Omicidio senza colpevoli di Enzo Laganà
Omicidio senza colpevoli L'agguato al sindaco di Gioia Tauro: tutti prosciolti Omicidio senza colpevoli A denunciare i mandanti era stata la vedova dell'amministratore de Una licenza negata a una parente di un boss forse alla base del delitto REGGIO CALABRIA DAL NOSTRO CORRISPONDENTE Tutti prosciolti. Un delitto, un altro, senza colpevoli, la ricerca della verità che si fa sempre più difficile, un mistero che si infittisce. Così Marianna Rombolà non può far altro che rifugiarsi nel silenzio, in un ostinato e sdegnoso silenzio: i giudici di Palmi hanno appena prosciolto tutti gli imputati per l'omicidio del marito, il medico Vincenzo Gentile, sindaco democristiano di Gioia Tauro, ucciso davanti casa la sera dell'8 maggio di tre anni fa. E per la sua battaglia è un momento sfavorevole, uno stop amaro. La donna, che dopo le sferzanti accuse lanciate agli amministratori locali è divenuta quasi un simbolo per le poche donne calabresi che hanno tentato di opporsi alla mafia, sta intanto per tagliare i ponti definitivamente con la cittadina della Piana, dove pure negli anni scorsi si era costruita una bella villa e aveva deciso di trascorrere i suoi anni, insieme con la sua famiglia. La causa indiretta è la figlia Natalina che ad ottobre s'è iscritta a Medicina in una città del Nord. La madre finora l'ha seguita saltuariamente ma adesso è decisa a non lasciarla più sola. A Gioia Tauro si trova in questi giorni quasi per caso e non per seguire le ultime vicende giudiziarie relative all'uccisione del marito. La donna appare comunque abbastanza scoraggiata e non vuole rilasciare dichiarazioni. Forse prevedeva la conclusione. Di certo la prevedeva il suo avvocato, l'ex senatore comunista Francesco Martorelli che così dice: «Ho appreso dai giornali locali del proscioglimento del principale accusato e delle altre 15 persone. E' una decisione alla quale non dico di no: non c'erano prove dirette, e quelle che c'erano era discutibili». Ma il patrono di parte civile aggiunge subito dopo: «Mi auguro che un giorno possano essere individuati tecnicamente i mandanti e gli esecutori anche se, a livello di cultura e di conoscenza dell'ambiente, tutti sanno chi è il mandante dell'omicidio del sindaco di Goia Tauro, Vincenzo Gentile». Quale autore materiale del delitto era stato imputato Carmelo Stillitano, 29 anni, nipote del boss locale Giuseppe Piromalli. Alla base dell'uccisione del sindaco Vincenzo Gentile ci sarebbe stata una licenza negata alla nonna dello Stillitano, Rosa Piromalli. Marianna Rombolà riferì agli inquirenti che per questo «sgarbo» il giovane aveva minacciato il marito con un pesantissimo «ve la farò pagare». La vedova fece riferimento anche ai lavori di sistemazione di una discarica mai eseguiti ma comunque pagati e che diede origine ad un altro procedimento penale a carico di ex amministratori comunali. Assieme allo Stillitano erano imputate altre persone tra cui per favoreggiamento personale - l'ex sindaco di Gioia Tauro Giuseppe Cento e gli ex assessori Stanislao Dato e Letterio Castaldo (ora prosciolti perché il fatto non sussiste). Avrebbero, in sostanza, impedito le indagini pur essendo a conoscenza di fatti e circostanze. Il Cento, dopo il delitto Gentile, era stato invitato in casa da Marianna Rombolà che in quella circostanza gli riferì delle minacce ricevute dal marito. Il Cento le avrebbe risposto che tutti in quell'ambiente erano sottoposti a vessazioni e ricatti. Ora, il giudice istruttore, Giuseppina Latella, in una ventina di pagine ha spiegato i motivi per cui a suo giudizio - ma anche del rappresentante della pubblica accusa, il sostituto procuratore dott. Santi Cutroneo che aveva chiesto il proscioglimento di tutti gli imputati - la polizia con le indagini svolte non avrebbe ottenuto risultati concreti, mancando prove certe di colpevolezza. Ci si trova di fronte, ha scritto infatti, al tipico caso di testimonianza «de relato», cioè a testimonianze indirette o per «sentito dire». Dall'accusa di concorso in omicidio con lo Stillitano - che è latitante da tre anni - sono stati assolti tra gli altri sei componenti della famiglia Piromalli. «Comunque - ha detto ancora l'avvocato di parte civile Martorelli - un proscioglimento in istruttoria è ben diverso da un'assoluzione dopo un processo e quindi non preclude la riapertura delle indagini sull'omicidio Gentile». Ma a Gioia Tauro nessuno ci spera. Enzo Laganà La vedova Marianna Rombo là
Luoghi citati: Gioia Tauro, Palmi, Reggio Calabria
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