I Cobas fanno tremare Mazowiecki

Walesa a parole condanna gli scioperi, ma li sfrutta per indebolire l'ex alleato Walesa a parole condanna gli scioperi, ma li sfrutta per indebolire l'ex alleato I Cobos fanno tremare Mazowiecki Ferrovie bloccate a 3 giorni dalle Amministrative Un compromesso diplomatico Mezze scuse dal Tesino «Coreani, mi spiace per H passato» A tre giorni dalle elezioni amministrative la Polonia è in ginocchio, semiparalizzata dallo sciopero selvaggio dei ferrovieri, il primo da 45 anni. L'aspra vertenza, nata e cresciuta al di fuori del controllo dei sindacati ufficiali, subito incattivita per l'intransigenza dei contendenti, assume con il passare delle ore pericolosi connotati politici, ha allargato la frattura fra governo e Solidarnosc, tra il primo ministro cattolico Tadeusz Mazowiecki e Lech Walesa, un tempo alleati di ferro, oggi schierati su posizioni contrapposte. Ed il Paese, faticosamente avviato sulla strada del risanamento economico, si chiede attonito cosa si nasconda dietro la prova di forza scatenata dai «Cobas» della Pomerama, chi li manovra, se la lunga pace sociale sia infranta. Era il 10 maggio quando sette manovratori dello svincolo di Slupsk, nel cuore degli ex territori tedeschi annessi alla fine della guerra, proclamarono a sorpresa lo sciopero della fame. Non sono iscrìtti ai sindacati, nessuno li conosce, mai visti alle assemblee eppure le loro rivendicazioni sortiscono l'effetto di una bomba. Aumento secco di 500 mila zloty (circa 60 mila lire), quasi la metà del salario, e la richiesta di allontanare i dirìgenti locali del PKP, l'ente ferroviario di Stato. VARSAVIA DAL NOSTRO INVIATO URSS BUCAREST. Ottomila persone si sono riversate ieri in piazza dell'Università, al centro di Bucarest, per protestare contro quella che l'opposizione definisce la fraudolenta vittoria del Fronte di salvezza nazionale alle elezioni di domenica scorsa. «Abbasso Iliescu», gridava la folla accorsa nonostante le autorità avessero vietato la manifestazione e nei giorni scorsi avessero lasciato intravedere la possibilità di un intervento delle forze dell'ordine. Ma sulla piazza vi erano ieri soltanto alcuni agenti della stradale. La piazza è stata dichiarata «zona vietata ai comunisti». Nel corso di un comizio il presidente Iliescu e ■ kb Ili jk a a IkKJIH 11 Hill I li tiMJWilHiHHBIWIllOMiitlWlffllirlffliff lilif f PIAZZA A BUCAREST WHHKtHHHKKm TOKYO tente, non gli auguro di cadere ma avevo ragione nell'affermare che le riforme vanno accelerate, la gente è stanca di stringere la cinghia»), dall'altra ha sottolineato «le giuste motivazioni» dello sciopero pur non condividendone «i drastici metodi di lotta». Che in sostanza ripropongono lo scenario dell'era jaruzelskiana, ossia l'errore storico del non-dialogo con la massa in ebollizione, poi rimangiato con la caduta del sistema. Imbufalito per il no opposto dal premio Nobel di correre a Slupsk per sedare l'incendio, il comitato di sciopero ha demandato ad Alfred Miodowicz, leader dell'Opzz, l'ex sindacato marxista, il compito di rappresentarlo all'incontro convocato in serata a Varsavia dal ministro del Lavoro Jacek Kuron. Una scelta provocatoria, criticatissimà da Solidarnosc, finita nel nulla di fatto per quanto il governo avesse offerto lo spiraglio con il licenziamento in tronco del responsabile per le ferrovie in Pomerania. Fallita la trattativa, resta adesso l'incognita del contagio, se altre categorie cruciali come i minatori e gli operai delle industrie esprimeranno solidarietà ed appoggio alla vertenza. Per la Polonia si preannunciano cupe tensioni che potrebbero avvelenare oltre misura il voto di domenica. se per le intollerabili sofferenze patite dal popolo coreano a causa delle azioni del mio Paese nel passato». L'arrivo di Roh è stato preceduto da tensioni e atti di intimidazione da parte di estremisti di destra e di proteste da parte di gruppi della forte comunità coreana in Giappone, divisa nell'appoggio verso il Sud e il regime del Nord. Rilevante per il suo simbolismo è un'azione vandalica compiuta a Hiroshima l'altro giorno contro il monumento alle vittime coreane della bomba atomica. Tra i caduti di quel giorno vi sono infatti circa ventimila coreani, che vi erano stati portati ai lavori forzati. Hanno avuto solo nel 1970 un monumento a cura di connazionali, ma le autorità locali, applicando una sorta di apartheid nell'olocausto, non permisero che fosse eretto all'intèrno del parco della Pace progettato da Kenzo Tange per le vittime. Ai coreani, che non vengono mai ricordati nelle cerimonie ufficiali, fu permesso solo di costruire il monumento da un'altra parte. Alla vigilia della visita di Roh è stato raggiunto l'accordo perché venga presto trasferito nel parco della Pace. Per protestare contro questa intesa gli estremisti hanno appiccato il fuoco a corone di fiori di carta disposte intorno al cenotafio. DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Hanno entrambi trovato il modo ai salvare la faccia, giapponesi e coreani, per l'incontro tra il Termo e il presidente della Corea del Sud, Roh Tae-woo, che pretendeva un atto di contrizione per il dominio e la violenza storica del Giappone sul suo Paese. Impensabile un Tenno che si prostra, Akihito ha tuttavia pronunciato d'accordo col governo parole da cui emerge la responsabilità del suo Paese. Gli ospiti hanno preferito leggere nelle sue parole qualcosa di più di quel che ha effettivamente detto, e si sono accontentati, salvando la forma, pensando ai rapporti ecionomici. Ricordando il «rincrescimento per lo sfortunato passato» già espresso da suo padre nel 1984, Akihito ha affermato nel brindisi al pranzo d'onore, dopo essersi lui stesso fatto avanti con l'imperatrice verso l'ospite nell'accoglierlo: «Penso alle sofferenze patite dal vostro popolo causate dal mio Paese, e non posso non provare il più grande dispiacere». Una frase che non arriva alle aperte scuse desiderate dai sudcoreani, ma in cui è chiaro che le sofferenze altrui sono state procurate dai giapponesi. Più esplicito era stato il preJ mier Kaifu nel colloquio con Roh subito dopo l'arrivo: «Vorrei esprimere le mie aperte scu¬ Piero de Garzarolli Fernando Mozzetti