Sconfitta di Persiani al microfono
A Siracusa la sublime tragedia di Eschilo con la regia e le scene di Mario Martone A Siracusa la sublime tragedia di Eschilo con la regia e le scene di Mario Martone Sconfitta di Persiani al microfono Uno spettacolo ricco di fascino visivo Modeste musiche di Battiato e Giusto Pio Annuncio blitz Aragozzini 15 concerti Domenica al Piccolo Regio SIRACUSA DAL NOSTRO INVIATO La sublimità del testo nasce dal celebrare la grande vittoria facendocene ascoltare i commenti dalla parte dei Persiani. Ci troviamo nella reggia di Susa, dove l'innominata Regina vedova di Dario e madre dell'imperatore Serse riceve notizie della spedizione, sempre più catastrofiche, dapprima per bocca di un corifeo portavoce degli alti dignitari partecipanti alla campagna, quindi di un messo. Ella a sua volta le trasmette al fantasma di Dario, che si affaccia per deplorare l'accaduto; e lo scoramento generale culmina col ritorno di Serse sconfitto e umiliato. Indossando i panni del nemico, Eschilo sfoggia tutta la divina serenità dell'arte greca, e mostra per tocchi obliqui come il trionfo dei suoi non sia dovuto a un eroismo particolare (non è dato il nome di nessun greco, viene anzi spiegato che in quel popolo nessuno può avere il comando assoluto), ma rientri in un disegno deciso lassù nell'Olimpo, dove la «hybris» dell'imperialismo persiano è sentita come una sfida intollerabile. Il dramma si risolve dunque in una dolorosa presa di coscienza dei vinti, che passa dalla squillante parata dei nomi dei caduti (Amistre e Artafrene, Megabate e Astaspe...) ai lamenti di Serse redivivo, con in mano solo una faretra per le frecce, chiamata ahimé contenitore, all'inglese, nella peraltro pregevole nuova Era ora che l'Istituto del Dramma Classico riproponesse «I Persiani», che non si rappresentava da più di trentacinque anni; non che sia un testo facile da portare al successo, con la sua fisionomia così singolare. Secondo episodio di una tetralogia, il lavoro doveva costituirvi, possiamo congetturare, un momento di riflessione, privo com'è quasi del tutto di sviluppo drammatico, accordato com'è su una nota sola e sostenuta. E poi è molto breve, e lo si può esaurire in un'oretta; anche dilatato dagli interventi del regista Mario Martone, a Siracusa è durato un'accettabilissima ora e mezza. D'altro canto, «I Persiani» è sublime, anche nel sublime teatro di Eschilo. Presenta l'affascinante caratteristica di essere l'unica tragedia greca su di un avvenimento recente e autentico; e quale avvenimento! Nientemeno che quella sconfitta dell'invasore Serse a Salamina, che salvò l'indipendenza greca e quindi la cultura dell'Occidente. E gli storici antichi vollero sottolineare i legami di quel momento fondamentale con il teatro, rilevando, o inventandosi, che nello stesso anno 480 a. C. Eschilo combatté a Salamina, Sofocle diciassettenne fu incaricato di guidare i giovani cantori del peana celebrativo, ed Euripide nacque. PRIME CINEMA traduzione di allievi dell'INDA diretti da Giusto Monaco. Lo spettacolo di Martone, autore anche della scena, avvince l'occhio più dell'orecchio. Per cominciare da quello che vediamo: siamo all'interno di un muro di cinta dai riflessi d'oro, al di là del quale sono torrette di vedetta con arcieri che si stagliano pittorescamente contro gli alberi. Al di qua c'è un'arena cosparsa di finissima sabbia di pietra pomice, nella quale il popolino persiano, vestito da Zaira De Vincentiis con casacchet-
Persone citate: Aragozzini, Battiato, Giusto Pio, Mario Martone, Persiani, Salamina
Luoghi citati: Giusto Monaco, Martone, Siracusa, Susa, Zaira De Vincentiis
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