E Matarrese prevede una dittatura di Gian Paolo Ormezzano

E Matarrese prevede una dittatura E Matarrese prevede una dittatura «Vicini però stia tranquillo: basta arrivare in semifinale» VIENNA frantumazioni del nostro sistema calcistico». Il Milan, soprattutto, per aver chiuso il trionfo totale e aver vinto la coppa più importante diventa un bersaglio. Una tv inglese nella notte del Prater ha detto la sua: «Alla squadra di Berlusconi due vittorie consecutive, due reti di Gullit e altrettante di Van Basten a Barcellona, gol decisivo di Rijkaard stasera. Parliamo di calcio italiano o olandese?». Domanda girata a Matarrese che reagisce: «La presenza degli stranieri nei nostri club è una grossa spinta, ma alla base c'è la nostra scuola. Non dimentichiamo che a causa di scelte tecniche e infortuni una Samp praticamente italiana ha vinto la Coppa Coppe, e che anche la Juve deve di più ai giocatori di casa. Il Milan, che è stato bravissimo, raccoglie solo i frutti di una grande politica di apertura all'Europa». Presidente, ieri notte è andato alla festa rossonera all'hotel Marriott? «No, ho preferito lasciare dirigenti e giocatori del Milan liberi di godersi in famiglia il momento magico dopo tante amarezze». Giudicando il calcio italiano, l'Europa non tiene conto della lunga programmazione del Milan squadra che ha solo bisogno di ritocchi marginali. Le sue più forti rivali nella prossima Coppa Campioni (rivali anche del Napoli, ovvio) corrono ai ripari. Il Real ha comprato Hagi, il Marsiglia «taglierà» Francescoli per far posto allo jugoslavo Stojkovic (costo 8 miliardi) della Stella Rossa, giocatore da affiancare a Mozer e Waddle. Le grandi delle tre coppe, scelte in base alla classifica punti delle ultime cinque stagioni, avranno giuste protezioni all'inizio. Nella stagione 9091, le teste di serie potranno affrontarsi soltanto dai quarti di finale in avanti. Nel sorteggio dell'11 luglio, quindi, rischia soprattutto il Bologna, che disputerà la Coppa Uefa grazie al¬ la vittoria rossonera in Coppa Campioni. Ma prima, i protagonisti di Coppa si mischieranno nel Mondiale alle porte. Dal Prater si sono dati un automatico arrivederci Ricardo, Aldair e Valdo (Brasile), Magnusson, Thern (Svezia), Van Basten, Gullit e Rijkaard (Olanda), Ancelotti, Maldini e Franco Baresi. Azeglio Vicini avrà finalmente il suo gruppo compatto. Un et costretto a vincere, dopo le prodezze dei club. Matarrese è un po' spaventato: «La situazione è pesante, quando si è obbligati è proprio la volta che non si vince. Lasciamo che il tecnico lavori in pace. Apparentemente è in un momento favorevole, dopo i successi delle società, ma gli avversari ora avranno più attenzioni. Non montiamoci la testa». Un secondo posto sarà già una sconfìtta? «Assolutamente no. Un inserimento fra le prime quattro sarebbe già in linea con il nostro calcio d oggi». Bara, si¬ DAL NOSTRO INVIATO Il Milan è già a casa, a Vienna resta una coda di evviva, di malignità e anche di dispetto per lo spadroneggiare del nostro calcio. Antonio Matarrese ha avuto un applauso di apertura nella riunione dell'esecutivo Uefa, ieri mattina. Racconta: «Diciamo che gli applausi sottintendevano una simpatica invidia. L'importante è non far pesare i successi. Altrimenti si diventa antipatici». Si teme insomma una dittatura italiana? «Tutti dovranno tener conto che questo non è un exploit. Abbiamo radici profonde nel calcio europeo, diventate più profonde per la maturità dei dirigenti». Si pensa che i nostri clubs siano forti solo perché spendono? «La Federazione vigila perché tutto si svolga regolarmente. Come risultati abbiamo raggiunto il massimo. Ci saranr scosse di assestamento ma non prevedo curamente, ma si deve capirlo. Un presidente non deve promettere. Berlusconi lo aveva fatto, ed ha dovuto soffrire sino all'ultimo. Matarrese ha fatto ancora notare che certe basi e l'apertura agli stranieri erano state poste ai tempi della sua presidenza di Lega: «Si è sviluppata una gara economica che non ha appesantito il sistema. Ci sono stati ritorni, in soldi e in immagine». Lennart Johansson, neopresidente dell'Uefa, chiude la stagione di coppe e la notte del Prater su altri binari: «Non è stata una grande partita, comunque complimenti al Milan e onore delle armi al Benfica: sono molto contento perché è stato un match corretto. Nessun incidente fra i tifosi, nessun ubriaco sulle gradinate. Alcol fuori dagli stadi. Se stesse fuori anche qualche club italiano, l'Europa respirerebbe». Bruno Perucca Gian Paolo Ormezzano

Luoghi citati: Barcellona, Brasile, Europa, Olanda, Svezia, Vienna