Duemila proiettili atomici

Duemila proiettili atomici Duemila proiettili atomici BRUXELLES. La Nato ha a disposizione in Europa circa 2 mila proiettili nucleari d'artiglieria americani da 155 a 205 millimetri, schierati o immagazzinati per la maggior parte in Germania Ovest, ma anche in Italia ed in Olanda. Gli Usa hanno annunciato il 3 maggio di avere rinunciato a sostituire con modelli più moderni le testate nucleari con base a terra in Europa, e di essere pronti a negoziarne con l'Urss la riduzione o l'eliminazione dopo la firma dell'accordo Cfe di riduzione delle forze convenzionali. Si parla con insistenza della possibilità di eliminare unilateralmente le granate nucleari. Ecco la situazione delle forze nucleari (fino a 500 chilometri, Snf), a disposizione della Nato: in tutto 4000 testate, di cui circa 2700 terrestri cioè 2000 proiettili d'artiglieria e 690 missili Lance su 88 rampe. Il resto è costituito da armi aerotrasportate, bombe a caduta libera, [Ansa] gna. Il Washington Post ha aggiunto che un'inchiesta è in corso anche sulla sicurezza dei nuovi missili Trident per sommergibili, i D-5. Entrambi i missili usano sostanze chimiche instabili per produrre lo scoppio convenzionale che conduce a quello atomico. A Bruxelles, il ministro della Difesa americano Cheney ha smentito che i proiettili d'artiglieria difettosi potessero causare un incidente nucleare, e ha aggiunto che comunque il governo tedesco è stato informato delle modifiche apportate. Ma l'ammiraglio Watkins, che è responsabile delle cariche atomiche, ha riferito al Washington Post che il Pentagono si era opposto all'inchiesta sulla sicurezza dei proiettili e dei missili. Il giornale inoltre ha ricordato che nel '66 e nel '68, quando due bombardieri nucleari armati precipitarono in Spagna e nella Groenlandia, si verificarono gravi fughe radioattive. Abbiamo chiesto al ministro degli Esteri italiano De Michelis, a Washington in visita al segretario di Stato Baker, se gli Stati Uniti avessero informato anche il nostro governo. «Non conosco la vicenda, non posso fare commenti», ha risposto de Michelis. E' stato il Laboratorio Nazionale di Livermore a scoprire all'inizio dell'88 che gli obici possono esplodere nella parte convenzionale se colpiti con forza in punti delicati, per esempio in una caduta. Dopo innumerevoli controlli coi computer, il ministero dell'Energia ha trovato la conferma del pericolo in alcuni esperimenti nucleari sotterra- nei nel deserto del Nevada nel gennaio e febbraio dell'89. Citando alcuni esperti, il Washington Post ha spiegato che quando la detonazione avviene accidentalmente la pressione non si esercita in modo uniforme verso l'interno, e quindi sul nucleo di plutonio dell'arma atomica, ma in modo difforme verso l'esterno, verso il punto colpito: il plutonio viene spinto fuori e si ha una fuga di materiale radioattivo. Ma quando la detonazione avviene nel fusto del cannone la pressione ritorna dalle pareti all'interno, e dunque sul nucleo di plutonio, «con la probabilità che si traduca in una esplosione nucleare», ha scritto il giornale. Squadre di tecnici americani andarono in Europa ai primi dell'89 per installare meccani¬

Persone citate: Baker, Cheney, De Michelis, Livermore, Watkins