esaminato il progetto proposto dal patron romano ed ha espresso un parere favorevole lasciando, però, l'ultima decisione alla giunta che si è riunita a tarda sera. Sindaco ed assessori sono sintonizzati sulla stessa lunghezza d'onda dell'Ufficio politico e quindi la notte non dovrebbe riservare sorprese. La comunicazione ufficiale del sindaco è prevista per la tarda mattinata a Palazzo Bellevue. Ieri, parlando con i giornalisti, Leo Pippione aveva sottolineato che l'urgenza della decisione era dettata dai «tempi lunghi» previsti per la nomina del suo successore «con il rischio di arrivare troppo tardi». Il festival '91 seguirà il solco tracciato in occasione del quarantennale: orchestra, cantanti stranieri, canzoni dal vivo. Dimenticato ormai l'Ariston, per poter ripetere l'esperienza di quest'anno al Palafiori, il festival si dovrà svolgere di nuovo in una grande struttura: un tendone da 3000 posti a Portosole. Fuori gioco gli altri 3 candidati: Ravera, Vitola e Girone, [g. p. m.J te e pantaloni come peones messicani, ma grigi, è incessantemente intento ad attività come misurare il tempo col pendolo, tracciare cerchi in terra, ecc. Il coro siede in terra da un lato, lungo un lato della scena, davanti a strumenti musicali, un po' come bonzi tibetani. Al centro una pedana circolare di pietra bianca ospita la Regina, e qui da una botola sorgerà l'ombra del suo sposo, Le porte della città, al centro, vengono aperte a un certo punto per rivelare uno scheletro con lancia; alla Masolino d'Amico Barbeua Gagliardi Saffirio

Luoghi citati: Sanremo, Siracusa, Torino