Bush apre il summit con un no

Bush apre il summit con ubi no Bush apre il summit con ubi no Agevolazioni commerciali alla Cina, non a Mosca 'WASHINGTON9 DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Il prestóèìffé~'fi?88h ha negàtXfàll'Urss la clausola della nazione più favorita nelle relazioni commerciali, ma ha prorogato questa agevolazione per un anno alla Cina. Bush ha annunciato la contraddittoria decisione a una settimana dall'arrivo di Gorbaciov, aggravando i dubbi sul successo del summit, è a un anno dal massacro di Piazza Tien An Men, attirandosi subito l'accusa di insensibilità politica. I democratici, che detengono la maggioranza al Congresso, hanno protestato: «Il Presidente - ha dichiarato il leader del Senato Mitchell premia la repressione cinese e penalizza le riforme gorbacioviane». Bush ha dapprima giustificato il diverso trattamento per 1' Urss e la Cina ricordando che la clausola della nazione più favorita «viene concessa ai Paesi da cui è consentita l'emigrazione»: «Questo è il caso della Cina - ha sostenuto - ma non dell'Urss». Più tardi il Presidente ha pere*; ammesso che il rifiuto è dovuto alla crisi in Lituania. «Il nostro clima politico è tale che sarebbe | molto difficile concóSerghela» ha detto, riferendosi alle pressioni della destra. «Al Congresso móltria condi2iehal!Ò"'àllà soluzione della crisi lituana... 10 stesso sono allarmato, non noto progressi». Messo sulla difensiva anche dai giornalisti presenti alla conferenza stampa alla Casa Bianca, Bush ha spiegato che la sua rigidità nei confronti dell'Urss ha un secondo motivo: la frenata imposta da Mosca ai negoziati sulla riduzione delle armi convenzionali in Europa e 11 suo secco «niet» alla permanenza della futura Germania unita nella Nato. «Sono molto felice degli accordi che si stanno delineando con l'Urss sulle armi strategiche e su quelle chimiche - ha aggiunto il Presidente - ma altrove incontriamo ostacoli. E Gorbaciov ha enormi problemi da risolvere. Sono comunque abbastanza ottimista sul vertice». Per minimizzare la diversità del trattamento riservato all'Urss e alla Cina, Bush ha sostenuto che la revoca della clausola della nazione più favorita «danneggerebbe il popolo cinese, in particolare le forze ì riformatrici» e priverebbe l'in¬ dustria americana di un mercato importante. Al contrarisela proroga consente agli Usa.di.Jnflùifè~sut cambiamenti"a' Pechino. «Me l'hanno chiesta gli stessi studenti cinesi - ha detto il Presidente -, Hong Kong e altri Stati asiatici... Non siamo soddisfatti delle misure di liberalizzazione prese da Pechino ma vogliamo che continuino». L'annuncio di Bush ha rappresentato una sconfitta per il segretario di Stato Baker, che si era pronunciato per le agevolazioni commerciali all'Urss ma contro quelle alla Cina. Da una settimana, Baker è oggetto di duri attacchi delle destre, che lo accusano di essersi «calato i calzoni» davanti a Gorbaciov: una vignetta del Washington Times lo ha raffigurato ieri mentre scende in canottiera e mutande dall'aereo che lo riporta da Mosca. Un giornalista ha chiesto a Bush se egli sia in disaccordo col segretario di Stato: il Presidente ha ribattuto che «tutta l'Amministrazione è in sintonia». Fonti vicine alla Casa Bianca hanno indicato che Bush è incerto tra la linea Baker e la linea Scowcroft. Il generale Scowcroft, il consigliere per la sicurezza nazionale, è propenso a giocare la carta cinese contro. l'Urss, come fece il suo prede-, ecssoré* Kissinger negli Anni Settanta. Insiste che gli Usa non devono compiere aperture verso Gorbaciov finché non avvierà trattative con la Lituania e finché non smobiliterà le truppe in Europa e gli arsenali nucleari. Scowcroft ha un potente alleato nel ministro della Difesa Cheney. Al contrario, Baker si batte per l'immediato riavvicinamento tra Mosca e Washington. Il segretario di Stato punta sulla visita del ministro degli Esteri tedesco occidentale Genscher che arriva oggi e su quella di Gorbaciov per smuovere Bush. Genscher ha ieri avuto un cruciale colloquio col collega sovietico Shevardnadze a Ginevra, rilanciando le trattative sulle due Germanie e sulle armi convenzionali. Non è escluso che veda anche Bush, forse domani. Domani è anche atteso il primo contingente dei negoziatori sovietici, per la messa a punto del memorandum d'intesa sulla riduzione delle armi strategiche. Ennio Caretta