«Addio Real non ti rimpiango» L'orgoglio di Martin Vazquez

A Lubiana, contro la Jugoslavia, il futuro granata guida la Spagna ancora sen^u identità A Lubiana, contro la Jugoslavia, il futuro granata guida la Spagna ancora sen^u identità «Addio Real, non ti rimpiango» L'orgoglio di Martin Vazquez r 1 Meglio avere Baggio che una tela diRenoir TARVISIO DAL NOSTRO INVIATO PARAME T RI UEFA CON OLI OCCHI DI UN INGLESE Martin Vazquez: «Ho fatto una scelta di vita, giocherò in Italia» di Bob Hughes Mi auguro tutt'al più che cambi durante il Mondiale, che a quel punto l'interesse per la manifestazione prevalga su quello per il mio futuro. Ho lasciato il Real per una scelta di vita e non mi pento assolutamente. Anzi, tutto questo interesse mi rende in qualche modo orgoglioso». Proviamo a ipotizzare che effetto gli farebbe star fuori dal grande giro delle Coppe europee, ma non ci casca: «E' vero che verrò quasi sicuramente in Italia, però non ho ancora firmato. Per un calciatore credo che venire a giocare nel campionato italiano sia un momento importante. Alle Coppe non ho pensato e non ci penso: anche più importanti dell'immediato presente possono essere le aspirazione di un club, la crescita che si può fare insieme». E, subito dopo, smentisce anche la possibilità di trascorerre a Torino lunedì e martedì della prossima settimana, che Suarez lascerà di libertà ai suoi: «Macché, voglio stare in pace, rilassarmi con i miei familiari». L'appuntamento torinese è, dunque, rimandato anche se Madrid fa già parte dei ricordi: «L'ho detto, nessun rimpianto e neppure invidia visto che Mendoza sta lavorando per fare una squadra ancora più forte. Per essere qualcuno conto su me stesso, mi ritengo capace di sfondare grazie alle mie doti. Senza essere uno del gruppo». 11 ! N industriale italiano spende 30 milioni di dollari per quattro calciatori. Un giapponese compra due quadri per 160 milioni di dollari. E noi a bocca aperta. Ma non è sempre successo che i ricchi spendessero per appagare i propri desideri? Per alcuni è il casinò, per altri l'antiquariato, o i cavalli da corsa o gli yacht. Per Agnelli sono i giocatori di pallone, per Ryoei Saito le vecchie tele. Per il primo, un'arte in movimento; per il secondo, un'arte passiva. Quando gli inglesi si misurano con la vostra logica, restano sconvolti da una simile scala di grandezza. Penso sia stata Mae West a dire che, quando avete qualcosa, tanto vale che l'esibiate. E sono convinto che è stato Saito a cominciare la settimana commentando: «Se ti piace qualcosa, devi andare fino in fondo. Se ci saranno altri pezzi buoni disponibili sul mercato, ne comprerò altri ancora». L'avvocato Agnelli non è avvezzo a tali vanterie. Ma apprezziamo da tempo il suo amore per «la Vecchia Signora» di Torino, una creatura di carne e di sangue che lo attrae in maniera irresistibile. Alcuni di noi, compreso forse Berlusconi, pensavano che la passione di Agnelli per il calcio si stesse raffreddando; che si fosse imposto di non superare i limiti pagati dal Milan per i tre olandesi. Ma sono stati smentiti. All'inizio del nuovo decennio, ecco un nuovo stadio, nuova dirigenza e nuovo allenatore. Per tutto questo, sangue nuovo. Giustissimo. Quest'anno la Juve ha appena vinto Coppa Italia e Coppa Uefa. Meglio della scorsa stagione: così almeno si può pensare che egli dica, come ha fatto l'anno scorso in FI con la Ferrari. Ma è pur sempre là seconda piazza, non la prima. Tutto, alla Juve, rischia di trovarsi in seconda posizione, dopo Platini. Ma Baggio è quello che potrebbe raggiungere il primo posto, quello che dispone dello stile preteso da chi gli passa la busta paga, quello capace di deliziare gli occhi col suo stile, il tocco. Haessler per dare la carica, Julio Caesar per saldare la difesa. Di Canio per saettare sulle ali. Ma Baggio per ispirare, creare l'imprevedibile, far balzare in piedi i tifosi. Solo Baggio sa se dentro ha quel qualcosa capace di fare di lui il nuovo Platini. Forse è lui stesso il primo a chiedersi se ha colto un'occasione d'oro o si è cacciato nei guai. E Baggio ha l'arroganza e la convinzione per fare sul campo più di qualsiasi altro italiano? i Proprio quésto è il mistero. 1 Proprio qui sta l'azzardo di una puntata da 13 milioni di dollari. Il che, alla vigilia della Coppa del Mondo, significa anche chiedersi se Vicini avrà il coraggio di lanciare proprio quel Baggio verso il quale sembra nutrire qualche sospetto (a meno che il et non abbia coltivato la speranza di tenere nascosto un tale gioiello, per sfruttare la sorpresa). Quanto ad Agnelli, può se non altro sostenere che Baggio è un affare maggiore del Renoir da 78 milioni di dollari, che finirà probabilmente sepolto in qualche cripta climatizzata di Tokyo e, nella migliore delle ipotesi, esposto in qualche galleria inattaccabile. E la Juve è decisa a esibirlo in ogni stadio gremito. Agnelli, ne sono certo, vuol raggiungere i massimi vertici europei prima dell'apertura del mercato libero nel 1993. Già, l'unione europea! Ma a passi ancor più rapidi si avvicina adesso la Coppa del Mondo, con la presenza temuta e non desiderata di teppisti camuffati da tifosi. Sono davvero persuaso che l'Italia abbia fatto tutto il possibile per tenere sotto controllo una festa sportiva che dovrebbe svolgersi in un contesto civile. Ma, ahimé!, continuo a essere del parere che la Gran Bretagna non risponda in maniera adeguata. Certo, il ministro britannico dello sport, noto in maniera crudele come il nostro rappresentante sportivo in miniatura, è volato a Roma e in Sardegna. Ha chiesto a voi italiani di essere duri con tutti gli hooligans che vi manderemo; ha garantito l'appoggio del governo di Sua Maestà tramite funzionari di polizia incaricati di identificare gli agitatori schedati; vi ha persino fornito nome e indirizzo dei teppisti già condannati. Che vergogna! Se la Gran Bretagna si comportasse davvero secondo le regole del buon vicinato impedirebbe l'ingresso in Italia a tutti i tifosi sospettati di recarsi nel vostro Paese per scatenare violenza. E' un atto irresponsabile, da parte del mio Paese, nascondersi dietro una legge che mira a proteggere il diritto di sudditi pacifici di recarsi all'estero. Dove l'accento dovrebbe stare, per il bene mune, sul vocabolo pacifici ao- ì co- Giorgio Barberis LEGA