Un insegnante spacciava con i nigeriani

Un insegnante spacciava con i nigeriani Un insegnante spacciava con i nigeriani gli agenti hanno fatto irruzione dopo aver circondato il quartiere con l'appoggio di unità cinofile. Le indagini del commissariato sono partite da alcuni controlli fatti nella zona della Stazione Termini dove sono stati individuati alcuni africani giunti nella capitale per rifornire di droga gli spacciatori e i «corrieri» locali. Sono stati decisi, pertanto, servizi di appostamento e di pedinamento: la polizia intendeva arrivare nella zona scelta dalla banda per organizzare i traffici. Le indagini hanno ben presto portato ad individuare la base operativa della banda in tre villini, situati al km. 22 della Casilina, cui era possibile accedere da una unica stradina non asfaltata. [Agii hanno condotto Maurizio Cavalli sull'orlo del collasso: la prima la notte di Capodanno, la seconda a metà aprile. Lo hanno salvato proprio i medici della «Pederzoli». E quando s'è rimesso in piedi, andava ripetendo ai dottori, alle infermiere: «Lo so, ho sbagliato. Non so che cosa mi sia capitato. Ma non lo faccio più, ne sono consapevole. Non devo farlo più». E ancora: «Scusate, scusate tanto». Tornava ai malati, alle pulizie, ma con un carico di stanchezza in più. Maurizio cercava di resistere, ed era preoccupato di perdere il posto alla clinica. Un gior¬ no, incontrando un'infermiera, le ha detto: «Sai, adesso non mi buco più. E' una storia finita. Vai a dirlo anche al direttore amministrativo». Nessuno, comunque, pensava di licenziarlo. Di sua madre parlava sempre: «Basta che lei stia tranquilla, per me va bene tutto». Ma quel consumarsi dentro. Lui doveva fare uno sforzo, per non apparire inquieto. Racconta l'addetta all'accettazione della casa di cura: «Due domeniche fa Maurizio è andato in gita con il personale della clinica. Rideva, pareva davvero sereno. Tanto che gli altri hanno commentato: vuol dire che

Persone citate: Maurizio Cavalli, Pederzoli