Israele-Egitto, è il grande gelo

Israele-Egitto, è il grande gelo Israele-Egitto, è il grande gelo Dopo il massacro aspri messaggi da Mubarak TEL AVIV NOSTRO SERVIZIO ca come «inumano» il comportamento dei soldati nei Territori. Fonti ufficiali a Gerusalemme hanno negato che sia giunto alcun messaggio egiziano, e hanno reagito con durezza alla dichiarazione pubblica di Mubarak secondo cui «l'immigrazione degli ebrei russi nei Territori occupati rischia di far precipitare il Medio Oriente in un nuovo, sanguinoso conflitto». Per il ministro degli Esteri Arens affermazioni del genere «sono palesemente infondate e rischiano di venir usate per giustificare l'aggressività di altri leader arabi». Fonti giornalistiche israeliane e arabe dal Cairo parlano di un montante clima di sospetto verso Israele. Secondo Radio Montecarlo, ad esempio, un alto funzionario egiziano ha insinuato che la strage di Rishon Le-Zion sareb¬ be stata progettata dal generale Sharon per provocare uno choc e sfruttarlo in modo da liquidare una volta per tutte l'Intifada. A Gerusalemme si sospetta che questa insinuazione, assieme alla fuga di notizie sul messaggio di Mubarak e al collegamento fatto da quest'ultimo fra immigrazione e un conflitto in Medio Oriente, siano tutti tasselli di un grande mosaico costruito dalla crescente ostilità araba. In particolare, allo Stato ebraico viene attribuita la volontà di insediare gli immigrati dall'Urss nei Territori occupati a spese dei palestinesi, i quali verrebbero sospinti verso la Giordania per abbattere il regno hashemita e costituire uno Stato indipendente. Incidenti senza vittime si sono verificati ieri a Gerusalemme in occasione del 23° anniversario della conquista del settore arabo della città (in un discorso, il premier Shamir ha ribadito che Israele non acconsentirà mai a cedere la parte araba della città in cambio della pace). Sulla «spianata delle Moschee» centinaia di musulmani hanno cacciato con lanci di pietre un gruppo di nazionalisti ebrei che erano entrati, con l'assenso della polizia, per riaffermare la sovranità israeliana. E le comunità cristiane hanno dovuto rinunciare a celebrare l'Ascensione «a causa dell'attuale situazione». In Giordania, in tre campi profughi presso Amman si sono ripetute, per il terzo giorno consecutivo, manifestazioni di massa dei palestinesi. I disordini, meno gravi di quelli di martedì (tre morti e decine di feriti) sono iniziati all'uscita delle moschee dove si erano svolti i riti funebri per le vittime. [f, a,] Soffocata la protesta per la strage di Rishon Le-Zion (negli ultimi quattro giorni in Cisgiordania e a Gaza 22 dimostranti palestinesi sono stati uccisi, oltre mille feriti e un milione di persone restano sottoposte a un severo regime di coprifuoco) la parola è passata alla diplomazia, che ancora una volta si è rivelata sgradevole per Israele. Ieri, nel giro di poche ore sono giunte a Gerusalemme le espressioni di «grave preoccupazione» della Comunità Europea per la durezza della repressione in Cisgiordania e a Gaza e, secondo alcune fonti, un messaggio in cui il presidente egiziano Mubarak accusa il governo israeliano di essere in parte responsabile del massacro dei pendolari palestinesi e qualifi¬ tv*

Persone citate: Arens, Mubarak, Shamir, Zion